da La Voce dei Berici, Domenica 21/02/2016
Ci sono manifestazioni in cui il grande successo di pubblico riesce a
far passare in secondo piano i dubbi. Il nostro lavoro però è quello di
indicare zone di ambiguità, contraddizioni e mancanza di trasparenza. E
inoltre porre le domande anche a chi ci governa per comprendere in modo
chiaro dove stiamo andando.
Tutto questa premessa per dire Hit Show 2016 non è solo eccellenza
italiana, grandi numeri, business e affini. C’è più di qualcosa che non
convince. La prima riguarda la mancanza di trasparenza che ha
caratterizzato in particolare la fase precedente la fiera. Non si è
trattato “solo” di una manifestazione dedicata alla caccia come si è
continuato a ripetere erroneamente da più parti. Hunting, Individual
protection e Target sports (questo il significato dell’acronimo inglese
Hit, parola che significa “colpire”) riguarda la caccia, la protezione
personale e tiro sportivo. In questo senso la mostra non fa distinzioni
tra sport, caccia e autodifesa.
Preoccupa il chiaro, forte messaggio culturale che viene lanciato e
che fa facile breccia nel pensiero contemporaneo: l’arma è parte della
quotidianità ed è accessibile a tutti. Ma proprio a tutti. Qui l’altro
punto dolente. Malgrado gli impegni presi alla vigilia, le armi erano a
disposizione, senza problemi, anche dei minori, come testimoniano le
foto riportate in questa pagina. Alla faccia di qualsiasi
preoccupazione educativa. Erano stati anche annunciati appositi
“corner” non accessibili al pubblico generico, per armi non dedicate a
caccia e tiro sportivo. Li stiamo ancora cercando.
Se c’è una Fiera sulle armi dovrebbe essere maniacale la
puntigliosità e la precisione dal punto di vista delle regole e delle
comunicazioni. L’immagine data, invece, è quella di annunciare una cosa
e nasconderne un’altra, di garantire a parole certe attenzioni pensando
che questo sia sufficiente ad imbonire qualche fissato delle
preoccupazioni educative.
C’è poi la questione del merito. Ma a che società stiamo pensando?
Vicenza non ha già pagato dazio abbondantemente alle armi? Quanto
potente è la lobby delle armi? E infine: davvero il Comune deve star
fuori da tutto questo?
Lauro Paoletto
sullo stesso argomento:
14/02 da Famiglia Cristiana È giusto che i bambini visitino la Fiera delle armi?
14/02 da LaVoce - Editoriale Scegliere tra ponti o muri
09/02 Lettera aperta ai cittadini di Vicenza (e non solo!)
09/02 da il Gazzettino In Fiera armi e munizioni - La diocesi: «Si legittima la violenza»
04/02 da Jesus Brescia - Vicenza: Il tabù della pace nella terra delle armi
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