... come
giorno di festa e del Risorto:
É incredibile! Ci stanno rubando
quasi tutto: non solamente le cose materiali ma soprattutto le
dimensioni fondamentali dell'essere umanità. Infatti, stanno
riducendo la persona umana ad essere sempre più un tubo digerente o
un bidone aspiratutto. Si tratta di una questione antropologica
molto seria, perché la persona umana non ha bisogno solo di
cose, ma di tante altre esigenze: quella del pensare, del credere,
dell'amare, della relazionalità, del giocare, della festa, ecc.
Invece ci riducono ad essere solo consumatori, e per di più potenti
consumatori. Anche se poi perdiamo forma, bellezza e qualità della
nostra vita.
Ci stanno rubando anche madre terra
che è l'habitat umano fondamentale per continuare ad essere ospiti
su questo pianeta terra. Accolti continuamente dall'abbraccio di
madre terra che ci offre sempre tutto quello che serve per poter
vivere una vita dignitosa e piena di bellezza. L'attacco a madre
terra avviene nel trasformare tutti i suoi doni in merce, soprattutto
l'acqua che è la madre della vita.
Continua anche oggi la minaccia contro
la festa e la domenica, cercando di trasformare tutti i giorni
settimanali in lavoro e consumo. Lo conferma il cambiamento da
un'economia di mercato in una società di mercato, dove l'economia ha
trasformato la domenica in una giornata festiva dello shopping
mediante le “cattedrali del consumo”, come dichiarò per primo il
sociologo statunitense George Ritzer.
Questa società del mercato ha già
modificato l'obiettivo del fare shopping, facendolo diventare uno
stile di vita e non più una necessità per soddisfare dei bisogni
primari. Questo significa che si fa fare un'esperienza di vita,
trasformando la festa e la domenica in una giornata dedicata allo
shopping in un mondo incantevole e virtuale, dove tutto ruota attorno
all'acquisto del feticcio che è la merce.
La modernità si è dimostrata
anti-festiva, come pure le scienze sociali, perché la festa era
vista un ostacolo alla macchina dello sviluppo e della razionalità
economica, come sottolinea Antonio Arino, nel libro L’utopia di
Dioniso. Festa tra tradizione e modernità.
Nonostante questi attacchi alla
domenica, rimane una speranza: la festa è una dimensione
antropica e interculturale che mai riusciranno a rubarci perché
fa parte dell'essere umano e della vita di tutti i popoli.
Scrive Graziella Favaro, pedagogista
del Centro COME di Milano: “da sempre gli uomini e i gruppi
sociali sentono il bisogno di interrompere lo scorrere del tempo e la
quotidianità degli eventi con momenti di festa e di celebrazione, di
gioco e rito collettivo (...) Celebrare, ricordare, progettare le
feste: sono avvenimenti che segnano le storie individuali e
collettive come una sorta di punteggiatura che scandisce il racconto
e le biografie di ciascuno”. Infatti, la festa è presente in
tutti i popoli e in tutte le culture e religioni. Ecco perché non
sono riusciti e non riusciranno a spazzare via la festa dalla storia
dell'umanità.
La festa risalta varie dimensioni
fondamentali dell'umanità: la relazionalità mediante le
relazioni umane e lo stare insieme; l'aspetto ludico che si esprime
nell'incontro gioioso, nel gioco e nel divertimento; il valore dello
stacco e della discontinuità dalla vita feriale mediante il riposo,
il silenzio, la contemplazione.
La domenica contiene la festa, come
viene vissuta dal mondo laico, integrando però lo specifico del
mondo cristiano: la Pasqua settimanale, ossia il giorno del Risorto:
“perché questo è proprio il cuore della giornata
domenicale: celebrare il Risorto, sentirlo vivo e rivoluzionario
dentro il tessuto lento e spesso pigro delle nostre abitudini. Se
celebriamo il Risorto allora sarà innovativo anche il nostro stile
di vita”, scrive il vescovo Giancarlo Bregantini nella
prefazione al libretto Vivere da Risorti, custodiamo la domenica
come pasqua settimanale.
La domenica è sacra per noi
cristiani, come lo è il sabato per gli ebrei, oppure il venerdì per
i musulmani: “intuisco che proprio attorno alla
domenica si gioca la forza del nostro cristianesimo, per
farsi umanesimo nuovo (…) Si dica con chiarezza che è un
peccato fare la spesa di domenica. Che è un peccato
tenere aperto un centro commerciale di domenica. Un peccato sociale,
che offende l'uomo oltre che Dio stesso”, dichiara con coraggio
il vescovo Bregantini (sempre nella prefazione). Allora, non
lasciamoci rubare la domenica come giorno di festa per ravvivare
la bellezza e la gioiosità delle relazioni umane, e come giorno
del Risorto per rafforzare la nostra relazione con il Cristo
Risorto che fa nuove tutte le cose e che rende nuovi anche i nostri
stili di vita.
Adriano Sella
(missionario del creato e discepolo
dei nuovi stili di vita)
Info: adrianosella80@gmail.com;
www.contemplazionemissione.org