13/02/2017 Volete educare vostro figlio alla “cultura delle armi”? Volete fargli desiderare l’ebbrezza di imbracciare un vero fucile o di una pistola semiautomatica? Per farlo, se vostro figlio è minorenne, avreste dovuto portarlo nella cittadina veneta. L’unica in Europa dove sono ammessi i minori
A Vicenza, dall’11 al 13 febbraio, si svolge l’unica fiera
dell’Unione Europea in cui i ragazzini possono entrare e ammirare le
novità in fatto di armi e munizioni, con tanto di «spazio
esperienziale». A nulla sono valse le proteste della Diocesi,
delle associazioni pacifiste e del mondo cattolico (dall’Azione
Cattolica alle Acli, da Pax Christi all’Associazione Papa Giovanni
XXII). È il mercato, bellezza!
Sì, infatti la città veneta incassa ospitando «i top brand del settore
armi e munizioni», mirando «a diventare l’appuntamento di riferimento in
Italia e in Europa per il comparto armiero made in Italy». HIT Show: un nome, un programma: è l’acronimo di Hunting, Individual Protection and Target Sports ma “hit” è il verbo inglese per “colpire” –
è la più grande fiera internazionale per la promozione delle armi per
il pubblico generalista, con 36.000 visitatori l’anno scorso (+16%
rispetto al 2015) e 413 espositori italiani ed esteri. Non solo caccia e
sport, ma anche pistole per la protezione personale. «Quest’anno»,
annunciano fieri gli organizzatori dell’Italian Exhibition Group, «la novità è la nuova edizione della canna».
Già nelle fiere degli anni scorsi (siamo alla terza), la Chiesa di Vicenza era in prima linea nell’esprimere
totale disappunto, sia con il settimanale diocesano La Voce dei Berici, sia con la Pastorale Giovanile e la Commissione per la Pastorale sociale. Va dritto al punto don Matteo Pasinato, che per la Diocesi guida quest’ultimo ufficio: «Far sapere quali e quanti danni provocano nel mondo le armi è un dovere educativo». Un’idea, però, non in linea con gli interessi economici di certi settori. Lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Riva, sulle pagine della Voce dei Berici, ha spiegato: «È necessario domandarsi che tipo di educazione la nostra società vuole trasmettere dando in mano a dei ragazzini degli strumenti volti all’eliminazione dell’altro. Quando si parla di educazione alla pace non si intende impedire ai bambini lo scontro nei rapporti con il prossimo, ma far capire che l’aggressività e la rabbia devono essere gestite in un’ottica di confronto, con lo scopo di arrivare a un epilogo sereno. Il litigio rappresenta il momento di riconoscimento del coetaneo. Le armi, invece, portano a un’unica e irrevocabile conclusione, ovvero alla soppressione fisica».
totale disappunto, sia con il settimanale diocesano La Voce dei Berici, sia con la Pastorale Giovanile e la Commissione per la Pastorale sociale. Va dritto al punto don Matteo Pasinato, che per la Diocesi guida quest’ultimo ufficio: «Far sapere quali e quanti danni provocano nel mondo le armi è un dovere educativo». Un’idea, però, non in linea con gli interessi economici di certi settori. Lo psicologo e psicoterapeuta Claudio Riva, sulle pagine della Voce dei Berici, ha spiegato: «È necessario domandarsi che tipo di educazione la nostra società vuole trasmettere dando in mano a dei ragazzini degli strumenti volti all’eliminazione dell’altro. Quando si parla di educazione alla pace non si intende impedire ai bambini lo scontro nei rapporti con il prossimo, ma far capire che l’aggressività e la rabbia devono essere gestite in un’ottica di confronto, con lo scopo di arrivare a un epilogo sereno. Il litigio rappresenta il momento di riconoscimento del coetaneo. Le armi, invece, portano a un’unica e irrevocabile conclusione, ovvero alla soppressione fisica».
Quest’anno la battaglia si è concentrata proprio sulla presenza dei bambini.
Sembrava si fosse arrivati a una svolta: dopo le richieste del fronte
pacifista al Comune di Vicenza, che è azionista della Fiera ed è guidato
dal sindaco Pd Achille Variati, gli organizzatori si erano impegnati a non far entrare i minori di 14 anni, scrivendolo pure nel Regolamento del Visitatore. Il triste epilogo lo racconta Giorgio Beretta dell’Osservatorio Opal di Brescia: «Su pressioni politiche del consigliere regionale Sergio Berlato (Fratelli d’Italia–An) e dell’associazione di cacciatori Convavi, è stato reintrodotto il permesso d’ingresso ai bambini».
La decisione è stata tanto incredibile nella sua goffaggine quanto
patetica e inaccettabile nella motivazione: si è trattato – hanno
scritto gli organizzatori in un comunicato – di «un refuso dovuto a uno
spiacevole equivoco».
Nel Regolamento in vigore, lo stesso degli anni scorsi, si fa
«espresso divieto da parte dei minori di maneggiare le armi esposte».
Eppure, nella pratica, le foto delle passate edizioni provano il
contrario: i minori le maneggiano tranquillamente e anzi spesso sono gli
addetti agli stand a porgerle. Spiega Giorgio Beretta: «Non è
vietato dalle leggi italiane farli entrare, ma HIT è l’unico caso di
un’esposizione nell’Ue dove ci sono tutte le tipologie di armi, tranne
quelle propriamente “da guerra/militari”, a cui è permesso l'accesso ai
minori. La maggior fiera di queste armi è l’IWA Outdoor Classic di
Norimberga ma è riservata ai soli “operatori di settore” (non a
cacciatori o sportivi). E in ogni caso lì è espressamente vietato
l’ingresso ai minorenni».
L’appuntamento di Vicenza, inoltre, è stata l’occasione per
proporre una cultura “pro-armi”, tra convegni e messaggi contro le
“restrizioni” europee sul tema. Spiace che siano anche le
istituzioni pubbliche – oltre al Comune, anche la Provincia di Vicenza e
la Regione Emilia Romagna sono azionisti – ad avvallare questo
messaggio diseducativo. Nell’articolo 2 dello Statuto Comunale di
Vicenza si parla di pace e cooperazione: «Sarebbe bene fare qualcosa di più per concretizzare questo principio», ha detto don Pasinato. Viene in mente
Papa Francesco quando dice: «Tutti parlano di pace, tutti dichiarano di
volerla, ma purtroppo il proliferare di armamenti conduce in senso
contrario. Possiamo unire le nostre voci nell’auspicare una
nuova stagione di impegno coraggioso contro la crescita degli armamenti e
per la loro riduzione».