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Aleppo (Agenzia Fides) – “In questa situazione così frammentata, con
tanti interessi e attori in gioco, è difficile poter essere sicuri al
cento per cento di come stanno le cose. Ma per quello che conosciamo in
base alle nostre esperienze, non riesco proprio a immaginare che il
governo siriano sia così sprovveduto e ignorante da poter fare degli
'errori' così madornali”. Sono queste le prime considerazioni che il
Vescovo siriano Antoine Audo, alla guida della diocesi caldea di Aleppo,
condivide con l'Agenzia Fides riguardo al bombardamento con armi
chimiche realizzato presso Khan Shaykun, nella provincia siriana di
Idlib, in una zona ancora in mano a milizie anti-Assad, a cominciare da
quelle del fronte qaidista al Nusra. Il bombardamento ha provocato la
morte di decine di persone, compresi molti bambini.
Il Vescovo Audo, responsabile di Caritas Siria, ammette che gli scenari del conflitto siriano appaiono spesso enigmatici e manipolati da contrapposte propagande: “e già in altri passaggi delicati della guerra” aggiunge il Vescovo caldeo, “episodi di uso delle armi chimiche hanno avuto un impatto destabilizzante sull'intero quadro. Due giorni fa, il Presidente USA Donald Trump aveva detto che Assad fa parte della soluzione del problema siriano. Adesso fa dichiarazioni per dire il contrario. Ci sono interessi delle forze regionali implicate nella guerra. Conviene sempre tener conto di questo, soprattutto quando certe cose si ripetono con dinamiche molto simili, e innescano le stesse reazioni e gli stessi effetti già sperimentati in passato”.
Il 21 agosto 2013 si verificò un attacco chimico a Gutha, nei sobborghi sud-orientali di Damasco in mano alle forze anti-Assad. L'attacco avvenne dopo che l'allora Presidente USA Barack Obama, circa un anno prima, aveva indicato proprio l'utilizzo di armi chimiche come “linea rossa” per un possibile intervento armato contro la Siria. Governo siriano e milizie anti-Assad si sono sempre rinfacciati a vicenda la responsabilità di quell'attacco. Su iniziativa russa, quella fase di acuta crisi internazionale – segnata dall'ombra di un imminente intervento militare diretto degli USA contro il regime di Assad – fu risolta con l'adesione della Siria alla Convenzione sulle armi chimiche, e con la successiva distruzione dell'arsenale chimico siriano, avvenuta sotto l'egida dell'ONU. (GV) (Agenzia Fides 5/4/2017).
Il Vescovo Audo, responsabile di Caritas Siria, ammette che gli scenari del conflitto siriano appaiono spesso enigmatici e manipolati da contrapposte propagande: “e già in altri passaggi delicati della guerra” aggiunge il Vescovo caldeo, “episodi di uso delle armi chimiche hanno avuto un impatto destabilizzante sull'intero quadro. Due giorni fa, il Presidente USA Donald Trump aveva detto che Assad fa parte della soluzione del problema siriano. Adesso fa dichiarazioni per dire il contrario. Ci sono interessi delle forze regionali implicate nella guerra. Conviene sempre tener conto di questo, soprattutto quando certe cose si ripetono con dinamiche molto simili, e innescano le stesse reazioni e gli stessi effetti già sperimentati in passato”.
Il 21 agosto 2013 si verificò un attacco chimico a Gutha, nei sobborghi sud-orientali di Damasco in mano alle forze anti-Assad. L'attacco avvenne dopo che l'allora Presidente USA Barack Obama, circa un anno prima, aveva indicato proprio l'utilizzo di armi chimiche come “linea rossa” per un possibile intervento armato contro la Siria. Governo siriano e milizie anti-Assad si sono sempre rinfacciati a vicenda la responsabilità di quell'attacco. Su iniziativa russa, quella fase di acuta crisi internazionale – segnata dall'ombra di un imminente intervento militare diretto degli USA contro il regime di Assad – fu risolta con l'adesione della Siria alla Convenzione sulle armi chimiche, e con la successiva distruzione dell'arsenale chimico siriano, avvenuta sotto l'egida dell'ONU. (GV) (Agenzia Fides 5/4/2017).