lunedì 27 febbraio 2017

28 febbraio: Il coraggio della libertà

Presentazione del libro e incontro con Blessing, uscita dall’inferno della tratta

Occasione da non perdere martedì 28 febbraio, quando alle 20.30 al Centro Culturale San Paolo (viale Ferrarin 30, Vicenza) avrà luogo la presentazione del libro "Il coraggio della libertà. Una donna uscita dall'inferno della tratta". Interverranno l'autrice del libro Anna Pozzi, la protagonista Blessing Okoedion e suor Rita Giaretta, orsolina a Casa Rut (Caserta). L'incontro sarà moderato da Lauro Paoletto, direttore de "La Voce dei Berici".

LA STORIA

Blessing è una giovane donna nigeriana, laureata in informatica, che cerca di costruirsi il suo futuro personale e lavorativo a Benin City. Qui incontra una donna pia, membro di una delle tante chiese pentecostali che le dà lavoro, e un giorno le propone di andare a lavorare per il fratello che gestisce dei negozi di informatica in Europa. Ma una volta arrivata in Italia non c’è nessun negozio di informatica. C’è solo la strada. Si rende conto di essere stata venduta come una merce per il mercato del sesso a pagamento, come migliaia di altre donne nigeriane. Un inferno. Si ribella, fugge e denuncia. Viene portata a Casa Rut, a Caserta, dove, grazie all’accompagnamento delle suore orsoline, cerca di ricostruire se stessa, la sua vita, la sua fede. Ritrova dignità e libertà e ora è pronta a spendersi perché altre donne nigeriane trovino la forza e il coraggio di spezzare le catene di questa schiavitù.

IL LIBRO

Da questa volontà di denuncia e di aiuto, nasce il libro Il coraggio della libertà, in cui Blessing racconta la sua vicenda. Scrive Blessing: "Ero completamente stordita, incredula, impaurita, disorientata. Maman Faith mi introduceva al mio nuovo lavoro e alla mia nuova vita in Europa. Una vita in strada. In quel momento ho saputo che ero finita nelle mani dei trafficanti. Che ero diventata la loro schiava. Come era potuto accadere? Nella mia testa si affollavano tante domande. Ancora oggi non sono in grado di rispondere. Ma ora sono convinta che dovevo passare attraverso quell’esperienza del male per scoprire il vero bene. Per questo ringrazio Dio, perché quello che ho vissuto sulla mia pelle mi permette ora di parlare e forse di liberare altre donne. Sono dovuta scendere nell’abisso per rinascere a una vita nuova”. Il testo, arricchito dalla prefazione di Dacia Maraini e dalla postfazione di sr Rita Giaretta, fondatrice di Casa Rut, è corredato da una presentazione della giornalista e scrittrice Anna Pozzi sulla tratta e sfruttamento delle donne in Nigeria.

Intervengono alla presentazione
Blessing Okoedion
è nata in Nigeria nel 1986 dove ha studiato e si è laureata in informatica. Dal 2013 vive in Italia e attualmente svolge l’attività di interprete e di mediatrice culturale.
Anna Pozzi
, giornalista e scrittrice, si occupa da diversi anni del fenomeno della tratta di persone e delle moderne schiavitù. Su questo tema ha scritto: Schiave (2010), Spezzare le catene (2012), entrambi in collaborazione con Eugenia Bonetti, e Mercanti di schiavi (2016). Ha inoltre realizzato la mostra con relativo catalogo Mai più schiave, sulla tratta di donne nigeriane verso l’Italia. È fondatrice e segretaria generale dell’associazione Slaves no More, che lotta contro il traffico di esseri umani e per la protezione delle vittime.
Sr Rita Giaretta è una suora Orsolina del Sacro Cuore di Maria, di Breganze (Vicenza). A Caserta dal 1995, ha fondato Casa Rut, centro di accoglienza per giovani donne migranti, sole o con figli, in situazioni di difficoltà e/o sfruttamento.. Ha pubblicato: Non più schiave (2007) e Osare la speranza (2012). Info: www.associazionerut.it; www.coop-newhope.it.

In allegato la locandina dell'evento.
Sarà possibile intervistare le nostre ospiti previo accordo al 338 5402784 (suor Federica Cacciavillani).


Associazione Presenza Donna
Centro Documentazione e Studi

3 marzo: Amori e Confini

INVITO

ai Giovani, agli Educatori ed Operatori Sociali

Venerdi 3 marzo, ore 17
Palazzo Opere Sociali, Piazza Duomo 2 - VI

Francesco Cerchiaro

presenta il suo libro

AMORI E CONFINI

 Le Coppie Miste tra Islam, Educazione dei figli e Vita quotidiana

Una ricerca universitaria sulla FAMIGLIA IN TRASFORMAZIONE, 
avanguardia del mondo di domani.

