venerdì 25 dicembre 2015

Vicenza, 1° gennaio: Cammino di Pace 2016

La Pace cammina sul mare

In occasione della 49° Giornata mondiale per la Pace dal titolo «Vinci l’indifferenza e conquista la pace» tutte le persone della Diocesi sono invitate all’appuntamento del Cammino di Pace, con il vescovo Beniamino

In questo tempo la Pace sembra quasi naufragare: tutti i giorni sbarchiamo nella vita sempre più instabile, dove l’indifferenza sembra travolgere perfino tutto il creato...
 

Il filo conduttore del mare è stato scelto dalla commissione diocesana per la pastorale sociale, lavoro, giustizia e pace. cura  del creato, come immagine riassuntiva del nostro tempo. Dagli sbarchi attraverso il mare, al mare di pazzia che ci inzuppa la mente e il cuore, fino a quel racconto del mare nella Bibbia, che si apre davanti ad un popolo perché possa attraversarlo a piedi asciutti verso la libertà (Esodo 14).
 

Saranno 3 le tappe del cammino, che partirà alle 15.00 dal piazzale della chiesa del Cuore Immacolato (S. Bortolo, vicino all’Ospedale), si fermerà in piazza dei Signori e si concluderà in Cattedrale. 

Attraverseremo una porta giubilare significativa, sosteremo nella piazza e mediteremo sui piedi che passano all’asciutto attraverso il Mar Rosso. Sono “3 P” che ci introducono alla quarta P, quella della Pace!

In cattedrale ascolteremo il nostro vescovo Beniamino e alcune testimonianze (dalla terra calda di Palestina) di chi non si è rassegnato all’indifferenza.

Inizio ore 15.00 presso la chiesa del Cuore Immacolato a S. Bortolo, Vicenza

Lettera di Natale 2015 del vescovo Beniamino

mercoledì 23 dicembre 2015

Natale del Signore

dalla pagina http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=4717

Dio viene come un bambino: un neonato non può far paura,
si affida alle tue mani, vive solo se qualcuno lo ama.
Così le madri fanno vivere i loro figli: li nutrono di latte e di sogni,
ma prima ancora di amore. Gesù vivrà perché è amato.
E oggi Dio vive tra noi per il nostro amore.
Vive lì dove tu abiti, solo per il tuo amore.
Ora sta a noi aiutare Dio a essere vivo in questo mondo (Etty Hillesum),
a incarnarsi ancora in queste case, in queste strade, in questa città.
  Nasce in quegli uomini che vogliono diventare tanto piccoli
e tanto liberi da essere incapaci di aggredire, di odiare, di minacciare.
Nasce solo in uomini che vogliono essere tanto piccoli,
tanto liberi da pensare con il cuore.
E assurdo questo? Forse sì. Forse è anche illogico.
Ma la vita del cristiano è comprensibile
solo se in essa c’è qualcosa di incomprensibile (Simone Weil),
un di più, un sogno, un angelo, una croce, un presepio.

Ermes Ronchi

martedì 22 dicembre 2015

Un caro ricordo di Don Venanzio

- Mons. Venanzio Rigoni -

testimone fedele e appassionato dell'amore di Gesù Cristo per gli uomini, amore che ha saputo tradurre concretamente nella ricerca del bene comune e di giustizia sociale innanzitutto a favore di chi nella società non conta o conta poco

I preti della tradizionale Lettera di Natale ragionano sul Giubileo della misericordia e su cosa fare concretamente per i migranti

dalla pagina http://www.noisiamochiesa.org/?p=4586

Lettera di Natale 2015 - Vivere la Misericordia
Presentata il 22 dicembre al Centro Balducci
Ci rivolgiamo a voi per condividere nell’accoglienza e nell’amicizia reciproche esperienze, interrogativi, speranze, per cercare di contribuire con parole e segni a un’umanità più umana e a una Chiesa più evangelica. Condividiamo con tante persone la fede in Gesù di Nazareth e con tutte le donne e gli uomini di buona volontà l’anelito e la dedizione per un mondo di libertà, di giustizia e pace.
 
Un tempo particolare
Viviamo un tempo di particolare intensità e di cambiamenti straordinari che in pochi decenni renderanno il nostro mondo profondamente diverso, soprattutto per la presenza e la necessaria convivenza fra donne e uomini provenienti da tutti i luoghi del Pianeta e per l’urgenza drammatica di proteggere e custodire la Madre Terra e tutti gli esseri viventi. Come evidenzia papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ in cui il grido dei poveri e il grido della terra “si uniscono in un unico grido” che ci provoca, ci interpella e ci chiede risposte urgenti, non più rinviabili. In tale contesto papa Francesco ha indetto “Il Giubileo straordinario della Misericordia” per la Chiesa come segno per tutta l’umanità, nel 50° anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

 
La misericordia dimensione e pratica indispensabile per l’umanità
La Misericordia è la rivelazione e l’incarnazione dell’Amore di Dio: la sua presenza, il perdono per ogni persona, per l’umanità intera, con attenzione particolare ai poveri, ai deboli, ai sofferenti. La misericordia di Dio si è rivelata nella storia, nella persona, nelle parole e nei gesti di Gesù di Nazareth, che con la sua quotidiana presenza continua a coinvolgerci e a sollecitarci alla compassione.

 
Francesco, vescovo di Roma, segno di misericordia
Ancora una volta esprimiamo profonda gratitudine a Francesco per le sue parole e i suoi gesti in un momento particolarmente difficile per lui a causa delle vicende che riguardano il Vaticano e la lontananza di chi nella Chiesa si riferisce al suo insegnamento con distacco e arroganza. Francesco cerca di liberare la Chiesa dal potere nelle sue diverse espressioni, dall’apparato religioso che nasconde incoerenze, infedeltà e corruzione.


Il fondamento è il Vangelo
Nella complessità del momento storico, ribadiamo come fondamento e guida il Vangelo di Gesù di Nazareth, da cui ci sentiamo ogni giorno di ripartire e a cui sempre ritornare, sperimentandone lo straordinario e consolante coinvolgimento nelle scelte della nostra vita.

