venerdì 8 gennaio 2016

Esodo 14: carri, cavalieri, esercito...

il brano di Esodo letto nella Cattedrale di Vicenza il primo gennaio in occasione del Cammino di Pace 2016

Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare; tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano presso Pi-Achiròt, davanti a Baal-Sefòn. Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero a Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». Mosè rispose: «Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli».
Il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri». Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare. Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; 31Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.

il dialogo padre - figlio letto in Cattedrale a commento del brano di Esodo 14

B/ «Papà com’è bello questo racconto? Ma io non ho mai visto il mare dividersi in due!»
A/ «E hai mai visto gli uomini divisi? Siamo tutti figli di Dio. E invece ci dividiamo tra noi. Alcuni fanno i padroni e altri sono schiacciati come schiavi … Dio aveva visto come si erano divisi gli uomini e questo aveva diviso perfino il suo cuore».
B/ «Allora il miracolo delle acque che si dividono è meno incredibile di quello che fanno gli uomini dividendosi?»
A/ «Sì … dividere il mare è un miracolo. Ma quando gli uomini si dividono è un miracolo al contrario, e solo gli uomini lo sanno fare».
B/ «Ma in fondo gli egiziani non erano anche loro creature di Dio?»
A/ «Certo che lo erano … ma non volevano ammetterlo. Il giorno prima di lasciar partire Israele il Faraone disse a Mosè: “All’infuori di me non esiste Dio sulla faccia della terra …, io sì che mi sono fatto da me e ho fatto il fiume Nilo”. Chi è potente si confonde sempre, crede di essere il padrone di tutto e di tutti, pensa di essersi creato da solo. Si sente un “dio” … come tu quando fai il capriccioso e batti i pugni. Lo sai che è difficile scendere dai troni che ci costruiamo noi stessi?»
B/ «Ma allora perché il faraone ha inseguito gli ebrei dopo averli lasciati andare?»
A/ «Perché tutti hanno un filo di compassione. Anche chi si crede il più potente può provare dei sentimenti. E quel giorno il faraone lasciò andare gli ebrei perché era un uomo. E gli uomini hanno dentro qualcosa che è più grande della loro potenza. Vedi, il faraone aveva dentro una debolezza e finì per ascoltarla. Quando gli uomini uccidono la debolezza che hanno dentro allora muoiono prima ancora di morire».
B/ «E perché si è pentito di averli lasciati andare?»
A/ «Non so come siano andate le cose … ma quando vogliamo bene abbiamo sempre paura di perdere qualcosa. Il faraone aveva perso gli schiavi, e anche gli egiziani avrebbero dovuto lavorare. Non c’è paura più grande di essere come tutti gli altri, per questo anche noi a volte parliamo della libertà delle persone, della dignità degli uomini, ma poi amiamo solo la nostra libertà e proteggiamo noi stessi …»
B/ «Allora vuoi dire che gli egiziani si erano pentiti di aver dato la libertà perché avevano perso la loro libertà? … E perché non potevano essere liberi tutti?»
A/ «Se tutti siamo liberi allora dobbiamo cambiare troppe cose. E allora è meglio salvare la libertà di qualcuno e andare a riprenderci gli schiavi …»
B/ «Ma come mai gli ebrei avevano paura? Perché volevano tornare indietro?»
A/ «Perché camminando erano arrivati fino al mare. Dietro avevano gli egiziani e davanti avevano il mare. Questi sono i poveri più poveri. Non hanno niente dietro di loro e non hanno niente davanti. Ecco perché i poveri sono disposti a tutto. Perché non hanno vie di uscita né dietro di loro né davanti a loro …»
B/ «Ma allora i poveri sono disposti davvero a tutto? Sono disposti a vendersi come schiavi? Sono disposti a cercare qualsiasi via di uscita? Ma non è tutta colpa loro!»
B/ «E perché Dio si è preoccupato di aprire il mare? Perché nessuno si preoccupava di loro? Ma … Dio ha proprio un debole per i poveri!»
A/ «Sì. I piedi sono passati all’asciutto perché Dio è disposto a prendersi cura di chi non ha altro che i suoi piedi. Mentre gli egiziani – hai sentito quante volte lo ha detto la lettura – non avevano i piedi nudi. Avevano carri, cavalli, cavalieri, un esercito … armi».
A/ «Chi fa conto dei suoi piedi nudi alla fine passerà asciutto … chi si appesantisce con i carri, con i cavalli, con le armi … si impantana sul fango. Le ruote si incagliano, il peso ti fa affondare … mentre chi è a piedi nudi esce sano e salvo».
B/ «Ma allora perché oggi nessuno si salva più? Non c’è più nessuno a piedi nudi? E nessuno esce più asciutto dal mare …»
A/ «Proprio così. Noi non abbiamo imparato la lezione del Mar Rosso … e continuiamo a costruire carri, armi, eserciti. E poi li vendiamo anche ai poveri. Siamo noi che li appesantiamo, li impantaniamo come noi, li costringiamo a incagliarsi invece che proteggere la loro debolezza …».
B/ «Ma perché siamo così stupidi? Se i piedi nudi escono asciutti, perché abbiamo così tanti carri, cavalli, ed eserciti?»
A/ «Perché non abbiamo più voglia di camminare verso la libertà … Ma mi raccomando! ricordati i piedi nudi! … Che ti serviranno più dei carri e dei cavalli»