2017-06-08 Radio Vaticana
Per
molti anni la salute degli oceani e dei mari non è stata adeguatamente
considerata. Abbiamo privilegiato il nostro diritto e libertà a goderne
senza considerare le responsabilità, personali e nazionali verso beni
tanto preziosi. Così il card. Peter Turkson, capo delegazione della
Santa Sede alla Conferenza Onu in corso fino al 9 giugno a New York
sulla tutela e l’utilizzo di oceani, mari e risorse marine per lo
sviluppo sostenibile, in concomitanza con l’odierna Giornata mondiale
degli oceani indetta dalle Nazioni Unite.
Occorre un accordo globale per la protezione degli oceani
Il presidente del Pontificio Consiglio per il servizio dello sviluppo umano integrale rimarca come ad oggi non esista alcun accordo globale o tantomeno un ente istituzionale che affronti nello specifico la cura e la protezione delle risorse degli oceani. Mancano adeguati quadri giuridici e spesso le leggi esistenti non vengono attuate. Eppure, è la considerazione del porporato, un tale accordo si fa sempre più urgente guardando al massiccio utilizzo di tali risorse.
Il presidente del Pontificio Consiglio per il servizio dello sviluppo umano integrale rimarca come ad oggi non esista alcun accordo globale o tantomeno un ente istituzionale che affronti nello specifico la cura e la protezione delle risorse degli oceani. Mancano adeguati quadri giuridici e spesso le leggi esistenti non vengono attuate. Eppure, è la considerazione del porporato, un tale accordo si fa sempre più urgente guardando al massiccio utilizzo di tali risorse.
Valore insostituibile degli oceani
Il valore degli oceani infatti va ben oltre quello della pesca e della navigazione: essi - evidenzia il cardinale Turkson - sono una grande fonte di energia rinnovabile e una ricchezza a livello biologico e minerale: forniscono cibo e materie prime, offrono insostituibili benefici all’ambiente come la purificazione dell’aria ed hanno un ruolo significativo nella stabilità climatica, nel ciclo dei rifiuti e nel mantenimento di habitat critici per la vita sulla terra.
Il valore degli oceani infatti va ben oltre quello della pesca e della navigazione: essi - evidenzia il cardinale Turkson - sono una grande fonte di energia rinnovabile e una ricchezza a livello biologico e minerale: forniscono cibo e materie prime, offrono insostituibili benefici all’ambiente come la purificazione dell’aria ed hanno un ruolo significativo nella stabilità climatica, nel ciclo dei rifiuti e nel mantenimento di habitat critici per la vita sulla terra.
Appello ad una conversione ecologica: pensare alle generazioni future
L’approccio dunque non può essere egoistico: il capo delegazione della Santa Sede esorta a pensare alle generazioni future che riceveranno in eredità i frutti del nostro comportamento: “in molte tradizioni religiose - osserva - l’acqua è simbolo di pulizia, rinascita e rinnovamento”. L’invito è quindi ad una conversione ecologica come auspicato da Papa Francesco: “la cura per la nostra casa comune è e sarà sempre un imperativo morale”.
L’approccio dunque non può essere egoistico: il capo delegazione della Santa Sede esorta a pensare alle generazioni future che riceveranno in eredità i frutti del nostro comportamento: “in molte tradizioni religiose - osserva - l’acqua è simbolo di pulizia, rinascita e rinnovamento”. L’invito è quindi ad una conversione ecologica come auspicato da Papa Francesco: “la cura per la nostra casa comune è e sarà sempre un imperativo morale”.
Impegno della Santa Sede per sviluppo sostenibile
A riguardo è fermo l’impegno della Santa Sede a favorire il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti, “perché la gravità delle questioni che affrontano i nostri oceani coinvolge l'esistenza stessa dell'umanità”. Il card. Turkson quindi rinnova l’invito di Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ a modificare stili di vita dannosi per la tutela del Creato. L’uso sconsiderato delle risorse del pianeta infatti deve essere affrontato a tutti i livelli: dal comportamento individuale alle politiche nazionali, fino agli accordi internazionali multilaterali.
A riguardo è fermo l’impegno della Santa Sede a favorire il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti, “perché la gravità delle questioni che affrontano i nostri oceani coinvolge l'esistenza stessa dell'umanità”. Il card. Turkson quindi rinnova l’invito di Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ a modificare stili di vita dannosi per la tutela del Creato. L’uso sconsiderato delle risorse del pianeta infatti deve essere affrontato a tutti i livelli: dal comportamento individuale alle politiche nazionali, fino agli accordi internazionali multilaterali.
Preoccuparsi dell’ambiente vuol dire proteggere i più vulnerabili
Deterioramento ambientale e degrado etico ed umano - spiega il porporato - sono strettamente legati, l’ambiente non può essere considerato come separato da noi stessi o semplicemente come lo spazio in cui viviamo. L’approccio deve dunque essere etico e non esclusivamente fondato su una logica di profitto, ma integrare tutela del creato e lotta alla povertà e all’esclusione sociale: solo così potrà esserci un godimento collettivo del bene comune e una solidarietà intergenerazionale. “Preoccuparsi dell’ambiente vuol dire proteggere i più vulnerabili”. (A cura di Paolo Ondarza)
Deterioramento ambientale e degrado etico ed umano - spiega il porporato - sono strettamente legati, l’ambiente non può essere considerato come separato da noi stessi o semplicemente come lo spazio in cui viviamo. L’approccio deve dunque essere etico e non esclusivamente fondato su una logica di profitto, ma integrare tutela del creato e lotta alla povertà e all’esclusione sociale: solo così potrà esserci un godimento collettivo del bene comune e una solidarietà intergenerazionale. “Preoccuparsi dell’ambiente vuol dire proteggere i più vulnerabili”. (A cura di Paolo Ondarza)