 
La sola Chiesa credibile
La sola Chiesa credibile a cui ci sentiamo di appartenere è quella del Vangelo di Gesù, del Concilio Vaticano II, dei profeti e dei martiri, di tante donne e tanti uomini credenti, umili e credibili, di papa Francesco: misericordiosa perché cerca di seguire il Dio della Misericordia, di cui vive l’esperienza. Desideriamo condividere con voi alcuni momenti significativi di incontro.

 
Il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia
La famiglia e la coppia umana, assunte nella molteplicità delle loro situazioni, sono le vere destinatarie della misericordia: i divorziati risposati non sono più considerati pubblici peccatori, ma “battezzati, sono fratelli e sorelle, lo Spirito Santo riversa in loro doni e carismi per il bene di tutti” mentre si vedrà come “possono essere superate le diverse forme di esclusione di cui oggi sono gravati” in ambito liturgico e in ogni altra dimensione ecclesiale. Nei confronti dei fratelli e sorelle omosessuali sono stati espressi attenzione, accoglienza, rispetto, valorizzazione.

 
L’assemblea della Chiesa italiana a Firenze
Il 10 novembre 2015 papa Francesco nella sua riflessione ha delineato le qualità imprescindibili della Chiesa italiana. Il primo sentimento è l’umiltà: l’ossessione di preservare la propria gloria, la propria ‘dignità’, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. Un altro sentimento è il disinteresse: dobbiamo cercare la felicità di chi ci sta accanto. L’umanità del cristiano è sempre in uscita, non è narcisistica, autoreferenziale. “Evitiamo di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli”. (Evangelii Gaudium, 49). Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria, qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. Un ulteriore sentimento di Cristo Gesù è quello della beatitudine: il cristiano è un beato, ha in sé la gioia del Vangelo. Due sono le tentazioni che la Chiesa italiana deve affrontare. Coperta dall’apparenza di un benessere c’è la fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte; nell’assunzione di uno stile di controllo, di durezza, di normalità. Davanti ai mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno la capacità di essere significative. La dottrina cristiana non è un sistema chiuso, incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Non ha un volto rigido, ha un corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo. È importante procedere con genio e creatività, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. La seconda tentazione è quella di confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la tenerezza della carne del fratello. Bisogna mettere in pratica; se non si conduce la Parola alla realtà, si costruisce sulla sabbia, si rimane nella pura idea, si degenera in intimismi che non danno frutto. Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte. I due pilastri sono per noi le beatitudini e le parole del giudizio finale: ho avuto fame e sete, ero ammalato, carcerato, forestiero, denudato dai vestiti e della dignità e voi mi avete incontrato se siete stati solidali o non mi avete incontrato se siete stati indifferenti. Due raccomandazioni soprattutto: inclusione dei poveri e capacità di incontro e dialogo. Noi cerchiamo di vivere questa Chiesa.

 
Il patto delle catacombe
Rinnoviamo anche noi in questo Natale 2015 il patto delle catacombe che il 16 novembre 1965, pochi giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II, una cinquantina di padri conciliari hanno dichiarato nella celebrazione dell’Eucarestia nelle catacombe di Domitilla a Roma. Il 16 novembre 2015 a Napoli gruppi e comunità, donne e uomini fra cui anche padre Alex Zanotelli e don Luigi Ciotti hanno rinnovato questo patto a cui aderiamo e invitiamo ad aderire.

Prima di tutto, Signore, ti vogliamo chiedere perdono. Siamo consapevoli che, attraverso il nostro stile di vita, siamo causa di tanta sofferenza dei nostri fratelli e sorelle, dell’oppressa e devastata terra.

  • Ci impegniamo a fare l’opzione dei poveri, degli esclusi, degli ‘scarti’ della società, a riconoscere in loro la ‘carne di Cristo’, Sacramento vivo della sua Presenza, “a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro.”
  • Ci impegniamo, affinché la nostra azione pastorale porti i poveri a sentirsi a ‘casa loro’ nelle nostre comunità, e a essere al centro della nostra attenzione.
  • Ci impegniamo, davanti a Te, Unico Signore, in questa società che adora l’idolo del denaro, a non arricchirci, a non possedere, a condividere quello che abbiamo.
  • Ci impegniamo, in questo momento storico, all’accoglienza dei fratelli e delle sorelle, che fuggono da situazioni di ingiustizia e di morte, perché fare spazio a loro è farlo a Cristo: mettendo a disposizione le nostre case, chiese e conventi.
  • Ci impegniamo quindi, a uno stile di vita sobrio in tutti gli ambiti della nostra vita, nell’abitazione, nel cibo, nell’abbigliamento, nei mezzi di trasporto e nelle nostre chiese: evitando l’usa e getta, privilegiando l’usato e il circuito corto e naturale, riciclando e recuperando i rifiuti.
  • Ci impegniamo, in solidarietà con i poveri, a rimettere in discussione il nostro sistema economico-finanziario, ‘nuova e spietata versione del feticismo del denaro’, i cui effetti devastanti tocchiamo con mano sostenendo in maniera nonviolenta, nella nostra azione pastorale, i movimenti popolari che si impegnano a favore dei diritti fondamentali dell’essere umano, ‘cibo, acqua, salute, lavoro, casa, terra, istruzione’, ma anche contro le enormi spese militari che producono sempre più guerre.
  • Ci impegniamo, a utilizzare nella nostra quotidianità fornitori di servizi bancari che scelgono la finanza etica e alternativa, che combattono la speculazione, che non favoriscono il riciclaggio dei capitali nei paradisi fiscali, frutto di criminalità o di evasione e che non investono in attività, come l’industria delle armi, che causano sofferenza e morte.
  • Ci impegniamo a ‘curare la nostra casa comune’ accettando la sfida di Papa Francesco che, di fronte alla ‘grave crisi ecologica’ causata dall’uomo e che sarà pagata dai poveri, ci chiama a una conversione ecologica basata su relazioni sane ‘con il mondo che ci circonda’.
  • Ci impegniamo a costruire comunità cristiane ‘in uscita’, aperte alla mondialità, all’inclusione, al dialogo ecumenico e interreligioso, profondamente missionarie e profetiche.
  • Ci impegniamo a lottare contro ogni forma di violenza, di sopraffazione e di cultura mafiosa che genera criminalità organizzata, corruzione, inquinamento ambientale e morte.
  • Ci impegniamo a far conoscere questo Patto chiedendo ai nostri fratelli e sorelle di vigilare su questa nostra scelta aiutandoci con la preghiera e la comprensione.
Alcune questioni dirimenti
Desideriamo ancora approfondire e condividere con voi esperienze, dolori, speranze, convinzioni su alcune questioni decisive, dirimenti presenti nella storia attuale e anche nei vissuti delle nostre Regioni e delle nostre comunità.

