venerdì 25 ottobre 2019

Dossier Statistico Immigrazione 2019: con i decreti sicurezza aumenta il numero di stranieri irregolari

dalle pagine 

Immigrazione. Richiedenti asilo e migranti tornati nella clandestinità. La denuncia del Rapporto Idos: «Con le norme salviniane più esclusione sociale»



In Italia tra il 2017 e il 2018 è crollato dell’80% il numero di migranti sbarcati, passato da circa 119 mila due anni fa a 23.370 lo scorso anno. Un trend al ribasso proseguito anche nei primi mesi del 2019, con 7.710 sbarchi registrati. Il dato italiano è 5 volte inferiore ai 39mila migranti arrivati in Grecia e di circa 2 volte e mezzo più basso rispetto ai 19mila approdati in Spagna. È quanto emerge dal Dossier statistico immigrazione 2019, a cura di Idos – Centro studi e ricerche sull’immigrazione. Nonostante i numeri in calo la propaganda politica ha continuato ad agitare il tema dell’invasione fino ad approvare i due decreti Sicurezza, poi convertiti in legge dall’allora maggioranza giallo verde. Quello tra il 2018 e il 2019, spiega il dossier, è stato un «annus horribilis per l’immigrazione».
Il primo decreto Sicurezza ha causato maggiore esclusione sociale, contribuendo a fare aumentare il numero di stranieri irregolari: nel 2018 erano 530mila, entro il 2020 potrebbero arrivare a oltre 670mila. A incidere è stata l’abolizione della protezione umanitaria. L’introduzione di permessi speciali, più labili e difficilmente rinnovabili, hanno reso più precaria la platea dei beneficiari.
Nel 2018 il numero degli ospiti nei centri di accoglienza è calato di circa 51mila unità rispetto al 2017, arrivando a 135.800. Nel primo semestre 2019 è diminuito di altre 27mila persone. In 82.600 si trovano nei Cas, solo 26.200 nei centri Siproimi (gli ex Sprar). Il taglio dei fondi ha cancellato migliaia di posti di lavoro nel settore. Ha anche indotto la diserzione dei bandi prefettizi da parte degli enti che non hanno ritenuto congruo il ridotto massimale economico, rispetto al livello minimo di accoglienza da garantire. I migranti adesso in gran parte restano confinati «in strutture prive di figure per il sostegno e l’integrazione, senza possibilità di fruire di tali percorsi. Destinati a rimanerci per mesi e anni, sono maggiormente esposti al reclutamento della criminalità».
Sul fronte sbarchi, dal 2017 il drastico calo degli arrivi in Italia è stato conseguito a danno dei migranti, afferma il Dossier, a cominciare dagli accordi con la Libia, per proseguire con la riduzione dei salvataggi in mare, sulla scia di una campagna ostile nei confronti delle ong. Nel 2018 un elevato numero di migranti è stato fermato dalla Guardia costiera libica (finanziata da Italia e Ue) oppure riportato nei campi di detenzione libici o ancora sono morti nel Mediterraneo centrale, la rotta più letale al mondo. Dal 2000 ad oggi, i morti e dispersi accertati sono stati più di 25mila, il 50% di tutti quelli calcolati nelle rotte marittime a livello mondiale.
Se nel 2017 il numero di annegati registrato dall’Oim è stato più del doppio (oltre 2.800) rispetto a quello del 2018, con più di 1.300 vittime lungo il tratto di mare italo libico, è invece aumentato il rapporto «morti-partenze», passato da 1 a 50 a 1 a 35. Una conseguenza diretta della riduzione dei salvataggi di ong: ai loro interventi erano ascrivibili, nel 2017, il 35% di tutti i salvataggi; oggi sono circa l’8% per effetto della politica dei «porti chiusi», formalizzata nel decreto Sicurezza bis.
Durante il governo giallo verde si sono registrati 20 casi di navi umanitarie alle quali è stato vietato l’attracco, con a bordo una quota di migranti minoritaria rispetto alle migliaia che, nel frattempo, sono approdate con i «barchini fantasma». Con la politica dei «porti chiusi» l’Italia ha evitato appena 2mila persone sbarcate a Malta e, due volte, in Spagna.
Nel 2018 quasi il 70% delle richieste di asilo sono state respinte: su 95mila domande, solo il 32,2% ha ottenuto protezione. I minori non accompagnati sbarcati in Italia nel 2018 sono stati 3.500, pari al 15,1% degli arrivi. In Italia l’anno scorso la popolazione straniera è cresciuta del 2,2%, con 5,2 milioni di residenti (l’8,7% della popolazione) e da almeno sei anni non è in espansione. Un flusso che solo parzialmente compensa la quantità di giovani italiani che vanno all’estero, al ritmo di 300mila all’anno. Nel 2018 sono stati 112.500 gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana, in netto calo rispetto ai due anni precedenti, mentre crescono politiche di esclusione e discriminazione.

