È uno sguardo sull'umanità ferita quello che ispira il discorso rivolto dal Papa alla 92ª Riunione delle opera di aiuto alle Chiesa orientali (Roaco), che si svolge in sede plenaria.
La grande ipocrisia
Negli occhi innanzitutto «il dramma della Siria e le dense nubi che sembrano riaddensarsi su di essa» mentre cresce il rischio dell’aggravarsi della «crisi umanitaria» in cui «quelli che non hanno cibo, quelli che non hanno cure mediche, che non hanno scuola, gli orfani, i feriti e le vedove levano in alto le loro voci». Durissima a questa proposito la denuncia del Papa: «Tante volte penso all’ira di Dio che si scatenerà con quelli responsabili dei paesi che parlano di pace e vendono le armi per fare queste guerre: questa è ipocrisia, è un peccato».
Doloroso ma colorato anche di speranza è invece il pensiero all’Iraq dove Francesco spera di andare l’anno prossimo, una realtà in cui cresce la fiducia nella «pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società».
Doloroso ma colorato anche di speranza è invece il pensiero all’Iraq dove Francesco spera di andare l’anno prossimo, una realtà in cui cresce la fiducia nella «pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società».