Nonviolenza e costruzione della pace
Rinnoviamo la nostra scelta convinta della nonviolenza attiva e della costruzione lenta, operosa, indispensabile di una cultura e di una pratica della pace. Le armi e i bombardamenti non risolvono le gravi questioni aperte ma invece le alimentano e provocano rancore, odio, determinazione alla vendetta. Il terrorismo è frutto anche della guerra e quindi non può essere risolto con la guerra. Papa Francesco ci guida a giudicare le armi e la guerra come guadagno vantaggioso di alcuni e come morte di tanti altri. La spiritualità, la cultura, la trattativa, la politica, la cooperazione sono le strade della pace. L’isolamento dei terroristi, la perseveranza nella volontà e nelle decisioni di bene, sono state incoraggiate in modo luminoso per tutta l’umanità dagli atteggiamenti e dalle parole di familiari delle vittime di Parigi, all’opposto di altri speculatori perfino del dolore che hanno espresso parole e atteggiamenti indegni di un paese democratico e civile, identificando tutti i fedeli della religione musulmana in terroristi e distanziandosi da ogni possibilità di incontro, dialogo, convivenza. Per noi è fondamentale partire dalle vittime di Parigi e di ogni altro luogo del Pianeta e dal dolore straziante dei loro familiari e amici. Il dolore per tutte le vittime condiviso può favorire la cultura della pace.

I migranti
La questione dei flussi migratori ha assunto dimensioni e presenze di particolare intensità su tutto il Pianeta. Un fenomeno che ci provoca a guardare con verità le cause, cioè: guerre, povertà, cambiamenti climatici e ambientali, che ci sollecita a rompere le nostre complicità con queste cause e a favorire progressivamente situazioni di giustizia: nel contempo a progettare un’accoglienza dignitosa nei suoi diversi aspetti. Constatiamo con amarezza l’inesistenza dell’Europa dei popoli, l’assenza di cultura e di etica e come conseguenza di progettualità e di decisioni politiche e legislative: i muri, i fili spinati, le violenze sulle persone che abbiamo visto in questi mesi, e che continuano, contravvengono a ogni diritto umano. Anche nel nostro Paese è carente e parziale una progettualità sull’accoglienza. Ci sentiamo di esprimere gratitudine alle tante persone che nella Chiesa e nella società in genere in questi mesi hanno dimostrato il volto migliore del nostro Paese e delle nostre comunità cristiane; in particolare per quanto riguarda la Regione Friuli Venezia Giulia alle persone volontarie che a Udine, a Pordenone, a Trieste e a Gorizia durante tutti i giorni e tutte le notti di quest’anno 2015 si sono prodigate in modo ammirevole, con generosità e gratuità per accogliere, sostenere con gesti concreti per rispondere ai bisogni primari delle persone, di centinaia di profughi altrimenti abbandonati a se stessi, a dormire all’addiaccio. Se questa condizione conferma sempre una violazione dei diritti umani fondamentali, ora, con il periodo invernale, si aggrava a causa del freddo, con pericolo per la salute e la vita stessa. La presenza dei volontari evidenzia in modo clamoroso l’assenza delle istituzioni: il progetto di accoglienza diffusa della regione non può configurarsi in un documento scritto e in esortazioni generiche ai comuni ad accogliere maggiormente, ma dovrebbe diventare coinvolgimento di soggetti disponibili e competenti, programmazione sostenuta a livello culturale, etico e organizzativo. Per noi è inammissibile che persone italiane e straniere siano costrette a dormire all’addiaccio, in una regione ricca di possibilità economiche e professionali, di pratiche di buona accoglienza, di luoghi recettivi o da rendere tali in breve tempo. Nello stesso tempo si deve evidenziare con tristezza la scarsa disponibilità all’accoglienza dei comuni della Regione Friuli Venezia Giulia: pare proprio che la memoria storica dell’emigrazione poco o nulla insegni e neanche l’esperienza di solidarietà nel periodo successivo al terremoto, di cui nei prossimi mesi si vivrà il ricordo del 40° anniversario. In posizione difensiva gli esponenti della politica regionale affermano che il problema non esiste, perché le persone non accolte sono quelle che eccedono il numero stabilito dal piano di accoglienza del Ministero. Se questo programma fosse attuato non ci sarebbero persone in strada. Ci si permette di evidenziare l’incongruità umana ed etica di questa affermazione: le persone non sono mai numeri, né eccedenze e come tali devono essere trattate comunque e sempre, in qualsiasi situazione e per qualsiasi periodo. Siamo molto delusi e critici per questa incapacità e per questo atteggiamento difensivo, per la mancanza di confronto e per il rifiuto di suggerimenti. Non entriamo nel merito se e come le comunità parrocchiali della nostra regione abbiano accolto l’invito di papa Francesco rivolto a tutte quelle dell’Europa. Ciascuna, a cominciare da quelle in cui viviamo come preti, risponderà al Vangelo di Gesù: “Ero forestiero e mi avete, o non mi avete accolto”. La nostra società e la nostra Chiesa nei prossimi decenni saranno profondamente diverse soprattutto per la convivenza di tante persone di cultura e fede religiosa diversa: infatti stanno arrivando i rappresentanti non di una o di qualche comunità o popolo, ma dall’umanità intera. Dipenderanno da noi, dalla cultura, dall’etica, dalla politica, dalla legislazione che oggi e nei prossimi mesi e anni sapremo esprimere la configurazione e la qualità di questa convivenza. Un compito immenso, arduo, ma possibile: del resto l’unico degno dell’umanità. Si sono accese nuovamente polemiche sulla presenza di simboli religiosi nelle scuole. Noi esprimiamo la convinzione dell’importanza di affermare la laicità, come dimensione di partenza per tutte le persone nelle scuole, nella politica, nelle istituzioni. L’autentica laicità garantisce il pluralismo delle culture e delle fedi religiose diverse. Consideriamo una grande possibilità storica, in termini religiosi una ‘grazia’ che le aule scolastiche diventino un laboratorio permanente dell’incontro fra le diversità, nella conoscenza, nel rispetto, nella reciprocità che arricchisce. I simboli e i canti religiosi delle diverse culture e fedi possono quindi diventare un’educazione continua, con attenzione a ciascuno di essi nei diversi momenti dell’anno scolastico. Avvertiamo tutto il resto come povertà culturale e spirituale e anche come grossolana strumentalità.

