domenica 8 settembre 2019

Dal discorso di papa Francesco ad Antananarivo, Madagascar

dalla pagina http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/september/documents/papa-francesco_20190907_autorita-madagascar.html

[...] vi incoraggio a lottare con forza e determinazione contro tutte le forme endemiche di corruzione e di speculazione che accrescono la disparità sociale e ad affrontare le situazioni di grande precarietà e di esclusione che generano sempre condizioni di povertà disumana. Da qui la necessità di introdurre tutte le mediazioni strutturali che possano assicurare una migliore distribuzione del reddito e una promozione integrale di tutti gli abitanti, in particolare dei più poveri. Tale promozione non può limitarsi alla sola assistenza, ma chiede il riconoscimento di soggetti giuridici chiamati a partecipare pienamente alla costruzione del loro futuro (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 204-205).

Inoltre, abbiamo imparato che non possiamo parlare di sviluppo integrale senza prestare attenzione alla nostra casa comune e prendercene cura. Non si tratta solo di trovare gli strumenti per preservare le risorse naturali, ma di cercare «soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Enc. Laudato si’, 139).

La vostra bella isola del Madagascar è ricca di biodiversità vegetale e animale, e questa ricchezza è particolarmente minacciata dalla deforestazione eccessiva a vantaggio di pochi; il suo degrado compromette il futuro del Paese e della nostra casa comune. Come sapete, le foreste rimaste sono minacciate dagli incendi, dal bracconaggio, dal taglio incontrollato di legname prezioso. La biodiversità vegetale e animale è a rischio a causa del contrabbando e delle esportazioni illegali. È vero che, per le popolazioni interessate, molte di queste attività che danneggiano l’ambiente sono quelle che assicurano per il momento la loro sopravvivenza. È dunque importante creare occupazioni e attività generatrici di reddito che siano rispettose dell’ambiente e aiutino le persone ad uscire dalla povertà. In altri termini, non può esserci un vero approccio ecologico né una concreta azione di tutela dell’ambiente senza una giustizia sociale che garantisca il diritto alla destinazione comune dei beni della terra alle generazioni attuali, ma anche a quelle future.

Su questa strada, dobbiamo impegnarci tutti, compresa la comunità internazionale. Molti suoi rappresentanti sono presenti oggi. Bisogna riconoscere che l’aiuto fornito da queste organizzazioni internazionali allo sviluppo del Paese è grande e che rende visibile l’apertura del Madagascar al mondo. Il rischio è che questa apertura diventi una presunta “cultura universale” che disprezza, seppellisce e sopprime il patrimonio culturale di ogni popolo. La globalizzazione economica, i cui limiti sono sempre più evidenti, non dovrebbe portare ad una omogeneizzazione culturale. Se prendiamo parte a un processo in cui rispettiamo le priorità e gli stili di vita originari e in cui le aspettative dei cittadini sono onorate, faremo in modo che l’aiuto fornito dalla comunità internazionale non sia l’unica garanzia dello sviluppo del Paese; sarà il popolo stesso che progressivamente si farà carico di sé, diventando l’artefice del proprio destino. 
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