sabato 5 settembre 2015

Il grido di dolore di nostra Madre Terra

dall'ultimo numero di Tera e Aqua, rivista bimestrale, espressione, con la rivista trimestrale Gaia e ai libri di Gaia, dell'Ecoistituto del Veneto Alex Langer, con sede a Mestre, viale Venezia 7 (50 m dalla stazione)

Il grido di dolore di nostra Madre Terra
di Michele Boato
Non si può affrontare oggi il tema della difesa dell’ambiente, del paesaggio, della salute, senza sottolineare l’enorme novità rappresentata dall’enciclica Laudato si’, pari, come importanza storica, solo all’enciclica Pacem in terris del 1963. 
L’enciclica Pacem in terris, che interrompeva una sequela di documenti e di atti ispirati alla “guerra fredda” tra occidente capitalista e oriente comunista, ha segnato una svolta storica per la chiesa e per la politica mondiale, in tema di pace, invitando al dialogo come unica alternativa al suicidio mondiale per opera di una guerra nucleare. Essa è uscita qualche mese dopo che l’intervento personale del suo autore, papa Giovanni XXIII, è stato determinante per portare a soluzione pacifica la crisi dei “missili a Cuba”, che era arrivata ad un passo dalla catastrofe nucleare
Così ora l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, col suo linguaggio diretto, mette tutti, credenti e non credenti, di fronte alle pesanti responsabilità, personali e politiche, verso nostra Madre Terra, che “protesta per il male che le facciamo”. 
Questo documento segna un’epoca con una priorità massima nella scala dei valori: l’epoca della salvaguardia del Creato, che va “coltivato e custodito”, l’epoca, scrive papa Bergoglio, dell’”ecologia integrale”, che non vede più la specie umana al di sopra della natura (con la missione di dominarla e utilizzarla ai suoi fini) ma all’interno di essa, parte di essa. 
Non è più il tempo dell’ecologia come pura difesa estetica del paesaggio, o solo come attenzione nobile alle specie in via d’estinzione. Il messaggio è chiaro: o ci si salva assieme a nostra Madre Terra, o per noi non c’è futuro: si va verso la nostra estinzione, non certo quella di tutto il creato. 
Il nuovo umanesimo che viene proposto comprende il diritto per tutti al cibo e all’acqua [all'aria, al suolo], e questo implica una giusta distribuzione delle risorse (senza privatizzazione dei beni comuni) e un nuovo stile di vita: la “decrescita” per chi ha già troppo e la sobrietà come valore universale. 
E quindi, lodato sia questo nuovo Francesco, che come il suo predecessore d’Assisi, non si perde in concetti astratti, ma indica e pratica comportamenti di semplicità, cammina con chiunque voglia salvare il nostro futuro e ci spinge ad impegnarsi nel buongoverno della polis.