La cura della Madre Terra
Ci troviamo in un momento critico ed estremo della storia nel quale l’umanità è chiamata a scegliere il suo futuro: o stringiamo un’alleanza globale per prenderci cura della terra e gli uni degli altri o potremo assistere alla distruzione della nostra specie e della biodiversità. Le conseguenze della padronanza assoluta e dell’utilizzo strumentale e devastante da parte dell’uomo sono drammatiche; l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco è un messaggio straordinario di denuncia, di proposte, di coinvolgimento personale e comunitario, spirituale e politico per cambiare radicalmente il paradigma da quello della conquista, del dominio, dello sfruttamento a quello ormai imprescindibile, senza alcun alibi o rinvio, della relazione che sollecita alla cura e alla responsabilità. La proposta è di un’ecologia integrale che comprende le questioni sociali economiche ed ambientali, quelle spirituali e politiche, gli stili di vita e l’impegno al cambiamento. Siamo parti di un tutto, in una stretta interdipendenza fra persone e ogni espressione della vita.

La Giustizia
In questa ecologia integrale una dimensione fondamentale è la giustizia che deriva dalla dignità stessa delle persone, delle comunità, dei popoli. Senza giustizia non ci sono pace, libertà, uguaglianza, democrazia. “Ascoltiamo tanto il grido della terra, quanto il grido dei poveri perché i gemiti della terra si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo” (Laudato si’, 53). La corruzione e l’evasione fiscale sono diffuse e ramificate in modo impressionante: condividiamo con voi tutti l’esigenza di essere noi giusti per pretendere e gridare giustizia per i poveri di questa società e di tutto il Pianeta; gridare contro la cultura dello scarto che non solo impoverisce ma che anche elimina i poveri come scarti: lo scarto delle persone, del cibo e di tanti altri elementi diventano un unico e terribile scarto.

I carcerati
Sentiamo che vivere la misericordia ci coinvolge nella storia di ogni persona che incontriamo, perché è stata ed è usata misericordia dal Dio di Gesù. Nella misericordia trovano un’attenzione particolare i detenuti nelle nostre carceri, proprio perché per loro non c’è misericordia. Nella nostra società si vive tendenzialmente una propensione all’esclusione di chi ha sbagliato, alla reclusione in un mondo separato, al disinteresse per le storie delle persone. Sembrano prevalere piuttosto l’odio, il desiderio di vendetta, la logica del capro espiatorio, la dichiarazione di insignificanza e di mancanza di futuro. Nel constatare il fallimento delle carceri per come sono strutturate condividiamo con voi l’esigenza di una nuova cultura nel rapporto con chi ha sbagliato e con le loro vittime; nel prefigurare e poi attuare pene alternative al carcere, riparative, significative per l’umanizzazione che portano.

La celebrazione del Giubileo
Se la misericordia è costitutiva e permanente l’anno del Giubileo ad essa dedicato può diventare un tempo favorevole di riflessione, preghiera e impegno aperti all’umanità tutta, per comunicare e condividere accoglienza, riconoscimento umano, ascolto, compassione, perdono. Abbiamo colto con gioia il segno di Francesco di aprire la porta del Giubileo nel cuore dell’Africa. E’ l’apertura all’Africa, alle sue popolazioni, alle violenze e alle morti, alle speranze di riconciliazione e di futuro, alla ricchezza delle culture e delle fedi religiose, delle resistenze e dei progetti. Una porta semplice, di legno, profondamente significativa. In questo suo ultimo viaggio papa Francesco ha continuamente esortato a trasformare le negatività in situazioni positive, l’odio in amore, la guerra in pace, il potere in servizio, i muri in orizzonti, gli ostacoli in opportunità. Questo significa aprire le porte agli altri. Nell’anno del Giubileo alcuni simboli chiameranno a riflessione e indicheranno percorsi. Speriamo che siano percepibili, coinvolgenti e comunque provocatori di riflessione, di incontri, di confronti, di scelte operative rispetto alle grandi questioni della giustizia, della pace, della accoglienza, del perdono, della salvaguardia del Creato. Ad esempio sarebbe importante che nelle nostre Diocesi le ‘Porte Sante’ non fossero solo quelle delle cattedrali e delle basiliche, importanti certo, ma prevedibili e quasi ‘scontate’ ma ad esempio quelle di un carcere, di un luogo di accoglienza per i migranti, come a Udine Casa Immacolata fondata da don Emilio De Roja, a Trieste la Risiera di San Sabba e il dormitorio gestito dalla Comunità di San Martino al Campo, a Gorizia il luogo dove passava il confine e quello in cui Franco Basaglia ha iniziato la sua straordinaria rivoluzione della psichiatria; a Pordenone quella di una cooperativa sociale, un’abitazione per disabili e la casa di accoglienza “Oasi 2” per carcerati, la porta della base di Aviano, ora inaccessibile ma indicata come esigenza di costruire la pace; a Vicenza la porta antistante la base militare statunitense di Longare, dove da trent’anni, tutte le domeniche, un gruppo di operatori di pace sosta in silenziosa preghiera per il disarmo, per la cessazione di tutte le inutili stragi e perché possa finalmente fiorire la pace. La Porta Santa può essere dovunque le persone vivono, amano, soffrono, sono disponibili, vivono disperazioni e speranze e sempre desiderio di accoglienza, amore e comprensione. La Misericordia ci viene da Dio ed è per tutte le persone; a noi il compito di esprimere parole e segni credibili, con fiducia e perseveranza. Desideriamo in conclusione, testimoniare ancora una volta la nostra totale adesione al Vangelo di Gesù, perché essa continua a donarci gioia e speranza, sentimenti che, seppur nella difficoltà del tempo presente, continuano ad illuminare la nostra strada. Cammino che vogliamo condividere, nella luce del Natale, con tutti gli uomini e con tutte le donne di buona volontà.