Prefazione di Stefano Allievi. Guida Editori, Dicembre 2016


Quali meccanismi di inclusione o di esclusione si muovono nelle rispettive reti familiari e sociali di una Coppia Mista, in particolare quando uno dei coniugi è musulmano ( o è cresciuto in un contesto culturale a maggioranza musulmana) e l’altro coniuge è cristiano ( o è cresciuto in un ambiente occidentale di cristianesimo secolarizzato)?
E, in parallelo, nella dimensione del quotidiano, i due coniugi quale varietà di  strategie avviano e

“ vivono” nella sfera pubblica e in quella intima per cercare di gestire la complessità delle differenze; quale locomotiva ispira i loro percorsi quando esplorano “ i confini” dei retroterra culturali-religiosi, nel quadro di una continua ri-negoziazione dei ruoli di genere, dei rapporti di potere nella sfera di coppia e soprattutto nella genitorialità, cioè nell’educazione dei figli?


Primi commenti a cura di:
- Mulayka Laura Enriello, Comunità Religiosa Islamica (COREIS)                                                                                                             
- Luciano Carpo,  Migrantes Vicenza

Promuovono: Migrantes Vicenza, Comune di Vicenza, Assessorato alla Comunità e alla Famiglia, Consiglio degli Stranieri del Comune di Vicenza, Associazione Donna chiama Donna, Centro Antiviolenza Donna(CEAV), Comunità Religiosa Islamica (COREIS ), Unione Immigrati, Ass. Orizzonti Comuni, Diocesi Vicenza: Ufficio Statistica del Comune di Vicenza, Centro Scalabrini di Bassano del Grappa. 

Alla fine dell’incontro, un momento di convivialità con brindisi alle distinte strategie che tutte le Coppie ( miste e no) adottano e “vivono” nella complessa costruzione della loro storia d’amore.

5 marzo: Raccontami la tua storia

INVITO

Raccontami la tua storia
Dialoghi a più voci con donne straniere in Italia.

Domenica 5 marzo 2017 ore 15.30 – 17.30

Biblioteca Bertoliana – Palazzo Cordellina, Contrà Riale n. 12, Vicenza
Ingresso Libero

È una iniziativa rivolta alle donne straniere che vivono e lavorano in Italia, per realizzare un momento di incontro e di condivisione di esperienze, facendo interagire le nostre “alterità” culturali, linguistiche, religiose, culinarie e artistiche. Durante l’incontro verranno letti racconti e storie di vita di donne straniere che hanno voluto condividere con noi le loro esperienze, con narrazioni che mettono in parola i diversi vissuti, emozioni, sentimenti, dolori ma anche gioie e soddisfazioni.
Daniela Finocchi ci racconterà come è nato il Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” arrivato quest’anno alla dodicesima edizione. Condividerà con noi questa ricca esperienza di incontro e di condivisione, guidata dalla consapevolezza che «le persone e le loro culture sono inseparabili».
Leyla Kalil leggerà per noi i suoi Ricordi congelati (Premio Speciale Slow Food-Terra Madre del CLM 2015) e ci racconterà come è arrivata alla scrittura; Valeria Mancini leggerà alcune «storie di vita» ascoltate dalla voce delle protagoniste a cui lei ha dato la parola nel suo libro Figlie a ore; Daniela Ion, donna romena venuta in Italia per lavorare, ci narrerà una parte della sua storia. Allieteranno l’incontro i canti del coro delle donne ucraine “Il Sogno”.

Durante l’incontro verrà presentato un progetto di Atelier di scrittura, riservato alle donne straniere, che si terrà nei mesi di aprile-giugno, nei locali della Casa per la Pace in via Porto Godi n. 2, Vicenza. Ha lo scopo di incoraggiare donne straniere residenti in Vicenza a raccontare le loro storie e a partecipare al concorso nazionale “Lingua Madre”.

L’iniziativa è promossa da Progetto “La Ragnatela” con il supporto organizzativo della Casa per la Pace e la collaborazione di: Femminile plurale, Orizzonti Comuni, Consiglio dei cittadini e delle cittadine stranieri, Commissione Pari Opportunità.

Per informazioni: casaperlapace@gmail.com - tel. 0444 327395

sabato 25 febbraio 2017

Papa a udienza generale: l'orgoglio umano che sfrutta il creato distrugge

dalla pagina http://www.news.va/it/news/papa-a-udienza-generale-orgoglio-umano-che-sfrutta


2017-02-22 Radio Vaticana

“L’orgoglio umano sfruttando il creato, distrugge”. E’ uno dei passaggi forti della catechesi del Papa all’udienza generale, che da stamani torna a tenersi in Piazza San Pietro. Dal 23 novembre fino a mercoledì della scorsa settimana, si è invece tenuta in Aula Paolo VI. Il cristiano riconosce i segni del peccato, rileva il Papa, ma sa che stiamo vivendo il tempo dell’attesa. Il servizio di Debora Donnini.

Il cristiano quindi non vive fuori del mondo, sa riconoscere i segni del male nella propria vita e in ciò che lo circonda ma nello stesso tempo ha imparato a leggere la realtà “con gli occhi della Pasqua, con gli occhi di Cristo risorto”, cioè sa che “stiamo vivendo il tempo dell’attesa”. Questa è la dinamica con cui Francesco spiega quale sia il contenuto della speranza cristiana, proseguendo il ciclo di catechesi dedicate a questo tema:

“Nella speranza sappiamo che il Signore vuole risanare definitivamente con la sua misericordia i cuori feriti e umiliati e tutto ciò che l’uomo ha deturpato nella sua empietà, e che in questo modo Egli rigenera un mondo nuovo e una umanità nuova, finalmente riconciliati nel suo amore”.

