Intervento
del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
41^ edizione
del Forum The European House – Ambrosetti
Cernobbio,
05/09/2015
[...]
La
logica emergenziale sta rendendo l'Europa più debole, i suoi
cittadini più insicuri e produce diffidenze tra gli Stati membri.
Occorre, al contrario, una
visione adeguata di lungo periodo e consapevolezza del destino
comune. Va sconfitta la paura e il senso della comunanza di
interessi deve tornare ad essere la base della strategia
continentale.
[...]
Vorrei
far riferimento a due questioni cruciali, rispetto alle quali
avvertiamo che, oggi, l'azione dell'Europa manca di efficacia:
-
lo avvertiamo nelle carenze nella governance economica di questi anni.
-
lo avvertiamo di fronte alle tragedie, spaventose, di profughi e di migranti, purtroppo sempre più frequenti.
[...]
Sull'altro
versante di crisi, quello dell'immigrazione, le chiusure,
illusorie, e le inerzie smentiscono drammaticamente i valori della
nostra civiltà. Le immagini strazianti - come quelle del piccolo
Aylan - confliggono con questi valori, anzi confliggono con la nostra
stessa idea di umanità. La commozione a volte perfora la corazza
dell'indifferenza, ma siamo lontani dalla percezione del carattere
epocale e della dimensione del fenomeno migratorio. E' ancora lunga
la strada di politiche comuni, di risposte all'altezza della sfida.
Lo spettro che a volte compare è l'Europa della paura, dei muri, dei
veti: è l'Europa che insegue e, così facendo, alimenta nazionalismi
e populismi.
[...]
Si
tratta di un fenomeno [l'immigrazione] di portata inedita, con la
prospettiva di flussi sempre più imponenti senza adeguate risposte
strategiche. Per questo, in questi giorni, alcuni paesi fondatori
hanno richiamato l'intera Unione ad assumere un'azione comune ed
efficace.
[...]
l'Europa
è un percorso storicamente obbligato.
[...]
Occorre
connettere politiche serie e lungimiranti, che affrontino in
primo luogo nelle opportune sedi internazionali, le cause immediate e
remote all'origine dei fenomeni migratori, che rendano gestibili i
flussi, possibile l'integrazione di chi cerca e trova lavoro, più
sicure le nostre città. La serietà di queste politiche passa per
una collaborazione con i Paesi più poveri, per investimenti che
possano favorire la loro crescita e rimuovere le condizioni di
invivibilità che spingono i loro cittadini a sfidare qualunque
pericolo pur di giungere in Europa; spazio di benessere, di pace, di
sicurezza dei diritti. Passa anche, naturalmente, per intese che
riescano a stroncare la tratta di esseri umani e a colpire i
trafficanti.
[...]
L'alternativa
non è tra la resa a un'invasione e la presunta difesa della
''Fortezza Europa''. L'alternativa è tra un'Europa protagonista
del proprio destino e un'Europa che subisce gli eventi senza saperli
governare.
[...]
Il
mondo è in movimento, sulle gambe di milioni di donne, uomini,
bambini: un esercito inerme, che marcia alla ricerca della propria
salvezza. Cosa possiamo opporre alle loro ragioni? Sono loro, che
fuggono dalla violenza e dalla morte, il nostro nemico? O il nemico,
piuttosto, va visto nelle guerre e nel terrorismo internazionale,
variamente alimentato, che vanno contrastati con decisione,
anzitutto sul piano della cultura e della libertà?
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Una
politica comune europea - capace di relazioni economiche di pace
nel Mediterraneo - è anche l'arma migliore di cui disponiamo nei
confronti del terrorismo.
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In
definitiva, più Europa. Non vuol dire più vincoli, più burocrazia.
Più Europa è la consapevolezza che questa è la dimensione della
sfida globale.
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leggi anche http://socialevicenza.blogspot.it/2015/07/lisis-sta-vincendo-non-e-vero.html
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