Presidente degli Stati Uniti d’America Dwight D. Eisenhower,
Discorso di addio alla nazione, 17 gennaio 1961
Discorso di addio alla nazione, 17 gennaio 1961
Perché?
In Italia si spendono ogni ora 2,5 milioni di euro per le forze armate. Mezzo milione all’ora solo per l’acquisto di nuovi armamenti: missili, bombe, blindati, cacciabombardieri, navi da guerra. Acquisti finanziati in gran parte non con fondi della Difesa, ma con quelli destinati allo sviluppo economico del Paese, i tre quarti dei quali finiscono così a sostegno dell’industria bellica nazionale, penalizzando altri settori industriali. Strumenti militari costosissimi destinati a rimanere inutilizzati per mancanza dei fondi necessari alla loro manutenzione ordinaria e addirittura al loro uso, per cui si ricorre ai fondi per le missioni all’estero, generando un inquietante meccanismo di mezzi che giustificano il fine dell’impegno bellico. Mezzi che, salvo qualche raro utilizzo giustificatorio in missione, finiscono cannibalizzati per i pezzi di ricambio o ad arrugginire in qualche deposito (il gigantesco cimitero di cari armati di Lenta, nel Vercellese, è l’emblema di tutto questo).
Nonostante ciò, lo Stato italiano continua a comprare nuovi armamenti, non in base a effettive esigenze di sicurezza nazionale (le bombe non servono a contrastare le minacce odierne, semmai a fomentarle) ma ai desiderata dei vertici militari, tradizionalmente refrattari a sottoporre questa materia al vaglio del Parlamento e dell’opinione pubblica e anche solo a fornire informazioni chiare e dettagliate in materia di spese militari. La scarsa trasparenza della Difesa nei confronti dei parlamentari, che queste spese dovrebbero approfonditamente valutare e dibattere prima di autorizzare, crea una situazione di voluta opacità funzionale a ostacolare un efficace controllo democratico sulle spese militari, una cortina fumogena dietro la quale si celano grandi affari, scandalosi sprechi e inquietanti intrecci politico-affaristici.
Questa situazione è emersa chiaramente quando – a seguito dell’introduzione nel 2012 di poteri di supervisione parlamentare sulle spese militari – le Camere hanno provato a esercitare la loro funzione di controllo democratico, tra gli altri, sul programma F-35 scontrandosi con le lobby politico-militari-industriali che hanno fatto muro respingendo quella che giudicano come indebita intrusione in una materia di loro esclusiva competenza. Quella vicenda, grazie anche ad alcune campagne di sensibilizzazione e al lavoro di alcuni giornalisti, ha comunque risvegliato l’interesse pubblico rispetto alla tematica delle spese militari, la cui riduzione risulta una delle urgenze più sentite dalla cittadinanza.
In Italia si spendono ogni ora 2,5 milioni di euro per le forze armate. Mezzo milione all’ora solo per l’acquisto di nuovi armamenti: missili, bombe, blindati, cacciabombardieri, navi da guerra. Acquisti finanziati in gran parte non con fondi della Difesa, ma con quelli destinati allo sviluppo economico del Paese, i tre quarti dei quali finiscono così a sostegno dell’industria bellica nazionale, penalizzando altri settori industriali. Strumenti militari costosissimi destinati a rimanere inutilizzati per mancanza dei fondi necessari alla loro manutenzione ordinaria e addirittura al loro uso, per cui si ricorre ai fondi per le missioni all’estero, generando un inquietante meccanismo di mezzi che giustificano il fine dell’impegno bellico. Mezzi che, salvo qualche raro utilizzo giustificatorio in missione, finiscono cannibalizzati per i pezzi di ricambio o ad arrugginire in qualche deposito (il gigantesco cimitero di cari armati di Lenta, nel Vercellese, è l’emblema di tutto questo).
Nonostante ciò, lo Stato italiano continua a comprare nuovi armamenti, non in base a effettive esigenze di sicurezza nazionale (le bombe non servono a contrastare le minacce odierne, semmai a fomentarle) ma ai desiderata dei vertici militari, tradizionalmente refrattari a sottoporre questa materia al vaglio del Parlamento e dell’opinione pubblica e anche solo a fornire informazioni chiare e dettagliate in materia di spese militari. La scarsa trasparenza della Difesa nei confronti dei parlamentari, che queste spese dovrebbero approfonditamente valutare e dibattere prima di autorizzare, crea una situazione di voluta opacità funzionale a ostacolare un efficace controllo democratico sulle spese militari, una cortina fumogena dietro la quale si celano grandi affari, scandalosi sprechi e inquietanti intrecci politico-affaristici.
Questa situazione è emersa chiaramente quando – a seguito dell’introduzione nel 2012 di poteri di supervisione parlamentare sulle spese militari – le Camere hanno provato a esercitare la loro funzione di controllo democratico, tra gli altri, sul programma F-35 scontrandosi con le lobby politico-militari-industriali che hanno fatto muro respingendo quella che giudicano come indebita intrusione in una materia di loro esclusiva competenza. Quella vicenda, grazie anche ad alcune campagne di sensibilizzazione e al lavoro di alcuni giornalisti, ha comunque risvegliato l’interesse pubblico rispetto alla tematica delle spese militari, la cui riduzione risulta una delle urgenze più sentite dalla cittadinanza.
