dalla pagina http://www.enzopennetta.it/2015/06/la-terza-bomba/
La “terza bomba”
di ENZO PENNETTA
Il tabù dell’impiego di armi nucleari è svanito senza che ce ne accorgessimo. La
tecnologia ha permesso di miniaturizzare le potenze e l’esplosione di
una terza bomba, dopo quella di Hiroshima e Nagasaki, sarebbe molto
diversa.
Quando tra il 1944 e il 1945 nei laboratori di Los Alamos si
lavorava alla prima bomba atomica il progetto Manhattan era coperto da
un eccezionale livello di segretezza, la stessa ubicazione dei
laboratori nel Nuovo Messico era stata studiata per permettere di
sfuggire il più possibile ad occhi indiscreti. Al contrario l’impiego
effettivo in Guerra con la scelta di obiettivi come Hiroshima e Nagasaki
ebbe tragicamente la massima visibilità, il Giappone doveva sapere
della nuova arma e delle sue reali potenzialità, ma certamente era
importante che lo sapesse anche L’Unione Sovietica. Oggi dal punto di
vista della ricerca le cose non sono cambiate molto, non è facile sapere
quali siano gli attuali sviluppi delle tecnologie nucleari in campo
bellico, un cambiamento drastico sembra esserci invece sulla
pubblicizzazione degli impieghi di armi all’uranio sui campi di
battaglia.
Oltre alla fabbricazione delle bombe all’epoca
del progetto Manhattan si iniziarono da subito a studiare altri modi
per impiegare le nuove tecnologie, ad esempio l’utilizzo di uranio come
mezzo per “avvelenare” una parte di territorio era stato già ipotizzato
in un memorandum del 30 ottobre 1943 di Conant, Compton, e Urey
al Generale L. R. Groves, responsabile de programma nucleare USA, e
declassificato nel giugno 1974:
Una disseminazione del territorio nemico con polvere di uranio è
stata poi di fatto realizzata nel 1991 quando nel corso della prima
guerra del golfo furono impiegati per la prima volta i proiettili
all’uranio impoverito (U238) che per via delle sue caratteristiche
possiede un’elevata capacità di perforare i mezzi corazzati. Un
proiettile all’uranio impoverito da 30 mm ne contiene circa 300 grammi e
poiché un aereo come l’A10 può esplodere raffiche di 50 colpi in mezzo
secondo, può disseminare ad ogni raffica 15 Kg di uranio sul terreno.
Per via delle pressioni elevatissime a cui i proiettili di uranio
vengono sottoposti durante l’impatto, questo viene però liberato in
un’esplosione della materia compressa che si vaporizza in una nube di
particelle microscopiche che vanno a contaminare in modo diffuso e
pervasivo l’ambiente in accordo a quanto descritto negli studi sugli
effetti delle altissime pressioni dal Nobel per la fisica del 1946 Percy W. Bridgman. Un impiego massiccio di questo tipo di munizionamento si è avuto anche davanti alle coste italiane nel corso delle azioni sulla Libia dove
nel 2011 tonnellate di polvere di uranio, potenzialmente trasportabile
dal vento i luoghi molto lontani, sono state prodotte.
Nonostante
le rassicurazioni che si tratti di uranio non radioattivo i rilevamenti
sul campo e soprattutto gli effetti tra i reduci e tra la popolazione
hanno dimostrato il contrario e le patologie di tipo canceroso sono
aumentate in modo rilevante nelle zone interessate. Ma questo tipo di
contaminazione potrebbe servire anche a nascondere la radioattività
prodotta dall’impiego di altre armi come ad esempio piccole bombe
“tattiche” della potenza di pochi kiloton.
“La
terza bomba” era il titolo di un servizio giornalistico di Rainews24
dell’ottobre 2008 nel quale i giornalista Maurizio Torrealta ha
raccolto una serie di informazioni sia riguardo gli effetti della
radioattività in zone di guerra dove è stato impiegato l’uranio
impoverito, ma anche riguardo un presunto impiego di una testata di 5
kiloton nel corso proprio della prima guerra del golfo. Un servizio che
vale la pena guardare per intero e che mostra, raro caso di giornalismo,
anche immagini davvero crude riguardo gli effetti dell’uranio
impoverito sulle popolazioni civili dell’Irak:
L’informazione su questa presunta esplosione è
giunta a Rainews24 da un veterano, Jim Brown, il quale ha
denunciato che l’impiego di tale arma sarebbe avvenuto il giorno 27
febbraio 1991 a Bassora, appena prima della resa dell’Irak, vicino al
confine con l’Iran. Non avendo altre possibilità per verificare
l’informazione Torrealta effettuò un’indagine sulla inevitabile onda
sismica che un evento di questo tipo avrebbe dovuto lasciare nelle
stazioni di rilevamento di vari paesi. La ricerca portò
all’individuazione di un evento sismico del grado 4.2 della scala
Richter nel giorno indicato, il 27 febbraio 1991 nella zona di Bassora.
Se l’esplosione fosse stata quella di una delle più grandi bombe a
disposizione dell’esercito USA si sarebbe registrato un grado 3.0, molto
inferiore al 4.2 se si tiene conto del fatto che la scala Richter è
logaritmica. Dal servizio di Rainews24:
Abbiamo
trovato che l’unico evento sismico avvenuto durante i 43 giorni di
Desert Storm è stato un evento di magnitudo : 4.2 scala Richther ed è
stato registrato proprio nella zona descritta da Jim Brown tra la città
di Basra e il confine con l’Iran . E’ catalogato con il numero 342793 è
avvenuto il 27 di Febbraio del 1991 , proprio l’ultimo giorno del
conflitto, alle ore 13:39. Il fenomeno è stato registrato da 9 centri
sismici, 2 in Iran, 4 in Nepal , uno in Canada ,uno in Svezia ed uno in
Norvegia , questi due ultimi hanno anche misurato l’intensità dell
esplosione di circa Magnitudo 4,2. La sua profondità viene collocata nel
primo livello superficiale che fa da 0 a 33 km,
Ulteriori
informazioni possono essere fornite dall’analisi delle onde sismiche
registrate dalle stazioni nei diversi Paesi ma data la vastità del
lavoro chiediamo agli organismi internazionali che svolgono il
monitoraggio antinucleare ed ai centri sismici nazionali coinvolti , di
aiutarci nella raccolta di elementi certi e dirimenti per capire se sia
trattato di una esplosione o di un terremoto.
Nonostante
l’invito rivolto da Rainews24, a chiunque ne fosse in grado, di fornire
ulteriori elementi di verifica su tale possibilità, e la segnalazione di una richiesta da parte del governo iraniano di chiarimenti, sembra che nessuno abbia più indagato su quella denuncia.
Adesso sembrerebbe che la storia si ripeta ...