Lo Spirito Santo vede per noi oltre le apparenze negative
Il cristiano è quindi “solidale” con chi “si sente disperato”, con chi piange. A volte però anche i cristiani sono tentati dal pessimismo:

“A volte ci lasciamo andare al lamento inutile, oppure rimaniamo senza parole e non sappiamo nemmeno che cosa chiedere, che cosa sperare… Ancora una volta però ci viene in aiuto lo Spirito Santo, respiro della nostra speranza, il quale mantiene vivi il gemito e l’attesa del nostro cuore. Lo Spirito vede per noi oltre le apparenze negative del presente e ci rivela già ora i cieli nuovi e la terra nuova che il Signore sta preparando per l’umanità”.

La fiaccola benedettina della pace e i saluti agli artisti del Rony Roller Circus
Al termine dell’udienza, Francesco rivolge un particolare saluto alla delegazione della “Fiaccola Benedettina Pro Pace et Europa”, con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, l’abate di Montecassino Dom Donato Ogliari e l’abate di Subiaco Dom Mauro Meacci. “Invito ciascuno  - ha detto - a farsi promotore della cultura della pace in ogni ambiente di vita”. Francesco ringrazia calorosamente anche gli artisti del Rony Rollers Circus, che poco prima si erano esibiti in Piazza San Pietro con danze e acrobazie. “Continuate a fare bellezza!”, esclama, “continuate che fate bene a tutti noi”, la bellezza ci porta a Dio.

Francesco ricorda l'odierna Festa della Cattedra di San Pietro e il centenario delle apparizioni di Fatima
Infine un pensiero a Maria. Nei saluti ai pellegrini in lingua tedesca, il Papa ricorda il centenario delle apparizioni della Madonna di Fatima, dove si recherà in visita il 12 e 13 maggio prossimi:

“In quest’anno del centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima, affidiamoci a Maria, Madre della speranza, che ci invita a volgere lo sguardo verso la salvezza, verso un mondo nuovo e un’umanità nuova”.

In conclusione, Francesco sottolinea come l'odierna Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo sia un "giorno di speciale comunione dei credenti con il Successore di San Pietro e con la Santa Sede" e chiede ai giovani di intensificare la preghiera a favore del suo ministero petrino.

(Da Radio Vaticana)

giovedì 23 febbraio 2017

RELAZIONE 2016 SULL'EXPORT DI ARMI

dalla pagina http://www.banchearmate.it/home.htm



RELAZIONE 2016 SULL'EXPORT DI ARMI: LA TABELLA DELLE BANCHE ARMATE!
La Relazione 2016 del governo Renzi sull'export di armamenti non ha ripristinato la trasparenza sulle operazioni svolte dalle banche: non solo non ha reintodotto l'elenco di dettaglio delle operazioni bancarie (scomparso dal 2008 senza alcuna giustificazione al Parlamento), ma invece dell'elenco delle "Operazioni Autorizzate" riporta anche quest'anno solo quello delle "Operazioni segnalate", quelle cioè che ogni anno svolge ogni banca, ma che non permettono di risalire all'intera operazione autorizzata. Ecco i primi commenti e le tabelle:

 
Tutta la Relazione 2016: dal sito del Senato e della Camera La Tabella 2016 delle "banche armate" (in .pdf) Banche e programmi intergovernativi (in .pdf)

Nigrizia: Triplica la vendita di armi italiane (29/04/2016)
Nigrizia: 2015: Super "banche armate" (2/05/2016)
Repubblica: Il mercato italiano nei paesi in guerra (1/05/2016)
Sardinia Post: I dati del governo sull'export di armi (3/05/2016)

Il Fatto Quotiadino: Triplica la vendita. Spunta Banca Etruria (4/5/2016)
Unimondo: Triplica l'export di armi, crolla la trasparenza (4/5/2016)
Vita: Armi, l'Italia triplica la vendita (4/05/2016)
Affari italiani: Business d'oro con le armi (4/05/2016)
Adista: L'Italia triplica l'export. Intervista a G. Beretta (6/05/2016)
Avvenire: L'Italia triplica l'export di armi (7/05/2016)
Il Tempo: Armi, vendita triplicata in un anno (7/05/2016)
Redattore Sociale: Armi, triplicato l'export italiano (6/05/2016)
La Notizia: Affari bomba per le banche (8/05/2016)
L'Adige: l'Italia ha triplicato l'export di armi (9/05/2016)

 
Radio Popolare: Export esplosivo: Intervista a G. Ballarini (2/5/2016)
Radio Articolo 1: Più export di armi: Intervista a G. Beretta (6/5/2016)

martedì 21 febbraio 2017

Interventi consiglio comunale - Fiera HIT show 2017

dalla pagina http://www.vicenzacapoluogo.it/fiera-hit-show-2017/



La nostra domanda di attualità presentata al Consiglio Comunale del 21/02/2017:


Premesso che:

