Basta armi all’Arabia Saudita, basta massacri di bambini yemeniti.
La parlamentare laburista britannica Jo Cox, uccisa oggi
da un fanatico nazionalista al grido “prima la Gran Bretagna”, era anche
un’attivista dei diritti umani. Il suo ultimo articolo, pubblicato il
14 giugno anche sui suo profilo facebook,
chiede al governo britannico di interrompere la vendita di armi
all’Arabia Saudita, che li usa nella guerra in Yemen, di cui le prime
vittime sono i bambini. E’ lo stesso appello che il Movimento
Nonviolento – insieme alla Rete Italiana Disarmo – da tempo rivolge al
governo italiano. Oggi con più forza, anche per continuare l’impegno di
Jo Cox. Ecco di seguito la traduzione integrale del suo articolo (a cura di Abir Soleiman)
Se, come il ministro degli Esteri sostiene, “relazioni strette con i
paesi del Golfo sono cruciali per la sicurezza della Gran Bretagna”, non
è anche arrivato il momento di usare il nostro stretto legame con
l’Arabia Saudita per porre fine al massacro di bambini yemeniti?
Quindici mesi fa il conflitto in Yemen si è acutizzato, quando la
coalizione guidata dall’Arabia Saudita ha avviato un intervento militare
a sostegno del governo contro l’opposizione Houthi. Metà della
popolazione dello Yemen ora non ha accesso ai beni primari – cibo, acqua
e farmaci. E con la violenza che si diffonde nel paese, il bilancio
delle vittime continua a salire.
La vita dei bambini in Yemen è sempre stata difficile, ma il recente
conflitto la sta rendendo insostenibile. I bambini rappresentano un
terzo delle vittime civili e, da marzo dello scorso anno, una media di
sei bambini al giorno vengono uccisi o feriti. I bambini vengono anche
violentati, rapiti e reclutati come bambini-soldato. E come in Siria,
anche posti che dovrebbero essere sicuri, come scuole e ospedali,
vengono continuamente attaccati. Non esiste posto dove ripararsi. Nel
2015 l’Onu ha attribuito il 60 per cento dei bambini feriti e il 48 per
cento degli attacchi a scuole e ospedali alla coalizione guidata
dall’Arabia Saudita. E la scorsa settimana, il report annuale del
segretario generale delle Nazioni Unite su bambini e conflitti armati,
per la prima volta, ha messo tale coalizione nella “list of shame”
(lista della vergogna) per l’uccisione e la mutilazione di bambini. Tale
coalizione si è così aggiunta a una lista di altri gruppi armate,
statali e non, conosciuti per il terribile record di gravi violazioni
contro bambini, e che comprende anche i governi del Sud Sudan e della
Siria, così come Isis e Boko Haram. Anche gli Houthi fanno parte da
alcuni anni di questa lista.
In ogni caso, con una mossa inaspettata e profondamente sconvolgente,
lunedì notte il segretario generale ha temporaneamente rimosso la
coalizione guidata dall’Arabia Saudita dalla lista, a seguito di pesanti
pressioni dei sauditi e dei loro alleati. La rimozione è da intendere
come temporanea, tuttavia il rappresentante permanente dell’Arabia
Saudita presso le Nazioni Unite ha già dichiarato la decisione
“irreversibile e incondizionata”. Questa azione segna un pericoloso e
dannoso precedente, indebolisce la credibilità del report e, di fatto,
indebolisce uno dei pochi concreti meccanismi internazionali per
controllare gli abusi sui bambini durante una guerra. Inoltre, ignora
l’ormai schiacciante prova di violazioni del diritto internazionale
umanitario in Yemen – alcune delle quali potrebbero costituire crimini
di guerra.
Alla luce di questo, la posizione del governo (inglese, ndr) è
indifendibile e deve intervenire con urgenza attraverso tre azioni.
Primo, dovrebbe usare tutta la sua influenza – inclusa l’appartenenza al
gruppo di lavoro su “bambini e conflitti” del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite – per rimettere i sauditi dove dovrebbero stare,
nella “list of shame” (lista della vergogna). Secondo, è tempo di
smettere con le titubanze e lavorare con la comunità internazionale al
fine di avviare un’inchiesta indipendente su presunte violazioni del
diritto internazionale umanitario da parte di tutti gli attori del
conflitto. Infine, il governo dovrebbe immediatamente sospendere la
vendita di armi a qualsiasi delle parti che possa utilizzarle violando
il diritto internazionale.
Il Regno Unito è uno dei maggiori fornitori di armi dell’Arabia
Saudita, con vendite che toccano i 6 bilioni di sterline nell’ultimo
anno. Se il governo continua a vendere armi a monarchie che le
utilizzano per infliggere danni indiscriminati e sproporzionati ai
civili e alle infrastrutture, stando al diritto nazionale, dell’Unione
Europea e a quello internazionale, allora lo sta facendo illegalmente.
Questa settimana abbiamo sentito un’altra volta il governo dire che solo
lavorando insieme all’Arabia Saudita possiamo influenzarla. Lo accetto.
Ma sicuramente è ora che il governo dimostri che questa influenza può
aiutare i bambini yemeniti, così come contribuire alla sicurezza della
Gran Bretagna. Stasera, i bambini in Yemen andranno a dormire con la
paura del presente e sperando in un futuro migliore. Questi bambini
hanno disperatamente bisogno che il governo inglese compia queste tre
azioni. Non possiamo continuare a deluderli.