COMUNICATO STAMPA
In
questi ultimi mesi non si fa altro che parlare di "loro",
contrapposti a "noi", "prima noi, poi loro",
"loro vengono per delinquere", "loro devono adattarsi
alle "nostre" regole".... Peccato che abbiamo
dimenticato così in fretta che, fin dalla seconda metà
dell'ottocento, "loro" eravamo "noi", migranti
economici che non hanno atteso che qualcuno venisse ad "aiutarli
a casa loro" ma hanno preferito avventurarsi verso l'ignoto
(paese, lingua, costumi sconosciuti) pur di offrire un futuro
migliore ai propri figli.
Un
processo migratorio, il nostro, ben conosciuto anche dai padri
costituenti tant'è che vi è un articolo (il 10) della nostra
Costituzione che recita al terzo comma: "Lo straniero, al quale
sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà
democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto
d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni
stabilite dalla legge".
Il
fenomeno a cui assistiamo oggi ha dei connotati diversi per numero di
persone che si muovono, per numero di paesi da cui scappano queste
persone, per totale assenza di politiche internazionali, sia di
accoglienza che di relazioni con i paesi di origine. E' un fenomeno
che deve essere innanzitutto capito e poi gestito: occorre capire che
per quanto riguarda i profughi siamo di fronte alla più grande
emergenza che abbia coinvolto l'Europa dopo la fine della seconda
guerra mondiale e che il problema dei migranti d'ora in poi sarà un
processo fisiologico. Per questo è importante che tutti noi
contribuiamo a pensare questo fenomeno in maniera sincera e leale
creando nei nostri territori, nella politica, nella vita della
comunità una mentalità nuova e lungimirante.
E'
tempo che le amministrazioni locali agiscano con determinazione su
due fronti, in primis su quello dell'accoglienza: le buone prassi non
mancano, neanche nel nostro paese; buone prassi che hanno evidenziato
che anche da un fenomeno apparentemente devastante si possono
scoprire ricchezze e valorizzare competenze anche a beneficio del
paese ospitante. Secondariamente il livello locale deve avere un
ruolo di stimolo e pressione, nei confronti del Governo, affinché
questo si faccia parte attiva nel consesso europeo per trovare una
soluzione a monte e soprattutto aiuti l'Europa a dare priorità a
questi temi e non solo a componenti o fattori economici, così come
del resto auspicato dalla recente dichiarazione "Più
integrazione europea: la strada da percorrere" sottoscritta lo
scorso 14 settembre a Roma dai Presidenti delle Assemblee
parlamentari di Italia, Germania, Francia e Lussemburgo. La nostra
città ha fatto molto in questa direzione, basti pensare anche alla
recente approvazione del Consiglio degli Stranieri, vera bandiera di
democrazia ed integrazione che si concretizzerà il prossimo 14
febbraio. Vicenza infatti può e deve fare molto altro: progetti di
accoglienza che diano dignità a queste persone e che
contemporaneamente sappiano costruire relazioni e offrano visione di
futuro. Tutti noi, anche chi non ci crede, ne avremo dei benefici e
soprattutto nessuno potrà accusarci un domani di aver commesso il
reato collettivo di omissione di soccorso.
Il Consiglio direttivo
Associazione civica Vicenza Capoluogo
Associazione civica Vicenza Capoluogo
per capire meglio le "politiche internazionali" e le "cause immediate e remote all'origine dei fenomeni migratori" leggi anche:
Svolta USA sulla #Siria: alcuni retroscena
[...]
(Che i bombardamenti USA che da un anno si susseguono sulla Siria non
avessero affatto annientato le forze dello Stato Islamico [ISIS o IS
o ISIL...], anzi, ma in compenso avessero contribuito a distruggere
le infrastrutture siriane e ad aggravare la situazione dei siriani, è
stato già osservato altrove. Con l’arrivo della Turchia la
situazione si è ulteriormente aggravata. E va tenuto conto che un
milione e più di profughi erano già ammassati ai confini della
Turchia, che decide a piacere quando farli entrare – ed
eventualmente fuggire: si è parlato di passaporti siriani in
vendita in Turchia per qualche centinaio di $, basta una richiesta e
una fotografia, un giornalista olandese ha fatto la prova e ci ha
scritto un pezzo. Ultima notazione: Assad ha lamentato che i
profughi sottraggono forze all’esercito siriano oltre che alla
futura ricostruzione della Siria) [...]
Immigrazione: consapevolezza del destino comune
un intervento del nostro presidente della repubblica Mattarella.
riferimenti del Magistero:
- Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, "L'emigrazione e il lavoro" in Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2004, nn. 297-298; 482.
- Giovanni Palo II, "Il lavoro e il problema dell'emigrazione" in Laborem exercens, 1981, n. 23.
- Paolo VI, "Diritto all'emigrazione" in Octogesima adveniens, 1971, n. 17.
- Giovanni XXIII, in "Diritto di emigrazione e di immigrazione" in Pacem in Terris, 1963, n. 12.