dalla pagina https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/u/20545499
14 giu 2017 — E' NATO IL NEONAZISMO IN EUROPA
di Manlio Dinucci
L’Ucraina,
di fatto già nella Nato, vuole ora entrarvi ufficialmente. Il
parlamento di Kiev, l’8 giugno, ha votato a maggioranza (276 contro 25)
un emendamento legislativo che rende prioritario tale obiettivo.
La
sua ammissione nella Nato non sarebbe solo un atto formale. La Russia
viene accusata dalla Nato di aver annesso illegalmente la Crimea e di
condurre azioni militari contro l’Ucraina. Di conseguenza, se l’Ucraina
entrasse ufficialmente nella Nato, gli altri 29 membri della Alleanza,
in base all’Articolo 5, dovrebbero «assistere la parte attaccata
intraprendendo l’azione giudicata necessaria, compreso l’uso della forza
armata». In altre parole, dovrebbero andare in guerra contro la Russia.
Il merito di aver introdotto nella legislazione ucraina
l’obiettivo di entrare nella Nato va al presidente del parlamento Andriy
Parubiy. Cofondatore nel 1991 del Partito nazionalsociale ucraino, sul
modello del Partito nazionalsocialista di Adolf Hitler; capo delle
formazioni paramilitari neonaziste, usate nel 2014 nel putsch di Piazza
Maidan, sotto regia Usa/Nato, e nel massacro di Odessa; capo del
Consiglio di difesa e sicurezza nazionale che, con il Battaglione Azov e
altre unità neonaziste, attacca i civili ucraini di nazionalità russa
nella parte orientale del paese ed effettua con apposite squadracce
feroci pestaggi di militanti del Partito comunista, devastando le sue
sedi e facendo roghi di libri in perfetto stile nazista, mentre lo
stesso Partito sta per essere messo ufficialmente fuorilegge.
Questo
è Andriy Parubiy che, in veste di presidente del parlamento ucraino
(carica conferitagli per i suoi meriti democratici nell’aprile 2016), è
stato ricevuto il 5 giugno a Montecitorio dalla presidente della
Camera, Laura Boldrini. «L'Italia - ha sottolineato la presidente
Boldrini - ha sempre condannato l'azione illegale avvenuta ai danni di
una parte del territorio ucraino». Ha così avallato la versione Nato
secondo cui sarebbe stata la Russia ad annettersi illegalmente la
Crimea, ignorando il fatto che la scelta dei russi di Crimea di
staccarsi dall’Ucraina e rientrare nella Russia è stata presa per
impedire di essere attaccati, come i russi del Donbass, dai battaglioni
neonazisti e le altre forze di Kiev.
Il cordiale colloquio si è
concluso con la firma di un memorandum d'intesa che «rafforza
ulteriormente la cooperazione parlamentare tra le due assemblee, sia sul
piano politico che su quello amministrativo». Si rafforza così la
cooperazione tra la Repubblica italiana, nata dalla Resistenza contro il
nazi-fascismo, e un regime che ha creato in Ucraina una situazione
analoga a quella che portò all’avvento del fascismo negli anni Venti e
del nazismo negli anni Trenta.
Il battaglione Azov, la cui
impronta nazista è rappresentata dall’emblema ricalcato da quello delle
SS Das Reich, è stato incorporato nella Guardia nazionale, trasformato
in unità militare regolare e promosso allo status di reggimento
operazioni speciali. È stato quindi dotato di mezzi corazzati e pezzi
d’artiglieria.
Con altre formazioni neonaziste, trasformate in
unità regolari, viene addestrato da istruttori Usa della 173a
divisione aviotrasportata, trasferiti da Vicenza in Ucraina, affiancati
da altri della Nato.
L’Ucraina di Kiev è così divenuta il
«vivaio» del rinascente nazismo nel cuore dell’Europa. A Kiev
confluiscono neonazisti da tutta Europa, Italia compresa. Dopo essere
stati addestrati e messi alla prova in azioni militari contro i russi di
Ucraina nel Donbass, vengono fatti rientrare nei loro paesi.
Ormai la Nato deve ringiovanire i ranghi di Gladio.
Leggi anche: Breve storia della NATO dal 1991 ad oggi (Parte 10)