... Creato

"La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso".
[Caritas in Veritate, 2009, n.51]

CREATO
“Creato” per un cristiano non indica solo Natura o Mondo o Universo:  “[…] attraverso il Creato gli « occhi della mente » possono arrivare a conoscere Dio. […] (cfr Rm 1, 20).” Fides et Ratio N.22.
“Nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell'intervento creativo di Dio, che l'uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni — materiali e immateriali — nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso. Se tale visione viene meno, l'uomo finisce o per considerare la natura un tabù intoccabile o, al contrario, per abusarne. Ambedue questi atteggiamenti non sono conformi alla visione cristiana della natura, frutto della creazione di Dio.” Caritas in Veritate, n.48.
Del Creato noi uomini siamo chiamati a fungere da custodi - “Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.” (Gn 2,15) - fruendo e godendo dei doni, dei frutti e delle risorse di Madre Terra; abbiamo la responsabilità di denunciare chi si sente Padrone e sfrutta e ferisce la terra e impedisce la condivisione dei suoi doni: “La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso.” Caritas in Veritate, n.51.
Da buoni custodi, siamo innanzitutto e perlopiù chiamati a dare il buon esempio e a rendere ragione delle nostre scelte, vivendo “con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo,” (Tt 2,12).
“La sobrietà è uno stile di vita, personale e collettivo, più parsimonioso, più pulito, più lento, […] La sobrietà è più un modo di essere che di avere. È  uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. È la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso senza dimenticare quelle spirituali, affettive, intellettuali, sociali. È un modo di organizzare la società affinché sia garantita a tutti la possibilità di soddisfare i bisogni fondamentali con il minor dispendio di risorse e produzione di rifiuti” [da una sua intervista a Gesualdi]