  • La trasmissione “Presa Diretta” del canale televisivo nazionale La7, ha trasmesso in data 16 febbraio 2017, un servizio dedicato alla Fiera HIT SHOW mostrando immagini di minori, che seppur accompagnati da adulti maneggiavano le armi esposte nonostante l’espresso divieto del regolamento della citata Fiera.
  • La notizia dell’accesso dei minori alla Fiera HIT Show anno 2017 era già assurta alla cronaca nazionale con un durissimo articolo di Famiglia Cristiana dello scorso 13 febbraio che documentava l’accesso alle armi esposte da parte di minorenni, evidenziando che si tratta dell’unica Fiera di armi nell’Unione Europea, che espone anche armi da guerra e militari a cui sia permesso l’accesso ai minori.
[…]

I sottoscritti consiglieri comunali ricordando l’art. 2 dello Statuto del Comune di Vicenza “Pace e cooperazione” chiedono al Signor Sindaco e  all’Assessore Sala di:
–  conoscere il parere dell’Amministrazione sulla partecipazione dei minori,  anche se accompagnati, alla manifestazione HIT SHOW e sulla proposta di regolamento avanzata da OPAL e Rete Italiana per il Disarmo in generale,
– conoscere la volontà dell’amministrazione per proseguire il percorso intrapreso, in vista della manifestazione del 2018 con il fine di giungere ad un regolamento condiviso.
 
Leggi qui il testo integrale

domenica 19 febbraio 2017

Vicenza, 24 febbraio: Aldo Capitini, "antifascista maestro di nonviolenza"

"La figura di Aldo Capitini (1899-1968) merita di essere ricordata a Vicenza perché, con il suo pensiero e la sua pratica della nonviolenza, Capitini, negli anni ’30 e ’40, dopo essere stato allontanato da Giovanni Gentile dalla Scuola Normale di Pisa, di cui era segretario, è stato un maestro e un punto di riferimento per Antonio Giuriolo, per Antonio Barolini, per Enrico Niccolini ed altri giovani antifascisti vicentini. Negli anni ’50 ha dialogato a lungo con Rienzo Colla de La Locusta. Neri Pozza è stato il coraggioso editore vicentino del libro di Capitini Religione aperta, messo all’Indice dalla Chiesa di Pio XII". [Casa per la Pace, Vicenza]

Istituzione Pubblica Culturale
Biblioteca Civica Bertoliana
Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea “E. Gallo”
 
INVITO

Aldo Capitini

Un’alta passione, un’alta visione. Scritti politici 1935-1968,
a cura di Lanfranco Binni e Marcello Rossi,
(Firenze, Il Ponte Editore, 2016)

Attraverso due terzi di secolo Omnicrazia: il potere di tutti,
a cura di Lanfranco Binni e Marcello Rossi,
(Firenze, Il Ponte Editore, 2016)

Venerdì 24 febbraio 2017, ore 17.30

Biblioteca Civica Bertoliana
Salone di Palazzo Cordellina
Contrà Riale, 12 - Vicenza

Introduce
Giuseppe Pupillo (Presidente Biblioteca Bertoliana )

Intervengono:
Carla Poncina (Direttrice ISTREVI)
Adriana Chemello (Università di Padova)
Matteo Soccio (Casa per la Pace – Movimento Nonviolento)

Sarà presente il curatore Lanfranco Binni

Info׃ info@istrevi.it; casaperlapace@gmail.com

Castelgomberto, 10-17 marzo: Convegno su Don Lorenzo Milani

dalla pagina http://www.agoracastelgomberto.it/download/DonMilani.pdf




venerdì 17 febbraio 2017

Cattivi esempi: Fiera delle armi di Vicenza: “Venghino, bambini, venghino…”

dalla pagina http://www.famigliacristiana.it/articolo/fiera-delle-armi-di-vicenza-venghino-bambini-venghino/360553.aspx

13/02/2017  Volete educare vostro figlio alla “cultura delle armi”? Volete fargli desiderare l’ebbrezza di imbracciare un vero fucile o di una pistola semiautomatica? Per farlo, se vostro figlio è minorenne, avreste dovuto portarlo nella cittadina veneta. L’unica in Europa dove sono ammessi i minori

A Vicenza, dall’11 al 13 febbraio, si svolge l’unica fiera dell’Unione Europea in cui i ragazzini possono entrare e ammirare le novità in fatto di armi e munizioni, con tanto di «spazio esperienziale». A nulla sono valse le proteste della Diocesi, delle associazioni pacifiste e del mondo cattolico (dall’Azione Cattolica alle Acli, da Pax Christi all’Associazione Papa Giovanni XXII). È il mercato, bellezza!
Sì, infatti la città veneta incassa ospitando «i top brand del settore armi e munizioni», mirando «a diventare l’appuntamento di riferimento in Italia e in Europa per il comparto armiero made in Italy». HIT Show: un nome, un programma: è l’acronimo di Hunting, Individual Protection and Target Sports ma “hit” è il verbo inglese per “colpire” – è la più grande fiera internazionale per la promozione delle armi per il pubblico generalista, con 36.000 visitatori l’anno scorso (+16% rispetto al 2015) e 413 espositori italiani ed esteri. Non solo caccia e sport, ma anche pistole per la protezione personale. «Quest’anno», annunciano fieri gli organizzatori dell’Italian Exhibition Group, «la novità è la nuova edizione della canna».
Già nelle fiere degli anni scorsi (siamo alla terza), la Chiesa di Vicenza era in prima linea nell’esprimere
totale disappunto, sia con il settimanale diocesano La Voce dei Berici, sia con la Pastorale Giovanile e la Commissione per la Pastorale sociale. Va dritto al punto don Matteo Pasinato, che per la Diocesi guida quest’ultimo ufficio: «Far sapere quali e quanti danni provocano nel mondo le armi è un dovere educativo». Un’idea, però, non in linea con gli interessi economici di certi settori. Lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Riva, sulle pagine della Voce dei Berici, ha spiegato: «È necessario domandarsi che tipo di educazione la nostra società vuole trasmettere dando in mano a dei ragazzini degli strumenti volti all’eliminazione dell’altro. Quando si parla di educazione alla pace non si intende impedire ai bambini lo scontro nei rapporti con il prossimo, ma far capire che l’aggressività e la rabbia devono essere gestite in un’ottica di confronto, con lo scopo di arrivare a un epilogo sereno. Il litigio rappresenta il momento di riconoscimento del coetaneo. Le armi, invece, portano a un’unica e irrevocabile conclusione, ovvero alla soppressione fisica».