I preti firmatari: Pierluigi Di Piazza, Franco Saccavini, Mario Vatta, Pierino Ruffato, Paolo Iannaccone, Giacomo Tolot, Piergiorgio Rigolo, Renzo De Ros, Luigi Fontanot, Alberto De Nadai , Albino Bizzotto, Antonio Santini

martedì 15 dicembre 2015

Barbara Honegger - "Dietro la cortina di fumo"

Barbara Honegger ha lavorato all'interno dell'Amministrazione USA e poi come giornalista investigativa esperta di questioni militari, sempre a contatto con la stampa di casa al Pentagono. In occasione del 'Convegno contro la Guerra per un’Italia neutrale per un’Europa indipendente', tenutosi a Roma il 20 ottobre 2015, ha rilasciato un'intervista a Pandora TV. Pino Cabras le ha chiesto di introdurre i temi principali del suo film 'Behind The Smoke Curtain: What Happened at the Pentagon on 9/11, and What Didn't, and Why it Matters' ('Dietro la cortina di fumo, cosa accadde al Pentagono l'11/9 e cosa non accadde, e perché conta', ndt). Fra i temi affrontati, le tante esercitazioni militari che riproducevano fedelmente proprio quel che stava accadendo.

video intervista: https://www.youtube.com/watch?v=wsxaZ3prWUU
video relazione completa: https://www.youtube.com/watch?v=XFqigL3Bumo

lunedì 14 dicembre 2015

"Restiamo umani"

video https://www.youtube.com/watch?v=yKi_ng1w3t0

Raymond McGovern, intervento tenuto al Parlamento Europeo il 1° dicembre 2015 all'interno del IX Forum Russo-Europeo. 

Raymond McGovern è stato un analista della CIA dal 1963 al 1990 ed è tra i fondatori del gruppo dei “Veterani Professionisti dell’Intelligence per il Buon Senso”.

venerdì 11 dicembre 2015

primolunedìdelmese

Anno XVIII - incontro n. 138
14 Dicembre 2015 - ore 20:30
presso la Cooperativa Insieme, via Dalla Scola 253, Vicenza
- Parcheggio adiacente. Si raccomanda puntualità ! -
Parigi 2015: COP21-CMP11 
 

Che tempo farà
Un misto di speranze, ansie, timori, cautele accompagna la conferenza sul clima in corso a Parigi. Non potrebbe essere diversamente: ne va del futuro del pianeta! All'indomani della sua conclusione, cercheremo di tracciare un bilancio a caldo dei suoi risultati, dalla viva voce di una testimone diretta del cruciale evento
Veronica Caciagli
co-fondatrice e presidente dell'Italian Climate Network, si occupa di giornalismo ambientale, comunicazione web, in particolare di social network; ha lavorato in campo diplomatico (in ambito climatico ed energetico) e collaborato a progetti per la 

riduzione delle emissioni di CO2

domenica 6 dicembre 2015

Perché gettare benzina sul fuoco?

dalla pagina https://www.change.org/p/la-pace-ha-bisogno-di-te-sostieni-la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/u/14488842?tk=WkkP-OV5dqDhByYmZI327toUNMLfw_7KLwWQ_TOBjzo&utm_source=petition_update

L'espansione NATO trascina l'Europa alla guerra 

La decisione del Consiglio Nord Atlantico di invitare il Montenegro a iniziare i colloqui di accesso per divenire il 29° membro dell'Alleanza, getta benzina su una situazione già incandescente. Tale decisione conferma che la strategia USA / NATO mira all'accerchiamento della Russia. 


Il Montenegro, l'ultimo degli Stati nati dallo smantellamento della Federazione Jugoslava con la guerra NATO del 1999, ha, nonostante le sue piccole dimensioni, un importante ruolo geostrategico nel Balcani. Possiede porti utilizzabili a scopo militare nel Mediterraneo e grandi bunker sotterranei che, ammodernati, permettono alla Nato di stoccare enormi quantità di munizioni, comprese armi nucleari.

Il Montenegro è anche candidato a entrare nell'Unione Europea, dove già 22 dei 28 membri appartengono alla NATO sotto comando USA. Nonostante che perfino l'Europol (l'Ufficio di polizia della UE) abbia messo sotto inchiesta il governo di Milo Djukanovic, perché il Montenegro è divenuto il crocevia del traffico di droga dall'Afghanistan all'Europa e il più importante centro di riciclaggio di denaro sporco.


continua

giovedì 3 dicembre 2015

Movimento Gocce di Giustizia: 20 anni di impegno per una cultura di giustizia

presso i Missionari Saveriani, viale Trento 119, Vicenza

L'evento del 5 Dicembre per celebrare i 20 anni di impegno del Movimento Gocce di Giustizia inizia alle ore 15:00 con la proposta dei seguenti laboratori animati da varie associazioni:

1. Movimento Gocce di Giustizia: la boicottega per educare al consumo critico, dove si può fare un test per capire il proprio profilo di consumatori;
2. Commissione Nuovi Stili di Vita della diocesi di Padova: i semi dimenticati per conoscere la biodiversità di madre terra e come valorizzare i semi dimenticati;
3. Cooperativa Maninpasta: autoproduzione del pane;
4. Movimento della decrescita felice (gruppo Padova): autoproduzione del sapone;
5. Gruppo Metodo giovani: azioni interattive sulla problematica giovanile e sull'economia di giustizia.
6. Associazione Via Firenze 21: ciclo del forno (simbolismo spirituale del forno)
7. Rete Nulla avviene per caso : come costruire un rete a servizio del sociale.

