"Il degrado ambientale, connesso a quello umano etico e sociale
interroga tutti": serve una "risposta collettiva responsabile", libera
da interessi e comportamenti particolaristici. Così in sintesi il Papa
nel messaggio inviato ai partecipanti alla 22esima conferenza delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop 22, in corso a Marrakech in
Marocco. "Lo stile di vita basato sulla cultura dello scarto", è il suo
ammonimento, "non è sostenibile". Il servizio di Gabriella Ceraso:
A pochi giorni dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi sul
clima, adottato meno di un anno fa, ai grandi della terra riuniti in
Marocco, il Papa fa arrivare la sua voce sulla cura e il servizio per la
“nostra casa comune”. Il presupposto è che il "degrado ambientale",
connesso fortemente con il "degrado umano etico e sociale, interroga
tutti". “ Non è sufficiente un’azione individuale o nazionale”: la
risposta, scrive il Pontefice rifacendosi alla sua Enciclica Laudato si', “deve
essere collettiva”. Possiamo e dobbiamo, nel percorso avviato in
Francia, veicolare con intelligenza la tecnologia, mettere il potere al
servizio di un progresso più sano e umano, e l’economia al servizio
della persona, della pace e della giustizia. La COP 22, osserva
Francesco, è un primo passo importante e delicato nell’attuazione
dell’accordo di Parigi, incide sull'umanità specie sui più poveri e
vulnerabili e dunque richiede un’azione libera da "pressioni politiche e
economiche" oltre che da "interessi e comportamenti particolaristici".
Questo è il momento "dell’elaborazione delle regole e dei meccanismi
istituzionali", ricorda il Papa, esprimendo l’auspicio che è necessario
non solo uno "spirito collaborativo" ma anche un "continuo supporto
politico", basato non su barriere e frontiere, ma sulla consapevolezza
che siamo “una sola famiglia umana”. Nella promozione di strategie di
sviluppo nazionali e internazionali che siano solidali, come si è
stabilito a Parigi, il Papa ricorda che "non sono sufficienti le
soluzioni tecniche" ma è doveroso "considerare gli aspetti etici e
sociali". Qui “ si entra”, scrive Francesco "nella sfera degli stili di
vita e dell’educazione”. E’ la “cultura della cura” e non quella
"insostenibile dello scarto”, che Francesco chiede alla Conferenza di
Marrakech di veicolare: è quindi culturale ed educativa la sfida a cui
l’implementazione degli accordi di Parigi non può mancare di rispondere.