venerdì 15 aprile 2016

Referendum 17 aprile: l’importante è partecipare

da La Voce dei Berici, Domenica 10 aprile 2016, p. 16

AL VOTO IL 17 APRILE
Le associazioni ecclesiali invitano ad andare alle urne

Acli, Azione cattolica, Cif non esprimono indicazioni di voto, ma forniscono materiale per orientarsi 

[ ndr: in realtà la Presidenza delle ACLI - Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani - ha deciso di aderire al comitato per il Sì al Referendum; leggi: Referendum 17 aprile sulle trivelle: le Acli per il SÌ ]

La data per il referendum sulle trivellazioni in mare è ormai prossima (si vota domenica 17 aprile) e gli indecisi dovranno sfruttare questi pochi giorni per farsi un’idea sufficientemente accurata della questione.
Va ricordato innanzitutto che il quesito del referendum del 17 aprile riguarda solo le trivellazioni in essere ed entro le 12 miglia dalla costa. Non riguarda le trivellazioni oltre le 12 miglia e neanche possibili nuove trivellazioni entro le 12 miglia che rimangono vietate per legge.
Se passa il sì, le varie compagnie petrolifere non potranno proseguire le attuali trivellazioni una volta terminate le attuali concessioni. Vedremo cosa sceglieranno gli italiani, al netto dell’astensione che aleggia sul voto, vista anche la scarsa informazione. Anche perché le divisioni a livello istituzionale sono state tante, da una parte per il conflitto Stato e Regioni e dall’altra per i tumulti all’interno della stessa maggioranza. In ogni caso non sono mancati comitati e associazioni che hanno provveduto a dare un indirizzo in maniera autonoma o quantomeno ad aiutare a formasi un’opinione. Nella nostra Diocesi non sono certo mancati. Tra questi, si schiera nettamente per il sì Pierantonio Verlato dell’Unione cattolica imprenditori e dirigenti. Un’opinione, la sua, a sorpresa; lui, che viene dal settore petrolifero: «Lavoro per il gruppo Exxon da anni e posso parlare con cognizione di causa. Non ha senso scavare vicino alle coste, perché i giacimenti sono limitati e stiamo andando verso una riduzione sempre maggiore del prezzo del petrolio; anche perché di questo combustibile ce n’è ancora tanto. I benefici sarebbero molto ridotti a fronte di rischi ambientali enormi».
A chi gli obietta che in Paesi vicini l’estrazione avviene comunque in acque territoriali, come per la Croazia nell’Adriatico orientale, risponde con un distinguo di base: «Là è diverso perché i fondali sono costituiti da dolomia e non da sabbia, pertanto sono più stabili». Altre realtà, invece, non hanno preso esplicitamente posizione, ma optato per un supporto informativo con le ragioni sia del sì che del no. «Come Acli Vicenza invitiamo innanzitutto a partecipare, l’errore principale è l’astensionismo – precisa il presidente Carlo Cavedon -. A favore del sì c’è la salvaguardia da incidenti dalle piattaforme, a favore del no il contesto occupazionale e il fatto che non si scavano nuovi pozzi». Idem dicasi per il segretario della Cisl vicentina Gianfranco Refosco: «Come sindacato vorremmo che si abbandonassero le semplificazioni eccessive ed eventuali decisioni per partito preso». Oppure Goretta De Battisti presidente del Cif regionale: «Noi invitiamo a votare, ma prima ancora a informarsi per essere consapevoli. Non forniamo pertanto indicazioni per l’una o per l’altra parte, inoltriamo solo circolari dalla direzione nazionale per spiegare il quesito». L’Azione Cattolica berica lo illustra nel proprio sito, mettendo in lista fatti, antefatti e prospettive da entrambe i fronti. «Aiutiamo a farsi un’idea, l’importante è essere presenti», ribatte la presidente Caterina Pozzato. Quanto al mondo produttivo vicentino vero o proprio, come Coldiretti e l’Associazioni di industriali, finora non sono state espresse opinioni esplicite o incoraggiamenti al voto.
Roberto Turetta