dalla pagina http://www.news.va/it/news/papa-francesco-a-bozzolo-e-barbiana-sulle-tombe-di
Papa Francesco è arrivato a Bozzolo dove è stato accolto dal vescovo
di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che ha annunciato l'avvio del
processo di beatificazione di don Mazzolari il prossimo 18 settembre,
dal sindaco della cittadina, e dal calore dei fedeli. Poi, nella
parrocchia di San Pietro la preghiera sulla tomba di don Primo Mazzolari
e un discorso. Poi si sposterà a Barbiana. Alle 11.15 è previsto
l’atterraggio. Qui sarà accolto dal cardinale Giuseppe Betori,
arcivescovo di Firenze e dal sindaco. Visiterà la tomba di don Lorenzo
Milani. Poi si sposterà nella chiesa e sul prato adiacente terrà un
discorso. Alle 13,15 è previsto l’atterraggio nell’eliporto del
Vaticano. Questo il programma del pellegrinaggio di Francesco a Bossolo e Barbiana
Il nostro inviato, Alessandro Gisotti, ci racconta
che c’è un clima di grande gioia, di grande felicità. Ci sono tantissimi
giovani nella piazza davanti alla Chiesa, che sono qui addirittura
dalle 5.30-6.00 di mattina.
Il nostro inviato a Barbiana, Luca Collodi, ci
racconta che il Papa atterrerà in un campo, praticamente sotto alla
chiesa di Barbiana e andrà subito in visita privata a pregare nel
cimitero dove si trova la tomba di don Lorenzo Milani, a 50 anni dalla
morte; poi, nella chiesa, incontrerà i discepoli di don Milani, gli
studenti oggi anziani ma che sono gli eterni ragazzi di don Milani.E poi
il Papa proprio accanto alla canonica, anche qui, in un prato terrà un
discorso commemorativo, saranno presenti circa 200 persone. E’ un luogo
di pace questo di Barbiana, dove le persone che arrivano hanno veramente
un contatto con quello che lo Spirito ha fatto in tutti questi anni.
(Da Radio Vaticana)dalla pagina https://www.internazionale.it/opinione/franco-lorenzoni-2/2017/06/19/don-milani-barbiana
Cinque ragioni per tornare a don Milani
“Io ero nella stanza accanto a fare scuola. Arrivò un ragazzino con
una paginetta che diceva ‘Cara professoressa, lei è una poco di buono’ o
cose simili. Io mi alzai e andai da don Lorenzo e gli dissi: ‘È una
porcheria! È il foglio di un ragazzo arrabbiato!’. Il priore mi domandò:
‘La vuoi più bella? E noi la faremo più bella!’. Parlava sorridendo
come uno a cui è venuta un’idea geniale; l’idea lo divertiva”. Così
Adele Corradi racconta la scintilla che diede vita alla lettera più famosa della storia della pedagogia,
scaturita dalla rabbia di un ragazzo che il suo maestro colse al volo,
trasformandola nel cuore pulsante del suo laboratorio educativo per nove
mesi, nel suo ultimo anno di vita.
Verso la fine di Lettera a una professoressa troviamo scritto: “Così abbiamo capito cos’è un’opera d’arte. È voler male a qualcuno o a qualcosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra. Pian piano viene fuori quello che di vero c’è sotto l’odio. Nasce l’opera d’arte: una mano tesa al nemico perché cambi”. Per Pier Paolo Pasolini è “una delle più straordinarie definizioni di quello che deve essere la poesia”.
[continua]
Verso la fine di Lettera a una professoressa troviamo scritto: “Così abbiamo capito cos’è un’opera d’arte. È voler male a qualcuno o a qualcosa. Ripensarci sopra a lungo. Farsi aiutare dagli amici in un paziente lavoro di squadra. Pian piano viene fuori quello che di vero c’è sotto l’odio. Nasce l’opera d’arte: una mano tesa al nemico perché cambi”. Per Pier Paolo Pasolini è “una delle più straordinarie definizioni di quello che deve essere la poesia”.
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