RICORDO
A 96 anni si è spenta una donna che è stata per molti esempio e riferimento di testimonianza credente nella chiesa e nella società
Don Grendele: «Ha saputo
trafficare i talenti che il Signore le aveva affidato,
moltiplicandoli anche, sapendo condividerli e farne partecipi gli
altri»
Ci sono figure di donne e
uomini che quando concludono la loro vita viene loro riconosciuto
naturalmente da più parti la testimonianza e il servizio reso alla
Chiesa e alla società.
È quello che è accaduto
per Linda Zini, classe 1921, donna che ha vissuto con esemplarità la
sua vocazione di laica credente, impegnata nell’Azione cattolica
dal 1937, nelle Acli, nel sociale e in politica, nel lavoro e sul
versante missionario. Sabato 2 settembre nella chiesa di Santa Maria
Ausiliatrice (Saviabona) a Vicenza moltissime persone si sono
ritrovate per ringraziare il Signore per il dono di questa donna e
per darle l’ultimo saluto.
Nelle poche righe, che Linda
Zini aveva lasciato come sue ultime volontà, aveva scritto: “Il
mio funerale sia un momento di festa; i fiori siano pochi; tutto sia
improntato a semplicità”. Poche parole che sono anche la sintesi
di una vita.
Mons. Flavio Grendele che ha
presieduto insieme a numerosi altri preti la celebrazione funebre, ha
ricordato, nell’omelia, come Linda «in questi ultimi anni, ad ogni
incontro non cessava di ripetere: “Il Signore è stato buono con
me. Mi ha voluto bene e ha reso bella la mia vita”». «Non aveva
più gli occhi per leggere; si stancava facilmente, ma ormai era
diventata una “eucaristia” vivente. Trascorreva i suoi ultimi
giorni nella gratitudine», ha commentato don Flavio.
Don Grendele ha quindi
ricordato il suo dire “Sono pronta”, «quando, vedendo stringersi
attorno a lei un cordone di fraternità e di solidarietà, ne ha
chiesto il perché. “È l’ora dell’incontro”, ci siamo detti.
E lei, fattasi seria, dopo un momento di silenzio, ha detto: “Sono
pronta”. E di certo il Signore al suo “eccomi” ha risposto
dicendole: “Vieni, serva buona e fedele”.
Sì, buona in primo luogo di
quella bontà che giorno dopo giorno ha imparato da Dio. Il Vangelo
era la sua passione; l’Eucaristia il suo nutrimento; la dedizione e
il servizio all’uomo la sua divisa; la preghiera la sua forza. Come
allora non ricordare – ha proseguito il celebrante - il suo amore
per i poveri, la sua passione per la giustizia, la sua operosità per
edificare una società più giusta e fraterna. Che hanno preso corpo
dentro le esperienze più diverse: dall’impegno nell’immediato
dopo guerra nella ricostruzione, nel sindacato, nel Consiglio
comunale della Città, fino alla Consulta degli anziani nei suoi
ultimi anni… Una passione per l’uomo che si è sempre coniugata
con una grande passione per la Chiesa, e che ha preso corpo nelle
Acli, negli anni difficili delle scissione, nell’Azione
Cattolica, di cui stata a
lungo vicepresidente, nell’impegno missionario, che l’ha vista
prima come volontaria in Burundi, per un progetto di promozione della
donna, e poi come anima del gruppo missionario della sua parrocchia e
della Commissione Diocesana».
«Cosciente di aver ricevuto
molto - ha concluso don Flavio - ha saputo trafficare i talenti che
il Signore le aveva affidato, moltiplicandoli anche, sapendo
condividerli e farne partecipi gli altri. Non si è presentata al
Signore a mani vuote e, ne siamo certi, si è sentita dire: “Vieni,
serva buona e fedele, entra nella gioia del tuo Signore”».
Un ricordo particolare e
affettuoso di questa donna che - come lei stessa disse in una
intervista pubblicata nel terzo volume dell’Azione cattolica
vicentina (Edizioni Messaggero Padova) - aveva nell’avvento del
regno di Dio uno degli ideali della sua vita, è stato fatto dalla
presidente diocesana di Azione cattolica Caterina Pozzato durante
l’Assemblea diocesana di domenica scorsa. Pozzato ha richiamato «la
“passione cattolica” con cui è vissuta questa donna vivace e
intelligente. La ricordiamo con gratitudine e affetto: delegata
diocesana Piccolissime, arrestata dai fascisti durante la guerra
perché queste giovani studiavano il pensiero di Toniolo (e liberata
grazie all’intervento di Zinato)». Tra i diversi impegni Pozzato
ha richiamato la collaborazione con la Commissione terza età e
sussidi formativi di Ac. «Era sempre un piacere ascoltarla » ha
ricordato, poi, richiamando l’intervista di Zini ha ripreso alcune
frasi, in particolare quando Linda affermò che “Ci veniva
presentata la diffusione del regno non come l’andare in missione,
ma come l’essere già qui oggi in missione, e perciò una presenza
da apostoli negli ambiti culturali, nella scuola e nel lavoro”. “Se
penso oggi, ormai ottantenne (l’intervista era stata fatta nel
2009) a quelle idee, sento che sono ancora vive e danno senso anche
al mio non operare più, mi fanno ancora vibrare e tutto quello che
succede nel mondo ha delle ripercussioni che mi tengono viva e mi
fanno vivere nell’età anziana una giovinezza interiore: “Dio che
rinnova la mia giovinezza” si diceva un tempo”.
Lauro Paoletto