L'evento continua con il convegno alle ore 17:00 e termina con il concerto serale.
Programma:

15.00 – 17.00: apertura di laboratori interattivi con le associazioni presenti

17.00-19.00: convegno
presentazione dei 20 anni di impegno (Adriano Sella: il promotore del movimento)
relazione di Maurizio Pallante (fondatore del movimento della decrescita felice)
testimonianze

19.30: buffet con prodotti bio, a km0, equo e solidali

20.30- 22.30: concerto di giustizia con i gruppi musicali Voci Contro e IreblA, e con la presenza del cantautore Davide Peron

Movimento Gocce di Giustizia: http://www.goccedigiustizia.it/
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/goccedigiustiziavi/

mercoledì 2 dicembre 2015

L’Africa all'Europa: smettete di sfruttarci e si fermerà l’emigrazione


di Letizia Pascale 

Al vertice di Valletta i Paesi africani fanno presente che se le risorse naturali venissero pagate al giusto prezzo e le multinazionali straniere non evadessero il fisco, non ci sarebbe più bisogno di aiuti allo sviluppo.

continua 

leggi anche 
  • Terrorismo, tutte le responsabilità dell’Occidente
    [di Jeffrey D. Sachs] I recenti attacchi terroristici sono la conseguenza delle ripetute azioni militari americane ed europee adottate in Medio Oriente, Africa e Asia per sovvertire i governi in carica ed installare regimi conformi agli interessi occidentali.
  • Come la NATO sostiene l’ISIS
    [di Nafeez Ahmed] I leader occidentali hanno promesso di «distruggere» l’ISIS. Ma allora perché continuano ad ignorare il sostegno militare e finanziario offerto al gruppo terroristico da vari regimi alleati dell’Occidente, e perfino dalla stessa NATO?

martedì 1 dicembre 2015

L'invasione da parte degli USA e l'occupazione dell'Iraq ha favorito la nascita di Daesh (lo Stato Islamico)

dalla pagina http://www.presstv.ir/Detail/2015/12/01/439897/US-invasion-of-Iraq-Saddam-Hussein-ISIL-Daesh-Michael-Flynn

Così ha dichiarato un ex comandante statunitense. 
Michael Flynn, ex-comandante delle forze speciali in Afghanistan e Iraq, ha detto che se non ci fosse stata la guerra all'Iraq da parte degli USA, Daesh oggi non esisterebbe. 
"Siamo stati troppo stupidi", ha detto Flynn al quotidiano tedesco Der Spiegel durante una intervista pubblicata Domenica scorsa.
"Fu un errore enorme" ha detto il generale, che fu l'ufficiale statunitense di massimo rango dello spionanggio militare. "Per quanto fosse brutale Saddam Hussein, fu un errore eliminarlo". 
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errore suo? calcolo da parte di "altri"?

lunedì 30 novembre 2015

Iniziative per il Giubileo della Misericordia

Il Centro Culturale San Paolo e Presenza Donna organizzano due serie di eventi per accompagnare i primi mesi del Giubileo della Misericordia ormai alle porte.

Tre incontri di approfondimento...
Una prima serie di incontri, dal titolo Fate squillare lo shofar per tutto il paese… (Lv 25,9) si propone di condividere il tema della Misericordia attraverso tre serate di approfondimento e preghiera, che si terranno alle 20.45 presso la sede del Centro Culturale San Paolo (viale Ferrarin, 20 - Vicenza), con ingresso libero.
Il primo appuntamento avrà come linea guida il tema “Di Dio e degli uomini. Una rivoluzione chiamata misericordia”, e si terrà martedì 1 dicembre 2015. L’evento proporrà una conversazione tra la scrittrice Mariapia Veladiano e il teologo don Dario Vivian
Il secondo appuntamento si terrà mercoledì 20 gennaio 2016 in occasione della settimana dell’unità dei cristiani per “Celebrare la Misericordia”. In questa occasione verranno proposti una riflessione e un momento di preghiera insieme a fratel MichaelDavide Semeraro
A chiudere il ciclo di eventi, venerdì 12 febbraio 2016 la teologa Stella Morra presenterà il suo ultimo libro: “Dio non si stanca. La misericordia come forma ecclesiale”. La presentazione sarà accompagnata da un dialogo tra l’autrice e don Dario Vivian.

... Due cene bibliche
La seconda serie di incontri, dal titolo Pace con la Terra, si propone di celebrare il Giubileo attraverso due cene bibliche, sempre nella sede del Centro Culturale san Paolo
La prima cena, martedì 8 dicembre 2015, alle ore 19.45, sarà l’occasione per celebrare insieme la solennità dell’Immacolata e l’apertura dell’Anno Santo. Avrà come tema “Nutrìti da madre terra, assaporiamo il profumo delle cose”. 
La seconda cena biblica si terrà venerdì 8 aprile 2016, alle ore 19.45, a partire dal titolo “Condividere il cibo per gustare la fraternità”. L’iscrizione alle cene è obbligatoria, per effettuarla rivolgersi al Centro Cultura San Paolo (0444-937499 / centroculturale.vicenza2@stpauls.it). È richiesta una donazione a sostegno degli enti organizzatori.

In allegato, con gentile richiesta di diffusione, le locandine degli eventi.

