Campanile e Municipio per il
bene comune
Il giubileo è
come un grande “arresto” del mondo. Purtroppo è diventato solo un fatto
“spirituale”, come se il restauro dell’anima fosse l’unica cosa che Dio
chiede. Invece la Bibbia dice che Dio vuole il restauro dei processi
concreti del vivere
La
Bibbia collega il giubileo al debito (la legge giubilare, avviata dal
suono di un corno, la troviamo in Lev 25). Il debito che un ebreo
accumula nella sua vita non può schiacciarlo per sempre.
Ogni 50° anno tutto viene fermato. La macchina della storia ha un
pulsante a disposizione: “Spegni!” Ma non è un pulsante automatico, ci
vogliono uomini e donne a maneggiarlo. Ed è Dio stesso che comanda
questa legge di sopravvivenza: ogni 50° anno ti fermerai, fermerai la
fatica della terra (non la coltiverai), fermerai tutte quelle
incrostazioni che non si scrostano da sole.
Il giubileo è come un grande “arresto” del mondo. Purtroppo è
diventato solo un fatto “spirituale”, come se il restauro dell’anima
fosse l’unica cosa che Dio chiede. Invece la Bibbia - terribilmente
concreta - dice che Dio vuole il restauro dei processi concreti del
vivere.
In questo
“restauro” globale del mondo e degli uomini (gli schiavi godevano di un
indulto giubilare … veniva restaurata la loro liberazione, la loro
dignità) Dio non prevede che siano i governanti, il re, gli
amministratori a mettere in atto il giubileo. Leggendo Levitico 25, un
testo molto elaborato e quasi pedante nello stabilire le regole
giubilari, troviamo una cascata di “tu” e di “voi”.
Il giubileo nasce da un dialogo di Dio con ogni ebreo che si dice
credente: un dialogo personale con ciascuno (“tu”) e un dialogo popolare
con tutta la comunità (“voi”).
La Bibbia precisa tre compiti giubilari: “Tu” conterai gli anni … “tu”
farai echeggiare il corno, infine “voi” dichiarerete Santo il 50° anno e
proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti.
Fare di conto, soffiare l’avviso, dichiarare che sarà liberazione per
tutti e per tutto.
Contare gli anni sta a significare che il tempo non è un susseguirsi
casuale (fortunato o infelice) da subire. “Tu” conterai! Ti darai dei
ritmi, dei tempi, delle scadenze. Avrai una “agenda”. In secondo luogo
userai il fiato per lanciare un segnale, una tromba, un suono di allarme
per chi crede di essere al sicuro, e un
suono di godimento per chi non ha più niente di sicuro. Infine la
dichiarazione di un anno di liberazione: farete circolare ovunque la
parola giubilare: sei libero! Una parola da dire alla terra, da dire
agli schiavi, da dire a tutte le proprie fi ssazioni.
Perché un giubileo con i politici? Per prima cosa per ricordare a
tutti che siamo persone (“tu”) e che le responsabilità di amministrare
un territorio, una comunità, dei cittadini è un onore! L’onore di
uscire dalla propria vita privata per diventare pubblici.
Il giubileo biblico, in sintesi, lo potremmo definire
l’amministrazione del tempo, delle regole, dei ritmi, degli spazi. Se
ciascuno va per conto suo, e lo fa senza fermarsi, rischierà di essere
travolto e di travolgere.
Il secondo motivo per cui un giubileo con i politici può essere una
buona occasione è che chi amministra ha bisogno di fare i conti, ha
bisogno di un colpo di fiato, ha bisogno di dichiarare, ma anche che gli
sia dichiarato qualcosa.
Non è male che chi amministra ritrovi la propria libertà di
restituire alla amministrazione pubblica un volto più pulito, più
trasparente, più collaborativo, più disinteressato, più sincero. In una
parola potremmo dire che la città e chi la governa hanno bisogno di
dialogo come energia di liberazione.
Don Matteo Pasinato
LEVITICO 25
Conterai
sette settimane di anni,
cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un
periodo di qua-rantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese,
farai echeggiare
il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra.
Dichiarerete
santo il cinquantesimo anno e
proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà
per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella
sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete
né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete
la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per
voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In
quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà.