il brano di Esodo letto nella Cattedrale di Vicenza il primo gennaio in occasione del Cammino di Pace 2016
Quando fu riferito
al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi
ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto,
lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il
cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra
ciascuno di essi. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi
stavano accampati presso il mare; tutti
i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito erano
presso Pi-Achiròt, davanti a Baal-Sefòn. Quando il faraone fu vicino, gli
Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro!
Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero a
Mosè: «È forse perché non c’erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a
morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti
dicevamo in Egitto: “Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio
per noi servire l’Egitto che morire nel deserto”?». Mosè rispose: «Non abbiate
paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per
voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il
Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli».
Il Signore disse a
Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il
cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché
gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia
gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io
sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri». Allora
Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il
mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli
Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un
muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi
cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare. Ma alla veglia del
mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul
campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò
le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora
gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte
per loro contro gli Egiziani!».
Il Signore disse a
Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè
stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello
consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore
li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito
del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò
neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al
mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. In quel
giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli
Egiziani morti sulla riva del mare; 31Israele vide la mano potente con la quale
il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e
credette in lui e in Mosè suo servo.
il dialogo padre - figlio letto in Cattedrale a commento del brano di Esodo 14
B/ «Papà com’è
bello questo racconto? Ma io non ho mai visto il mare dividersi in due!»
A/ «E hai mai visto
gli uomini divisi? Siamo tutti figli di Dio. E invece ci dividiamo tra noi.
Alcuni fanno i padroni e altri sono schiacciati come schiavi … Dio aveva visto
come si erano divisi gli uomini e questo aveva diviso perfino il suo cuore».
B/ «Allora il
miracolo delle acque che si dividono è meno incredibile di quello che fanno gli
uomini dividendosi?»
A/ «Sì … dividere
il mare è un miracolo. Ma quando gli uomini si dividono è un miracolo al
contrario, e solo gli uomini lo sanno fare».
B/ «Ma in fondo gli
egiziani non erano anche loro creature di Dio?»
A/ «Certo che lo
erano … ma non volevano ammetterlo. Il giorno prima di lasciar partire Israele
il Faraone disse a Mosè: “All’infuori di me non esiste Dio sulla faccia della
terra …, io sì che mi sono fatto da me e ho fatto il fiume Nilo”. Chi è potente
si confonde sempre, crede di essere il padrone di tutto e di tutti, pensa di
essersi creato da solo. Si sente un “dio” … come tu quando fai il capriccioso e
batti i pugni. Lo sai che è difficile scendere dai troni che ci costruiamo noi stessi?»
B/ «Ma allora
perché il faraone ha inseguito gli ebrei dopo averli lasciati andare?»
A/ «Perché tutti
hanno un filo di compassione. Anche chi si crede il più potente può provare dei
sentimenti. E quel giorno il faraone lasciò andare gli ebrei perché era un
uomo. E gli uomini hanno dentro qualcosa che è più grande della loro potenza.
Vedi, il faraone aveva dentro una debolezza e finì per ascoltarla. Quando gli
uomini uccidono la debolezza che hanno dentro allora muoiono prima ancora di
morire».
B/ «E perché si è
pentito di averli lasciati andare?»
A/ «Non so come
siano andate le cose … ma quando vogliamo bene abbiamo sempre paura di perdere
qualcosa. Il faraone aveva perso gli schiavi, e anche gli egiziani avrebbero
dovuto lavorare. Non c’è paura più grande di essere come tutti gli altri, per questo anche noi a volte parliamo della
libertà delle persone, della dignità degli uomini, ma poi amiamo solo la nostra
libertà e proteggiamo noi stessi …»
B/ «Allora vuoi
dire che gli egiziani si erano pentiti di aver dato la libertà perché avevano
perso la loro libertà? … E perché non potevano essere liberi tutti?»
A/ «Se tutti siamo liberi allora dobbiamo
cambiare troppe cose. E allora è meglio salvare la libertà di qualcuno e andare
a riprenderci gli schiavi …»
B/ «Ma come mai gli
ebrei avevano paura? Perché volevano tornare indietro?»
A/ «Perché
camminando erano arrivati fino al mare. Dietro avevano gli egiziani e davanti
avevano il mare. Questi sono i poveri più poveri. Non hanno niente dietro di
loro e non hanno niente davanti. Ecco perché i poveri sono disposti a tutto.
Perché non hanno vie di uscita né dietro di loro né davanti a loro …»
B/ «Ma allora i
poveri sono disposti davvero a tutto? Sono disposti a vendersi come schiavi?
Sono disposti a cercare qualsiasi via di uscita? Ma non è tutta colpa loro!»
B/ «E perché Dio si
è preoccupato di aprire il mare? Perché nessuno si preoccupava di loro? Ma …
Dio ha proprio un debole per i poveri!»
A/ «Sì. I piedi
sono passati all’asciutto perché Dio è disposto a prendersi cura di chi non ha
altro che i suoi piedi. Mentre gli egiziani – hai sentito quante volte lo ha
detto la lettura – non avevano i piedi nudi. Avevano carri, cavalli, cavalieri,
un esercito … armi».
A/ «Chi fa conto
dei suoi piedi nudi alla fine passerà asciutto … chi si appesantisce con i
carri, con i cavalli, con le armi … si impantana sul fango. Le ruote si
incagliano, il peso ti fa affondare … mentre chi è a piedi nudi esce sano e
salvo».
B/ «Ma allora
perché oggi nessuno si salva più? Non c’è più nessuno a piedi nudi? E nessuno
esce più asciutto dal mare …»
A/ «Proprio così.
Noi non abbiamo imparato la lezione del Mar Rosso … e continuiamo a costruire
carri, armi, eserciti. E poi li vendiamo anche ai poveri. Siamo noi che li
appesantiamo, li impantaniamo come noi, li costringiamo a incagliarsi invece
che proteggere la loro debolezza …».
B/ «Ma perché siamo
così stupidi? Se i piedi nudi escono asciutti, perché abbiamo così tanti carri,
cavalli, ed eserciti?»
A/ «Perché non
abbiamo più voglia di camminare verso la libertà … Ma mi raccomando! ricordati
i piedi nudi! … Che ti serviranno più dei carri e dei cavalli»