Un grande incontro con un’eccezionale testimone di pace e di coraggio.
Mercoledì 14 settembre alle ore 20.45 all’Aeropago del Centro culturale San Paolo a Vicenza (viale Ferrarin 40), avrà luogo la testimonianza di suor
Rosemary Nyirumbe, suora ugandese in prima linea contro i signori
della guerra dell’Africa centrale, nominata «eroe dell’anno» dalla CNN e
inserita nelle lista delle «100 persone più influenti al mondo» dal
settimanale
TIME.
Suor Rosemary è protagonista del libro
Cucire la speranza. Rosemary Nyirumbe, la donna che ridà dignità alle bambine soldato
(EMI, in libreria dall’1 settembre), che racconta il grande segno di
speranza che la storia di sr Rosemary rappresenta per l’Africa. In una
terra spesso rappresentata dai mass media solo come terra di violenze,
Rosemary Nyirumbe è la testimone di una società
civile che cresce ed è pronta a guidare il Continente africano su una
strada di autonomia: sono
oltre duemila le ragazze che Rosemary (tramite l’educazione e il lavoro)
ha «liberato» dall’Lra, il Lord’s Resistence Army, la milizia del
sanguinario Joseph Kony che per decenni ha insanguinato il Nord Uganda e
il Sud Sudan.
Proveniente
da una famiglia cattolica, Rosemary già quindicenne decide di diventare
religiosa per dedicarsi ai poveri. Il noto medico missionario Giuseppe
Ambrosoli
la vuole come prima assistente in sala parto come ostetrica
nell’ospedale di Kalongo, nel distretto ugandese del West Nilo. In
seguito Rosemary si laurea e prende un master in Etica dello sviluppo
all’Università dei Martiri dell’Uganda. Nel 2001 la svolta:
suor Rosemary prende la guida della scuola di Santa Monica, a Gulu, epicentro delle violenze dell’Lra. Incontrando le ragazze che la frequentano, scoperchia il
dramma di migliaia di bambine rapite, schiavizzate come oggetti
sessuali dai miliziani, brutalizzate per farle diventare a loro volta
soldati efferati attraverso omicidi, atti di violenza inaudita come l’assassinio di genitori e fratelli.
Rosemary inizia da lì un lungo e paziente lavoro di
accoglienza, recupero, riscatto personale per queste ragazze: le
va a cercare nella savana, mette annunci sulle radio locali, fa girare
il passaparola: a Santa Monica c’è posto e accoglienza per quante
vogliono ricominciare a vivere. A queste ragazze
suor Rosemary insegna l’arte di cucire e di cucinare. La professionalità della scuola di Santa Monica diventa un caso in Uganda e non solo:
oggi le borse prodotte a Santa Monica vengono vendute in tutto il mondo come pezzi unici di artigianato di alta classe; suor Rosemary fonda la Sister United, azienda per l’esportazione di questi prodotti molto ricercati.
Tutto questo non piace a chi vuole usare le giovani per i propri scopi truci: suor Rosemary viene
più volte minacciata e la sua vita è in pericolo.
Ma indomita continua la sua pacifica «battaglia» che la fa conoscere,
anche grazie all’associazione Pros For Africa che l’avvocato americano
Reggie Whitten fonda per aiutarla. Grazie a diversi
premi ricevuti la notorietà di suor Rosemary si espande a livello
internazionale: viene invitata in diversi Paesi (Canada, Stati Uniti,
Svezia…) per portare la sua testimonianza.
Il racconto di
Cucire la speranza ci restituisce un’incredibile storia di
fiducia, compassione e solidarietà di una religiosa che opera e si
impegna secondo uno slogan quanto mai efficace:
«La fede è meglio praticarla che predicarla».
Il coraggio e l’azione di suor Rosemary sono oggetto del documentario «Seewing Hope» che sarà trasmesso su Tv2000 a settembre.
L’incontro
è organizzato dall’Ufficio missionario diocesano di Vicenza, da
Presenza Donna, dal Centro culturale San Paolo, dalla Libreria San Paolo
e dall’Editrice
Missionaria Italiana.
Associazione Presenza Donna
Centro Documentazione e Studi