Associazione Presenza Donna
Centro Documentazione e Studi

pdf Incontri di approfondimento sul tema della Misericordia
pdf Cene bibliche "Pace con la Terra" 

sabato 28 novembre 2015

Marcia globale per il clima

Verso la Conferenza Parigi 2015 sul clima (COP21)

dalla pagina https://secure.avaaz.org/it/event/globalclimatemarch/Marcia_globale_per_il_clima_178

29 novembre 2015 ore 10
Marostica, via Stazione 12

Che cosa succederà all'evento?

  • alle 10.00 ritrovo presso un gazebo accanto al Castello Inferiore,  appena fuori Porta Stazione  per raccogliere i materiali necessari e organizzare
  • per le 10.30 circa un flash mob (porteremo per le strade e la piazza  delle grandi foto di eventi provocati dal cambiamento climatico, accompagnandole con la lettura di brevi testi),
  • alle 11.00 - 11.30  foto di gruppo dei partecipanti di fronte al lato sud del Castello.
  • fino alle 13.00, al gazebo, interviste, scambio di materiale informativo con le persone interessate a questo problema e raccolta di firme di adesione all'appello della Coalizione Italiana Clima
Questo evento fa parte della Marcia Globale per il Clima. Il prossimo 30 novembre, leader politici da tutto il mondo si incontreranno a Parigi per iniziare i negoziati per il prossimo accordo sul clima. Per questo, il giorno prima, in tutto il mondo scenderemo nelle piazze e nelle strade per chiedere a ognuno dei nostri leader di impegnarsi a raggiungere il 100% di energie pulite. Insieme, possiamo spingere il mondo verso un accordo per il clima che rinunci all'energia inquinante e garantisca energie pulite per tutti. Scriviamo insieme un pezzo di storia: conferma qui sotto la tua partecipazione a questo evento della Marcia Globale per il Clima!

mercoledì 25 novembre 2015

Giornata contro la violenza sulle donne

dalla pagina http://www.repubblica.it/cronaca/2015/11/25/news/oggi_la_giornata_mondiale_contro_la_violenza_sulle_donne-128108203/

In Italia una donna su tre ha subito violenza, fisica o psicologica, ma i centri di assistenza sono senza fondi. 
Boldrini: "La battaglia non è vinta". 
Mattarella: "La scuola sia in prima fila". 
Il Papa ha incontrato alcune vittime di abusi prima di partire per l'Africa.  
Continua


dalla pagina https://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_per_l%27eliminazione_della_violenza_contro_le_donne

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. Ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno. Continua

giovedì 19 novembre 2015

Francia: almeno smettiamola con le chiacchiere



15/11/2015  Da anni, ormai, si sa che cosa bisogna fare per fermare l'Isis e i suoi complici. Ma non abbiamo fatto nulla, e sono arrivate, oltre alle stragi in Siria e Iraq, anche quelle dell'aereo russo, del mercato di Beirut e di Parigi. La nostra specialità: pontificare sui giornali.

    E’ inevitabile, ma non per questo meno insopportabile, che dopo tragedie come quella di Parigi si sollevi una nuvola di facili sentenze destinate, in genere, a essere smentite dopo pochi giorni, se non ore, e utili soprattutto a confondere le idee ai lettori. E’ la nebbia di cui approfittano i politicanti da quattro soldi, i loro fiancheggiatori nei giornali, gli sciocchi che intasano i social network. Con i corpi dei morti ancora caldi, tutti sanno già tutto: anche se gli stessi inquirenti francesi ancora non si pronunciano, visto che l’unico dei terroristi finora identificato, Omar Ismail Mostefai, 29 anni, francese, è stato “riconosciuto” dall’impronta presa da un dito, l’unica parte del corpo rimasta intatta dopo l’esplosione della cintura da kamikaze che indossava.
Un biglietto di cordoglio sul luogo della strage, a Parigi (Reuters).

    Ancor meno sopportabile è il balbettamento ideologico sui colpevoli, i provvedimenti da prendere, il dovere di reagire. Non a caso risuscitano in queste ore le pagliacciate ideologiche della Fallaci, grande sostenitrice (come tutti quelli che ora la recuperano) delle guerre di George W. Bush, ormai riconosciute anche dagli americani per quello che in realtà furono: un cumulo di menzogne e di inefficienze che servì da innesco a molti degli attuali orrori del Medio Oriente.
     Mentre gli intellettuali balbettano sui giornali e in Tv, la realtà fa il suo corso. Dell’Isis e delle sue efferatezze sappiamo tutto da anni, non c’è nulla da scoprire. E’ un movimento terroristico che ha sfruttato le repressioni del dittatore siriano Bashar al Assad per presentarsi sulla scena: armato, finanziato e organizzato dalle monarchie del Golfo (prima fra tutte l’Arabia Saudita) con la compiacenza degli Stati Uniti e la colpevole indifferenza dell’Europa.
     Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’hanno richiamato all’ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno. Innumerevoli in questo senso gli appelli dei vescovi e dei patriarchi cristiani, ormai chiamati a confrontarsi con la possibile estinzione delle loro comunità.
    Abbiamo fatto qualcosa di tutto questo? No. La Nato, ovvero l’alleanza militare che rappresenta l’Occidente, si è mossa? Sì, ma al contrario. Ha assistito senza fiatare alle complicità con l’Isis della Turchia di Erdogan, ma si è indignata quando la Russia è intervenuta a bombardare i ribelli islamisti di Al Nusra e delle altre formazioni.
     Nel frattempo l’Isis, grazie a Putin finalmente in difficoltà sul terreno, ha esportato il suo terrore. Ha abbattuto sul Sinai un aereo di turisti russi (224 morti, molti più di quelli di Parigi) ma a noi (che adesso diciamo che quelli di Parigi sono attacchi “conto l’umanità”) è importato poco. Ha rivendicato una strage in un mercato di Beirut, in Libano, e ce n’è importato ancor meno. E poi si è rivolto contro la Francia.
     Abbiamo fatto qualcosa? No. Abbiamo provato a tagliare qualche canale tra l’Isis e i suoi padrini? No. Abbiamo provato a svuotare il Medio Oriente di un po’ di armi? No, al contrario l’abbiamo riempito, con l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ai primi posti nell’importazione di armi, vendute (a loro e ad altri) dai cinque Paei che siedono nel Consiglio di Sicurezza (sicurezza?) dell’Onu: Usa, Francia, Gran Bretagna, Cina e Russia.
    Solo l’altro giorno, il nostro premier Renzi (che come tutti ora parla di attacco all’umanità) era in Arabia Saudita a celebrare gli appalti raccolti presso il regime islamico più integralista, più legato all’Isis e più dedito al sostegno di tutte le forme di estremismo islamico del mondo. E nessuno, degli odierni balbettatori, ha speso una parola per ricordare (a Renzi come a tutti gli altri) che il denaro, a dispetto dei proverbi, qualche volta puzza.
    Perché la verità è questa: se vogliamo eliminare l’Isis, sappiamo benissimo quello che bisogna fare e a chi bisogna rivolgersi. Facciamoci piuttosto la domanda: vogliamo davvero eliminare l’Isis? E’ la nostra priorità? Poi guardiamoci intorno e diamoci una risposta. Ma che sia sincera, per favore. Di chiacchiere e bugie non se ne può più.    
 