Quest’anno la battaglia si è concentrata proprio sulla presenza dei bambini. Sembrava si fosse arrivati a una svolta: dopo le richieste del fronte pacifista al Comune di Vicenza, che è azionista della Fiera ed è guidato dal sindaco Pd Achille Variati, gli organizzatori si erano impegnati a non far entrare i minori di 14 anni, scrivendolo pure nel Regolamento del Visitatore. Il triste epilogo lo racconta Giorgio Beretta dell’Osservatorio Opal di Brescia: «Su pressioni politiche del consigliere regionale Sergio Berlato (Fratelli d’Italia–An) e dell’associazione di cacciatori Convavi, è stato reintrodotto il permesso d’ingresso ai bambini». La decisione è stata tanto incredibile nella sua goffaggine quanto patetica e inaccettabile nella motivazione: si è trattato – hanno scritto gli organizzatori in un comunicato – di «un refuso dovuto a uno spiacevole equivoco».
Nel Regolamento in vigore, lo stesso degli anni scorsi, si fa «espresso divieto da parte dei minori di maneggiare le armi esposte». Eppure, nella pratica, le foto delle passate edizioni provano il contrario: i minori le maneggiano tranquillamente e anzi spesso sono gli addetti agli stand a porgerle. Spiega Giorgio Beretta: «Non è vietato dalle leggi italiane farli entrare, ma HIT è l’unico caso di un’esposizione nell’Ue dove ci sono tutte le tipologie di armi, tranne quelle propriamente “da guerra/militari”, a cui è permesso l'accesso ai minori. La maggior fiera di queste armi è l’IWA Outdoor Classic di Norimberga ma è riservata ai soli “operatori di settore” (non a cacciatori o sportivi). E in ogni caso lì è espressamente vietato l’ingresso ai minorenni».
L’appuntamento di Vicenza, inoltre, è stata l’occasione per proporre una cultura “pro-armi”, tra convegni e messaggi contro le “restrizioni” europee sul tema. Spiace che siano anche le istituzioni pubbliche – oltre al Comune, anche la Provincia di Vicenza e la Regione Emilia Romagna sono azionisti – ad avvallare questo messaggio diseducativo. Nell’articolo 2 dello Statuto Comunale di Vicenza si parla di pace e cooperazione: «Sarebbe bene fare qualcosa di più per concretizzare questo principio», ha detto don Pasinato. Viene in mente Papa Francesco quando dice: «Tutti parlano di pace, tutti dichiarano di volerla, ma purtroppo il proliferare di armamenti conduce in senso contrario. Possiamo unire le nostre voci nell’auspicare una nuova stagione di impegno coraggioso contro la crescita degli armamenti e per la loro riduzione».

 

mercoledì 15 febbraio 2017

Quel “patto col diavolo” tra l’Occidente e i finanziatori del terrore

dalla pagina http://www.lastampa.it/2016/06/11/vaticaninsider/ita/documenti/quel-patto-col-diavolo-tra-loccidente-e-i-finanziatori-del-terrore-xAVa5RMqkLoakjINpZG6VJ/pagina.html

Terrorismo wahabita, guerre, flussi finanziari, colossali compravendite di armi: in un libro di Fulvio Scaglione storia, dati e numeri su ciò che per ragioni di business le democrazie occidentali fingono di non vedere 

andrea tornielli

Roma - Pubblicato 11/06/2016

«La conclusione, inevitabile, è una sola: sappiamo, ma facciamo finta di non sapere. Continuiamo a parlare di lotta al terrorismo islamico, ai jihadisti, ma non interveniamo abbastanza sul denaro, cioè sul motore che tiene in vita e promuove quello stesso terrorismo. Ci teniamo stretti come amici proprio coloro che sostengono chi anima quella che molti di noi considerano addirittura una minaccia alla sopravvivenza della nostra civiltà. E li armiamo, li rendiamo sempre più potenti e, all’occorrenza, devastanti». È l’amara ma realistica conclusione a cui arriva il giornalista Fulvio Scaglione, inviato di guerra e conoscitore del Medio Oriente, nel suo ultimo libro: «Il patto con il diavolo» (BUR, pp. 208, 15 euro), un saggio a metà tra storia e cronaca che spiega «come abbiamo consegnato il Medio Oriente al fondamentalismo e all’Isis». Leggendo il saggio di Scaglione si comprende ancora meglio perché Papa Francesco, quando parla o viene interpellato sul terrorismo e sulla guerra, non ometta di citare spesso i trafficanti di armi, i flussi finanziari e una certa ipocrisia da parte di alcuni leader.   

