Care amiche e cari amici,
Poco più di due mesi fa abbiamo vissuto la Giornata Mondiale per la Pace del 1° Gennaio 2022. Un nuovo anno iniziava con il sogno e la speranza di un tempo nuovo, libero dalla paura del Covid, un tempo in cui sembrava possibile riportare al centro relazioni di pace e di amicizia tra noi, alla luce del Vangelo.
Nessuno si sarebbe immaginato di dover affrontare una situazione come quella che stiamo vivendo ora, poche settimane dopo: una guerra in Europa tra Russia e Ucraina con la minaccia esplicita di un conflitto nucleare. In realtà una guerra - cosiddetta “a bassa intensità” - era già in atto nella regione ucraina del Donbass a partire dal 2014; pur avendo causato oltre 14mila morti, perlopiù civili, non aveva ricevuto l’attenzione dei mezzi di comunicazione, creando l’illusione di una situazione di pace e di stabilità. E ci sono ancora altri conflitti, spesso dimenticati o volutamente ignorati: pensiamo allo Yemen, alla guerra in Siria o agli scontri ancora in corso in Africa nel Tigrai, solo per fare qualche esempio.
Questa guerra fra Russia e Ucraina ci tocca da vicino non solo perché si svolge in Europa, ma anche perché da parecchi anni molte donne ucraine e di Paesi limitrofi vivono nelle nostre case e nei nostri territori, svolgendo il lavoro umile e prezioso di badanti e governanti: persone che hanno lasciato le loro famiglie per occuparsi delle nostre e, in particolare, dei nostri anziani. Va in particolare a loro quest’anno il nostro pensiero in occasione dell’8 marzo, festa della donna, oltre a un augurio a tutte le donne, soprattutto a quante vivono situazioni di disagio, violenza, discriminazione.
Questo conflitto perciò, in qualche modo, entra direttamente dentro alle nostre case e ci chiede di non essere indifferenti, di aprirci al confronto e all’accoglienza; ci chiede di rispondere alla domanda di fondo: che futuro sogniamo per il nostro mondo? Ci sarà un futuro?
Di fronte alla violenza delle armi e dell’invasione da parte di Putin nei confronti dell’Ucraina è chiaro il dovere di schierarsi a favore di chi sta soffrendo. Ed è oltremodo chiara la necessità di fermare la follia di questa guerra insensata, come ha detto Papa Francesco all’Angelus di Domenica 6 Marzo 2022: “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore!”.
Occorre però anche fermarsi e riflettere: questo scontro, come molti altri, ha radici profonde e responsabilità da parte di tutti i contendenti. Per ottenere la Pace è necessario fermare ogni violenza ma è anche doveroso costruire quotidianamente un mondo di Pace attraverso metodi e atteggiamenti pacifici e non violenti: il dialogo, il confronto, la capacità di trovare compromessi, il mettere al centro il valore non negoziabile della persona, lo sforzo di considerarsi tutti fratelli e sorelle. Così come non si può genericamente affermare di 'volere la pace' e continuare a investire sempre più sulle armi per produrle, venderle, acquistarle, usarle.
Per un cristiano inoltre risulta indispensabile un confronto con il Dio misericordioso per diventare uomini e donne capaci di perdono da donare e da ricevere: non solo persone di Pace ma anche Pacificatori. Occorre avere uno sguardo onesto sulla realtà. È indispensabile vedere, informandosi correttamente nei confronti dei problemi e delle sfide del mondo di oggi; saper giudicare alla luce del Vangelo, studiato e pregato in comunità; agire di conseguenza.
Per un cristiano poi c’è anche la consapevolezza di avere un mondo da custodire, un mondo ricevuto come dono da Dio e da consegnare ai nostri figli, ai più giovani. Solo un mondo di Pace può essere un mondo che ha futuro.
«La terra è generosa e non fa mancare nulla a chi la custodisce. La terra, che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza o peggio ancora arroganza da padroni. Dobbiamo riportarla ai nostri figli migliorata, custodita, perché è stato un prestito che loro hanno fatto a noi» (Videomessaggio “Custodi e non padroni della Terra” di Papa Francesco 7 febbraio 2015).