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La ricorrenza del 1° maggio, festa
del lavoro e festa dei lavoratori, è una
“festa” che ha a che fare con la Chiesa, con le nostre comunità, con l’Anno
della Misericordia? Nell’incarnazione il Figlio di Dio sulla terra ha scelto la
famiglia di un artigiano, come dice il Concilio: «Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con intelligenza d'uomo, ha
agito con volontà d'uomo ha amato con cuore d'uomo» (GS 22).
Così il Cristo ci ha rivelato che ogni
aspetto della vita umana, di ogni donna e uomo, riguarda anche la Trinità e ogni itinerario di salvezza ha un aspetto
personale, ma sempre vissuto come popolo, come comunità.
Ogni comunità è formata da persone e,
per vivere, ogni donna e ogni uomo ha il diritto - dovere di dedicarsi a un
lavoro, che permetta vita dignitosa per sé e per la propria famiglia, e
contribuisca al bene comune di ciascuno e di tutti.
Il 1° maggio è una festa celebrata in
quasi tutto il mondo: ne nasce uno stimolo alla nostra vita di fede, alla
responsabilità degli uni per gli altri cui il Signore ci ha chiamato. Anche una
festa “civile” ci invita come cristiani a domandarci «che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo
di noi, ai bambini che stanno crescendo?»
(Laudato si’ 160).
Oggi, senza nemmeno spostarci
geograficamente, sperimentiamo la grazia di avere “il mondo in casa” e di
poterci misurare con tanta varietà di desideri, percorsi, visioni culturali.
Tale opportunità, difficile da realizzare ma non stupidamente da ignorare, può
essere colta come dono e come compito, per comprendere meglio come declinare il
Vangelo.
Ecco così che la “Commissione
diocesana di pastorale sociale del lavoro, giustizia e pace, cura del creato”
offre anche quest’anno un momento per riflettere e pregare insieme sul valore e
significato del lavoro, sul posto che l’opera delle mani e della testa dovrebbe
avere nella nostra vita: “Vivo per lavorare o lavoro per vivere?”.
L’appuntamento è per giovedì 28
aprile: il vescovo Beniamino presiederà alle 20.30 la preghiera al Mercato (di fronte alla chiesa di S. Giuseppe al
Mercato nuovo in Vicenza), luogo quotidiano di intreccio tra persone e lavori.
Le parole che ci guideranno nel percorso sono: Famiglia, Lavoro, Riposo,
Relazioni… Come coniugarle?
Sarà un momento semplice ma opportuno
per riflettere sull’importanza del lavoro e del riposo come dimensioni
necessarie per vivere relazioni positive con noi stessi e con gli altri.
L’invito è quello di soffermarci su questa “festa” del lavoro e sul suo valore
anche nei nostri incontri di comunità e in particolare nelle liturgie della
Domenica, giorno del Signore e giorno della comunità, con un testo che verrà
inviato a tutte le parrocchie della diocesi.
Commissione diocesana pastorale sociale:
lavoro, giustizia e pace, cura del creato
lavoro, giustizia e pace, cura del creato