Soldi e armi al fondamentalismo wahabita   L’autore fa notare ciò che è - o dovrebbe - essere sotto gli occhi di tutti: l’attuale terrorismo, quello dell’Isis e di Al Quaeda, ha origini nel fondamentalismo wahabita che ha ricevuto e riceve sovvenzioni e armi da finanziatori che abitano nei paesi considerati i migliori alleati dell’Occidente. Nel libro molto spazio è dedicato al ruolo dell’Arabia Saudita che storicamente ha sempre tenuto sotto controllo e stroncato certi movimenti fondamentalisti in casa propria, ma li ha foraggiati per destabilizzare altri Paesi islamici, com’è stato fatto ad esempio con la Siria di Assad. «Per decenni l’Arabia Saudita ha giocato su questo schema - scrive Scaglione - e per decenni i suoi alleati occidentali hanno accettato di sottoscrivere un patto con il diavolo di cui ignoravano le implicazioni, o convinti di trarne comunque un guadagno. Senza notare, o facendo finta di non vedere, quanto i due piani fossero intrecciati, perché proprio la spinta alla diffusione mondiale del radicalismo aggressivo insito nella variante wahabita dell’islam garantisce alla monarchia saudita la legittimità e il consenso necessari a conservare il trono e le ricchezze». 
continua

martedì 14 febbraio 2017

Avvenire: Vicenza. La fiera delle armi apre ai minori. Sale la protesta


Diego Motta, Avvenire, martedì 14 febbraio 2017 
 
L'Osservatorio: è la prima volta che accade in Europa. Le associazioni denunciano: un'operazione ideologico-culturale 

Una fiera merceologica? «No, un’operazione culturale». La manifestazione Hit Show dedicata alle armi e conclusasi ieri a Vicenza è diventata un caso politico. Il motivo? Si è trattato della prima rassegna europea aperta ai minori. Nonostante le rassicurazioni più volte arrivate dagli operatori. La denuncia è dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia, cui fanno riferimento una ventina di associazioni e diverse realtà del mondo cattolico locale. «Nel Vecchio continente non c’è un’altra manifestazione in cui sono esposte tutte queste tipologie di armi che permetta l’accesso ai minori, sia pur accompagnati – spiega Giorgio Beretta, anali- sta di Opal –. A Norimberga, da sempre evento leader nel settore, i divieti sono chiari e pubblicati sul sito. E anche a Vicenza, nel regolamento pubblicato inizialmente, la chiusura agli under 14 era stata messa nero su bianco. Bastava vedere il modulo di acquisto online dei biglietti».
Poi il quadro è cambiato: la precisazione dell’ente promotore della rassegna, l’Italian Exhibition Group, ha chiarito come la presenza fosse «consentita ai minori di 18 anni solo se accompagnati da persone di maggiore età. Nel regolamento diffuso nei giorni scorsi agli operatori – proseguiva la nota – era contenuto un refuso, di cui Italian Exhibition Group si scusa». Secondo la Rete Italiana per il Disarmo, che insieme all’Opal ha diffuso la notizia, dietro all’equivoco ci sarebbero state in verità le «pressioni di alcuni esponenti del mondo politico veneto e di alcune associazioni di categoria ». In realtà, nei mesi scorsi si era aperto un percorso di confronto tra le parti, concretizzatosi a ottobre in un convegno sulle armi che aveva messo intorno a un tavolo le istituzioni locali e nazionali (rappresentate in quest’ultimo caso dal viceministro all’Interno, Filippo Bubbico). «Erano state fatte delle proposte, anche impegnative in vista di questo appuntamento: dagli espositori ai visitatori, minori compresi» spiega Isabella Sala, assessore del Comune di Vicenza alla comunità e alla famiglia, con delega ai temi della pace. Poi tutto si è fermato, fino al cortocircuito di questi giorni. «Abbiamo svolto un ruolo di mediazione e vogliamo continuare a farlo – rivendica l’assessore – anche se prima dovremo chiarire cosa è successo». Quel che è venuto a mancare è stato un codice di responsabilità sociale condiviso da tutti sul controllo delle armi. Sia chiaro: non ci sono norme di legge che intervengono sulla materia, eppure il lavoro di moral suasion avviato nei mesi scorsi lasciava sperare in un accordo possibile, in particolare a tutela di ragazzi e bambini.
Oltre alle regole nuove che non hanno mai visto la luce, c’è poi «un dovere educativo – sottolineava domenica sul settimanale diocesano di Vicenza, 'La Voce dei Berici', don Matteo Pasinato, responsabile della Commissione diocesana per la pastorale sociale e del lavoro – : quello di far sapere quali e quanti danni provocano nel mondo le armi». Sullo sfondo, restano le altre accuse che la società civile locale ha rilanciato durante la manifestazione. «Escluse le armi da guerra, in questi giorni negli stand della fiera è stato possibile vedere di tutto – continua Beretta –. È evidente che siamo di fronte a una kermesse che va al di là del puro valore merceologico o industriale. È un’operazione ideologico-culturale». «Questa non è la fiera delle armi, ma il Salone internazionale della caccia, del tiro sportivo e della difesa personale» hanno replicato gli organizzatori, per cui la produzione manifatturiera è «collegata alle attività venatorie e del tiro sportivo» ed «è trattata nella massima sicurezza e in modo responsabile nell’interesse comune». La terza edizione di Hit Show (Hit sta per Hunting, Individual protection and target sports) ha registrato la presenza di quasi 40mila visitatori, provenienti da tutta Italia, con la partecipazione di clienti e acquirenti da 14 diversi Paesi.