Cosa?
MIL€X – Osservatorio sulle Spese Militari Italiane sarà uno strumento di monitoraggio indipendente ispirato ai principi di obiettività scientifica e neutralità politica. MIL€X non è un progetto pregiudizialmente antimilitarista e non si oppone in maniera ideologica alle spese militari, riconoscendo l’esigenza di mantenere efficienti e moderne le nostre forze armate. Il progetto mira tuttavia a rendere trasparenti queste spese, analizzandone in maniera obiettiva gli aspetti critici inerenti alla loro razionalità, utilità e sostenibilità, in particolare per quanto concerne i programmi di acquisizione di armamenti. Il problema non è l’acquisto di nuovi aerei, nuovi carri armati e nuove navi da guerra, ma modalità e criteri con cui tali acquisti vengono fatti, a partire dalla necessità di una corretta e completa informazione al Parlamento su caratteristiche tecniche e costi dell’armamento richiesto, effettiva necessità operativa in termini di idoneità del mezzo e di quantità richieste, possibili alternative valutabili, sostenibilità logistica del programma nel lungo periodo, ecc.
MIL€X svolgerà un servizio pubblico di raccolta, analisi e diffusione di dati e informazioni (notizie esclusive, inchieste, studi, documenti ufficiali, database, analisi dati e fact checking) per contribuire ad accrescere la consapevolezza dei cittadini, dei loro rappresentanti nelle istituzioni, degli operatori dell’informazione e degli attivisti sociali, in modo da rendere possibile un cosciente e informato controllo democratico su una delle più ingenti e politicamente significative voci di spesa pubblica.
Il primo passo per l’avvio di questo progetto è un approfondito lavoro di ricerca e analisi che confluirà nel Primo Rapporto Annuale MIL€X sulle Spese Militari Italiane (anticipazione prevista per novembre 2016, versione intergrale per gennaio 2017): un testo di agevole lettura, ricco di notizie inedite e curiosità, di dati e statistiche, nel quale sarà presentata un’analisi critica e obiettiva della spesa militare italiana (qui l’indice provvisorio).
A questo primo passo, se avrà successo, seguirà un secondo passo: la creazione dell’Osservatorio vero e proprio e l’avvio delle sue attività. A tal fine lanceremo una nuova campagna di crowdfunding.
Come?MIL€X – Osservatorio sulle Spese Militari Italiane sarà uno strumento di monitoraggio indipendente ispirato ai principi di obiettività scientifica e neutralità politica. MIL€X non è un progetto pregiudizialmente antimilitarista e non si oppone in maniera ideologica alle spese militari, riconoscendo l’esigenza di mantenere efficienti e moderne le nostre forze armate. Il progetto mira tuttavia a rendere trasparenti queste spese, analizzandone in maniera obiettiva gli aspetti critici inerenti alla loro razionalità, utilità e sostenibilità, in particolare per quanto concerne i programmi di acquisizione di armamenti. Il problema non è l’acquisto di nuovi aerei, nuovi carri armati e nuove navi da guerra, ma modalità e criteri con cui tali acquisti vengono fatti, a partire dalla necessità di una corretta e completa informazione al Parlamento su caratteristiche tecniche e costi dell’armamento richiesto, effettiva necessità operativa in termini di idoneità del mezzo e di quantità richieste, possibili alternative valutabili, sostenibilità logistica del programma nel lungo periodo, ecc.
MIL€X svolgerà un servizio pubblico di raccolta, analisi e diffusione di dati e informazioni (notizie esclusive, inchieste, studi, documenti ufficiali, database, analisi dati e fact checking) per contribuire ad accrescere la consapevolezza dei cittadini, dei loro rappresentanti nelle istituzioni, degli operatori dell’informazione e degli attivisti sociali, in modo da rendere possibile un cosciente e informato controllo democratico su una delle più ingenti e politicamente significative voci di spesa pubblica.
Il primo passo per l’avvio di questo progetto è un approfondito lavoro di ricerca e analisi che confluirà nel Primo Rapporto Annuale MIL€X sulle Spese Militari Italiane (anticipazione prevista per novembre 2016, versione intergrale per gennaio 2017): un testo di agevole lettura, ricco di notizie inedite e curiosità, di dati e statistiche, nel quale sarà presentata un’analisi critica e obiettiva della spesa militare italiana (qui l’indice provvisorio).
A questo primo passo, se avrà successo, seguirà un secondo passo: la creazione dell’Osservatorio vero e proprio e l’avvio delle sue attività. A tal fine lanceremo una nuova campagna di crowdfunding.
Per poter lavorare alla realizzazione del Rapporto MIL€X 2017 e per sostenere tutte le spese ad esso connesse, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti coloro che ritengono questo progetto meritevole di sostegno.
Tutti coloro che vogliono sostenere l’iniziativa MILEX 2017 (compresi coloro i quali hanno già partecipato al crowdfunding su Eppela) possono effettuare un bonifico bancario inserendo le seguenti coordinate:
Iban conto: IT35U0760111700000018745455 Intestazione: MOVIMENTO NONVIOLENTO Causale: DONAZIONE PER PROGETTO OSSERVATORIO SPESE MILITARI