mercoledì 18 novembre 2015

Il male che anche noi nutriamo

da Avvenire, Martedì 17 novembre 2015
di Luigino Bruni

"Basta armare la guerra!"

[...]
L'Italia assieme alla Francia è tra i maggiori esportatori di armi da guerra nelle regioni arabe, nonostante ci sia nel nostro Paese una legge del 1990 che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra. I politici che piangono, magari sinceramente, e dichiarano lotta senza quartiere al terrorismo, sono gli stessi che non fanno nulla per ridurre l'export di armi, e che difendono queste industrie nazionali che muovono grosse quote di Pil e centinaia di di migliaia di posti di lavoro.
[...]
Non si può nutrire il male che si vuole combattere. Noi lo stiamo facendo e da molti anni.
[...] 

ad esempio, vedi Report di Domenica 15 novembre 2015
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-11-15&ch=3&v=591092&vd=2015-11-15&vc=3#day=2015-11-15&ch=3&v=591092&vd=2015-11-15&vc=3

vedi anche http://socialevicenza.blogspot.it/2015/11/quella-zona-grigia-che-minaccia-la-pace.html

lunedì 16 novembre 2015

“Chi ci guadagna con queste guerre?”

dalla pagina http://formiche.net/gallerie/gino-strada-monsignor-galantino-della-guerra-contro-isis-le-foto/ 

“Faccio una domanda: quale guerra è stata finita e conclusa grazie a un’altra guerra? Questa domanda dobbiamo farcela. Quale guerra ha risolto i problemi? Questo Papa (Papa Francesco, ndr), ma non è stato l’unico, si è chiesto “Chi ci guadagna con queste guerre?”.
Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha espresso – dopo Gino Strada, che era in collegamento – tutte le sue perplessità su una possibile guerra contro Isis, contro gli jihadisti che negli scorsi giorni hanno attaccato la città di Parigi uccidendo 129 persone. Si è chiesto, ospitato nello studio di In mezz’ora, la trasmissione condotta da Lucia Annunziata su Rai3, a chi possa giovare la prosecuzione del conflitto: “Mi piacerebbe che quelli che stanno adesso al g20 si guardassero in faccia e si dicessero: ‘Chi di noi ha venduto le armi a questi qua? Chi le ha vendute? Chi ci ha guadagnato con queste armi?’. Queste sono domande alle quali si deve rispondere. Papa Francesco ha detto che l’unico modo per vincere la guerra è non farla”.

da In 1/2 ora del 15 novembre 2015 http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2015-11-15&ch=3&v=591082&vd=2015-11-15&vc=3#day=2015-11-15&ch=3&v=591082&vd=2015-11-15&vc=3 

Gino Strada:  "Vorrei ricordare che abbiamo una Costituzione, l'articolo 11. Vorrei ricordare che esiste uno Statuto dell'ONU... Che non è che un Presidente può alzarsi una mattina e dire Io vado in guerra... Mi sembra che ci stiamo dimenticando un po' del passato. Questa guerra [...] è incominciata poco dopo l'11 settembre... Ci è stato detto che era iniziata la guerra al terrorismo e sarebbe durata cinquant'anni. Quindici sono già passati: con quali risultati?". "Quante palle sono state raccontate ai cittadini del mondo...". continua...

da Famiglia Cristiana n. 27, 5 luglio 2015 
dalla pagina http://www.famigliacristiana.it/articolo/l-isis-sta-vincendo-non-e-vero.aspx
 
[...] Nata in Iraq (il nome del suo capo, Al Baghdadi, vuol dire appunto “di Baghdad”) nel periodo in cui gli sciiti iracheni erano bersagliati dagli attentati, cresciuta in Siria nella lotta contro il regime sciita degli Assad, la milizia [ISIS] è stata aiutata in ogni modo da Paesi come Arabia Saudita, Turchia, Kuwait, Qatar e USA


dalle pagine:
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/g20_sanzioni_isis_russia_occidente_diviso/notizie/1683150.shtml
http://www.repubblica.it/esteri/2015/11/16/news/g20_turchia_terrorismo_putin_renzi-127458286/
http://www.presstv.ir/Detail/2015/11/16/437909/Putin-Russia-Daesh-G20-US-Saudi-Arabia-Turkey
https://www.rt.com/news/322305-isis-financed-40-countries/ 

I terroristi sono finanziati da 40 diversi paesi, fra cui alcuni membri del G20 
G20 - Durante il summit Vladimir Putin ha detto ai giornalisti: "Ho fornito esempi basati sui nostri dati relativi al finanziamento di vari gruppi dello Stato Islamico (IS o ISIS o ISIL) da parte di cittadini privati. Questi soldi, come abbiamo potuto determinare, vengono da 40 paesi e fra questi ce ne sono alcuni che sono membri del G20.