domenica 12 febbraio 2017

Su Hit Show ...

da La Voce dei Berici, Domenica 12 febbraio 2017, p. 15

Claudio Riva, psicologo e psicoterapeuta, spiega quale impatto può avere per bambini e ragazzi il contatto diretto con le armi
«L’educazione è una responsabilità che riguarda tutti»
Anche quest’anno i minori potranno accedere all’evento accompagnati da un adulto
Anche quest’anno Hit Show, l’evento dedicato alle armi da caccia, tiro sportivo e difesa personale, ha portato con sé dubbi, perplessità e qualche moto di indignazione. E ancora una volta, il centro della questione è l’apertura del salone ai minori. O meglio il fatto che i bambini possano avvicinarsi alle armi esposte senza nessun tipo di contestualizzazione adatta alla loro età. Per cercare di capire che tipo di impatto ha una scelta del genere dal punto di vista educativo abbiamo posto qualche domanda a Claudio Riva, psicologo e psicoterapeuta, fra i redattori della rivista Conflitti.
Dottor Riva, qual è la sua posizione al riguardo?
«Quello delle armi è un tema molto complesso sul versante educativo. Mi lascia, ad ogni modo, parecchio basito che dei bambini possano girare liberamente, anche se accompagnati da un adulto, tra stand di pistole, fucili o munizioni. Le neuroscienze cognitive attestano che una completa maturazione dell’individuo avviene intorno ai 25 anni di età soprattutto per quanto riguarda la sfera dell’aggressività. E l’uso delle armi, appunto, è in stretta connessione con questa fase di maturazione della persona. È necessario domandarsi che tipo di educazione la nostra società vuole trasmettere dando in mano a dei ragazzini degli strumenti volti all’eliminazione dell’altro».
È una questione di strumenti quindi?
«Per un certo verso sì. Nell’età dello sviluppo vivere il “conflitto” è una fase importante per la formazione di quella che sarà poi la persona adulta. Quando si parla di educazione alla pace non si intende impedire ai bambini lo scontro nei rapporti con il prossimo, ma far capire che l’aggressività e la rabbia devono essere gestite in un’ottica di confronto, con lo scopo di arrivare a un epilogo sereno. Il litigio, infatti, rappresenta il momento di riconoscimento del coetaneo. Le armi, invece, portano a un’unica e irrevocabile conclusione, ovvero alla soppressione fisica”.
Nel caso di Hit Show, potrebbe essere d’aiuto organizzare delle occasioni di riflessione su quanti e quali danni provocano le armi nel mondo, accanto all’esposizione?
«Assolutamente si, perché tutto dipende da che tipo di impostazione scegliamo. Solo fornendo tutte le informazioni necessarie per capire, documentarsi e imparare diamo alle nuove generazioni gli elementi adeguati per creare la società di domani. La convinzione che i bambini o gli adolescenti, di qualsiasi età, siano in grado di interpretare il mondo da soli, senza filtri, è errata. E questo riguarda tantissimi aspetti della quotidianità, partendo dalla televisione o dal web per esempio. Se ragioniamo soltanto in termini di vantaggi economici o di business significa che non siamo capaci di essere buoni educatori, o non ci interessa esserlo. E questa è una responsabilità che riguarda tutti indistintamente».
Non mancano, però, gli sport anche per ragazzini in cui le armi sono protagoniste.
«L’ambito sportivo assume altre valenze. Lo sport, qualunque sia, ha sempre delle connotazioni positive. In questo caso è fondamentale anche la figura del genitore, che per il figlio diventa un esempio. Ognuno, sicuramente, è libero di fare le proprie scelte, e non si può assolutamente dire che chi pratica il tiro a segno durante l’infanzia diventerà una persona violenta in età adulta. Non ci sono dati in merito, però, per le proiezioni che si creano nella mente di un bambino sarebbe più opportuno incanalare le sue energie sportive in altre discipline. A volte crediamo che i nostri figli siano più grandi di quello che in realtà sono».
Oltre alle armi di Hit Show, esistono anche quelle virtuali. Sempre più giovani si appassionano a videogiochi di guerra, come spiega questa tendenza?
«Non credo sia possibile dare una spiegazione precisa. Nei videogame di guerra, così come in tutto il mondo virtuale c’è un distacco dalla realtà. Allo stesso tempo, però, la dimensione virtuale è talmente realistica che esercita un certo fascino. La cosa fondamentale è che non avvenga uno sconfinamento dei due “mondi” e in ogni caso per quanto riguarda i più piccoli è un fenomeno da tenere sotto controllo».
Come si può, quindi, educare alla non violenza?
«Non esiste una formula precisa ed è scorretto anche nascondere ai bambini ciò che accade attorno a loro. Il punto che tengo a ribadire sta nel modo in cui vengono a conoscenza di ciò che li circonda. Sicuramente si può fare con un insieme di azioni che non devono partire solo dalla scuola o solo dai genitori. Dev’esserci una sinergia per educare alla pace che li accompagna in tutta la fase evolutiva».
Lorenza Zago



