Un appello di 150 organizzazioni di tutta Europa denuncia la manovra, senza mandato, della Commissione europea, per chiudere un nuovo accordo TTIP [cerca TTIP nel blog] con gli Stati Uniti, perfino più segreto e non democratico del precedente. Vorrebbero concedere agli USA mano libera su standard importanti che riguardano la salute, la sicurezza alimentare, il principio di precauzione, l’ambiente e il clima
Foto tratta dal Flickr di Friends of the Earth Europe |
Abbiamo seguito i recenti colloqui tra la Commissione europea e le autorità statunitensi su un nuovo accordo commerciale (un nuovo TTIP) con incredulità e delusione. È chiaro che la Commissione è pronta a soddisfare le richieste di Trump di ridurre i livelli di sicurezza alimentare dell’UE, a scapito della salute pubblica, del benessere degli animali e dell’ambiente, e di compromettere anche gli impegni dell’UE in materia di cambiamenti climatici.
La paura delle minacce lanciate dal presidente degli Stati
Uniti di imporre tariffe elevate alle auto europee non può essere una
scusa per una ritirata dall'interesse pubblico. L’apparente
cambiamento di paradigma all'interno della Commissione, che emerge dopo
mesi di trattative a porte chiuse e in gran parte al riparo dal
controllo pubblico, è estremamente allarmante.
Chiediamo ai governi e ai parlamentari dell’UE di spingere la Commissione a modificare questo approccio. Deve essere chiarito all'amministrazione americana che i nostri livelli di salute pubblica e protezione ambientale non sono in vendita.
La pressione esercitata dai negoziatori statunitensi sull'Unione europea per abbattere i nostri standard non è una novità. Recenti dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Agricoltura statunitense Perdue hanno chiarito che qualsiasi accordo dipenderà dalle concessioni dell’UE rispetto alla carne sterilizzata con acido o cloro o trattata con ormoni, ai residui di pesticidi negli alimenti e nei mangimi o per lo smantellamento delle norme di cautela rispetto agli OGM.
Queste “barriere normative” esistono per delle buone ragioni: abbiamo regole sui pesticidi e gli ormoni chimici nelle carni per proteggere la nostra salute e l’ambiente. Abbiamo restrizioni sugli OGM per proteggere la biodiversità e i consumatori. Abbiamo restrizioni sulle carni trattate con cloro o acido per proteggere il benessere degli animali e la sicurezza alimentare. L’impegno dei cittadini dell’UE nei confronti di un approccio precauzionale è stato fortemente confermato durante il dibattito pubblico sul TTIP, un accordo commerciale che non sarebbe sopravvissuto a un voto democratico all'interno dell’UE se avesse incluso concessioni sulla scala ora richiesta dagli Stati Uniti.
Riteniamo che la Commissione stia mettendo a rischio gli obiettivi (dichiarati) del “Green Deal europeo”. Questa strategia elenca, almeno sulla carta, diversi elementi ora nel mirino degli Stati Uniti. Ad esempio, secondo la strategia l’UE deve lavorare “per ridurre in modo significativo l’uso e il rischio dei pesticidi chimici”. I ripetuti richiami del Panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) e della Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) a sostegno di un’agricoltura sostenibile aggiungono ulteriore forza a questo impegno.
Tuttavia, la Commissione non ha respinto le richieste degli Stati Uniti di abbassare le ambizioni in questo settore, e quindi rischia di aggiungere potenza al tipo di agricoltura più inquinante. Inoltre, dato che l’approccio conciliante della Commissione è un tentativo di proteggere le esportazioni dall'UE di auto notoriamente dannose per il clima, la promessa del Green Deal europeo di attuare un approccio più ecologico all'agricoltura e al commercio sembra ora essere compromessa dalla stessa Commissione.
Non dobbiamo permettere che ciò accada. Ciò minerebbe le leggi e le procedure dell’UE concordate decenni fa, non rientra nell'attuale mandato e non dovrebbe rientrare in un nuovo mandato.
Alla luce di quanto affermato e motivato, chiediamo ai governi europei in seno al Consiglio dell’UE e ai parlamentari nazionali e europei di garantire che le nostre preoccupazioni in materia di protezione dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente, trasparenza e coinvolgimento della società civile siano considerate e accolte. I nostri eletti devono chiedere una revisione degli attuali colloqui commerciali con gli Stati Uniti. L’UE deve chiarire inequivocabilmente all'amministrazione degli Stati Uniti che i nostri livelli di salute pubblica e protezione ambientale non sono in vendita, che non soccomberemo alle minacce degli USA e che la politica commerciale deve mettere al primo posto le persone, l’ambiente e il clima.
Qui il link con l’elenco dei primi firmatari: