La vita e l’apostolato di Angelo Roncalli, il
“Papa buono”, il pontefice della Pacem in Terris, testimoniano una
tensione verso l’arte della pace più che l’arte della guerra. Molte
realtà organizzate del mondo pacifista cattolico, come Pax Christi e
Nigrizia hanno ben argomentato la loro contrarietà e la richiesta,
rivolta all’Ordinariato militare e alla Congregazione per il culto
divino e la disciplina dei sacramenti, di recedere dall’insana
decisione.
Il Movimento Nonviolento, come associazione laica,
non si permette di entrare nel merito di scelte che sono di competenza
della Chiesa cattolica, tuttavia – e solo per mantenere fede al titolo
di questa rubrica – qualche spunto voglio esternarlo.
Penso alla mia città, Verona, e al suo patrono.
Verona è una città che ha una lunga storia e
tradizione militare. Tutto lo sviluppo urbanistico è di impronta
militare, da Castro romano fortificato fu sempre città murata e
difensiva, sotto Augusto, Gallieno, Teodorico, fino ad essere il perno
del Quadrilatero, e poi base operativa della fascistissima Repubblica di
Salò. Ancor oggi (forse segnata antropologicamente dalla sua storia) è
una città di destra, spesso purtroppo teatro di esecrabili fenomeni
razzisti, xenofobi, qualche volta addirittura nazisti.
Eppure questa città, così bella ma contraddittoria,
ha come santo patrono una bella figura storica come Zenone, uno dei
primi vescovi della città. San Zeno, vescovo moro, magrebino, nord
africano, gioviale, conviviale, aperto al mondo, è venerato da tutti i
veronesi. Fu un pacificatore, oggi diremmo un esperto in risoluzione
nonviolenta dei conflitti. Le sue imprese di pace sono raccontate sulla
facciata della stupenda Basilica romanica. In qualche modo il suo corpo,
conservato nella cripta, riscatta un’intera città.
San Zeno fa bene a Verona, trasformandola …
Forse, un giorno potremmo dire che Giovanni XXIII avrà fatto bene all’Esercito, trasformandolo …
Papa Giovanni XXIII per la prima volta introduce la
condanna della “guerra giusta” e apre all’obiezione di coscienza.
Saranno proprio Balducci, Turoldo, Milani a trovare nell’enciclica
giovannea gli argomenti per il loro appoggio agli obiettori cattolici.
Giovanni XXIII, il papa del Concilio Vaticano II, è stato un segno dei
tempi in vita, chissà che non lo sia in futuro anche come protettore
dell’Esercito, capace di ri-convertirlo in esercito di pace, esercito
della difesa civile non armata e nonviolenta.
La provocazione lanciata dall’Ordinariato militare si
può trasformare in un boomerang: la protezione di papa Roncalli
potrebbe scuotere dalla fondamenta ruolo e funzione dell’esercito.
Sarebbe bello, uno di quei “miracoli” che a volte i Santi riescono a fare …
Se l’Ordinariato militare non vuole correre questo rischio, farebbe bene a cambiare idea, subito.
Rivedendo la decisione presa si possono trovare
figure più adatte al ruolo, riconosciute dalla Chiesa cattolica nella
veste di preti militari, come il beato Secondo Pollo o don Carlo
Gnocchi, che esercitarono il loro ministero, nel corso del secondo
conflitto mondiale, con grande generosità e in sintonia con i militari
loro affidati.
Mao Valpiana
per “politicamente scorretto” – 13 settembre 2017