da La Voce dei Berici, Domenica 12 febbraio 2017, p. 15

Tavolo etico e nuovo regolamento: “Due colpi mancati” Don Matteo Pasinato: «Non ci fermiamo»
La Pastorale sociale esprime da sempre dubbi sull’influenza diseducativa dell’evento
Hit Show è pronto a partire. Di pronto, però, non c’è ancora quel tanto richiesto e promesso codice di responsabilità sociale per regolamentare l’accesso dei minori alla manifestazione, che se accompagnati da un adulto possono entrare tranquillamente.
A sostenere la stesura del codice etico la Commissione diocesana per la pastorale sociale e del lavoro, guidata da don Matteo Pasinato, assieme a una ventina di associazioni non solo vicentine, che hanno più volte espresso preoccupazione per l’impatto diseducativo dell’evento. Ma a confermare il nulla di fatto è la stessa Isabella Sala, assessore alla comunità e alla famiglia: «Non siamo giunti a un nuovo codice di responsabilità, ma ci sono state delle sottolineature sotto questo punto di vista - dice -. Dal divieto di maneggiare le armi per chi non ha compiuto la maggiore età alla possibilità di accedere ad alcuni padiglioni solo per i minorenni che praticano il tiro sportivo con regolare tessera». Al momento di quest’ultima decisione nel regolamento on line di Hit Show per i visitatori non si dà notizia e si fa riferimento solo all’impossibilità per gli under 18 di toccare le armi. Ben inteso: la responsabilità di far rispettare questo divieto è tutta a carico degli accompagnatori. Sottolineature “leggere”, in sostanza.
Non sono mancate le speranze, però, quando lo scorso ottobre il Comune ha organizzato un convegno pubblico per discutere della situazione delle armi in Italia e in Europa con la partecipazione dell’allora presidente di Fiera Matteo Marzotto e anche del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico. «È stata un’importante occasione di confronto e con il gruppo che organizza Hit Show abbiamo instaurato un dialogo - precisa Sala -. Ma si tratta di un’azienda che ha una propria gestione e che, soprattutto, agisce secondo la legge». Il codice di responsabilità sociale, però, non è l’unico “colpo mancato”: durante il convegno, infatti, don Matteo Pasinato aveva proposto di istituire anche un tavolo bio-etico, radunando i vari portatori di interesse, per discutere di come inserire messaggi contro la violenza in un contesto del genere. E anche in questo caso si è ancora fermi alla sola proposta. «Come pastorale, oltre al nuovo regolamento, abbiamo chiesto di creare delle occasioni di confronto per cercare di diffondere dei messaggi di pace - spiega don Matteo -. Tra le nostre priorità anche il coinvolgimento delle scuole trasformando Hit Show in un’occasione educativa e non solo in un luogo in cui bambini e ragazzi possono muoversi liberamente e senza distinzioni tra pistole per la difesa personale, fucili da caccia e munizioni di ogni genere. Far sapere quali e quanti danni provocano nel mondo le armi è un dovere educativo». Un concetto, però, non in linea con gli interessi economici di certi settori, in particolare quello delle armi.
Niente codice e niente tavolo etico, insomma, ma nei giorni scorsi sembrava essersi mosso qualcosa. Per qualche ora gli operatori della manifestazione hanno avuto in mano un regolamento in cui si vietava l’ingresso al salone ai minori di 14 anni anche se accompagnati da un adulto. Subito si sono scatenate le reazioni più disparate a partite dal consigliere regionale Sergio Berlato che ha definito la scelta dell’Ente «vergognosa e inaccettabile». E infatti, poco dopo, è stata diffusa una nota firmata da Italian Exibition Group (la nuova società fieristica nata dall’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza, che ora gestisce il format): «Si precisa che l’ingresso a Hit Show, in programma nel quartiere fieristico di Vicenza dall’11 al 13 febbraio 2017, è consentito ai minori di 18 anni solo se accompagnati da persone di maggiore età. Nel regolamento diffuso nei giorni scorsi agli operatori era contenuto un refuso, di cui ci scusiamo. La gestione avviene nella massima sicurezza e in modo responsabile nell’interesse comune». Questo per il momento è quanto, ma don Matteo Pasinato non si dà per vinto: «Non ci sentiamo sconfitti, ci vorrà un impegno maggiore per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti per il bene dei più piccoli e di tutta la società – sottolinea -. Vorrei ricordare, però, che nell’articolo 2 dello Statuto Comunale si parla di pace e cooperazione e di conseguenza sarebbe bene fare qualcosa di più per concretizzare questo principio».
L. Z

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