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dalla pagina https://www.onuitalia.it/dossier-statistico-immigrazione-2019-lannus-horribilis-per-i-migranti/

DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2019

COMUNICATO STAMPA
Roma, 24 ottobre 2019 – Le nuove generazioni protagoniste del nuovo Dossier Statistico Immigrazione 2019 “L’ANNUS HORRIBILIS PER I MIGRANTI” realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con il Centro Studi Confronti. Giovani protagonisti tanti sono stati gli studenti degli istituti scolastici, licei e istituti tecnici, presenti all’evento di lancio del Dossier, che si è svolto questa mattina, lunedì 24 ottobre, al Nuovo Teatro Orione a Roma. Ma attenzione sui giovani anche perchè il tema della cittadinanza per le “seconde generazioni” di immigrati, la discussione sullo ius soli e lo ius culturae, è uno dei punti al centro del dossier.
L’incontro odierno, moderato da Maria Paola Nanni di Idos e Stefania Sarallo di Confronti si è aperto con il video che riassume i contenuti del Dossier, realizzato da Vibes-Radio Beckwith.
Numeri che descrivono appunto un “annus horribilis” per l’immigrazione: 68.845 arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo, dal 1° gennaio al 1° ottobre 2019, 1.314 morti e dispersi nella rotta centrale: una drastica riduzione degli arrivi via mare alla quale si aggiunge la sostanziale chiusura, come si legge nella scheda di sintesi del Dossier, dei canali regolari di ingresso. Intanto, i residenti stranieri in Europa sono 39,9 milioni, in Italia 5.255.503, l’8,7 per cento della popolazione residente (2018). 2.445.000 sono gli occupati stranieri in Italia, il 10,6 per cento del totale lavoratori e 602.180 le imprese condotte da stranieri in Italia, il 9,9 per cento delle aziende complessive.
“Nell’anno trascorso – ha dichiarato Luca Di Sciullo, presidente Idos – c’è stato il tentativo di portare la nostra società a fasi storiche passate, abbiamo visto realizzarsi un’eclissi del senso dell’umano, dinanzi a quella che è stata chiamata la crisi dei migranti, che a essere onesti, dovremmo chiamare crisi dell’Europa”. Serve allora “riabilitare il principio della fratellanza umana, di là della retorica, perchè abbiamo, immigrati e italiani, comuni bisogni e fragilità. Allo scontro tradizionale tra poveri e ricchi abbiamo sostituito una guerra tra poveri e impoveriti: non facciamo quest’errore, sarebbe il più grande favore a un potere inetto che vuole conservare il proprio status”.
Luciano Manicardi, priore della Comunità di Bose, ha focalizzato l’attenzione su “la parola, il volto dell’altro e la memoria” come “tre elementi per ricostruire un’umanità degna di questo nome”, di fronte a quella che Ernst Bloch negli anni Trenta, a proposito del consenso di massa al nazismo, chiamava “la metamorfosi in demoni di gente comune”. E contro questo odio “dobbiamo riconoscere in noi l’alterità, lo straniero ci aiuta a restituirci a noi stessi, è una rivelazione che dice qualcosa di “noi”.
Una metamorfosi che è basata spesso su luoghi comuni, quei “luoghi comuni spesso slegati dalla realtà dei fatti, contro i quali”, come ha dichiarato Elly Schlein, già parlamentare europea, “il Dossier è come una bibbia laica, una fonte essenziale per costruire politiche migliori, mentre spesso le politiche sono state frutto della propaganda”. Politiche come la legge Bossi-Fini, “una legge criminogena, che va cambiata” perchè ha costruito “irregolarità e caos” e i decreti sicurezza, che “vanno cancellati”, e infine occorre riformare la legge per ottenere la cittadinanza italiana.
Takoua Ben Mohamed, graphic journalist, “tunisina di Roma”, usa il fumetto per raccontare le sue “battaglie quotidiane e l’immaginario sulle donne musulmane, costruito dall’informazione mainstream, che non mi rappresenta per niente”. L’autrice ha raccontato anche la storia della sua famiglia, una storia che ha disegnato anche nei suoi libri “La rivoluzione dei gelsomini” e “Sotto il velo” (editi da Becco Giallo), della sua vita in Italia, della costruzione dell’identità, da “musulmana che porta il velo” e che ha incontrato anche un'”umanità che viene prima dell’ideologia”.
“Fugare le percezioni sbagliate – ha concluso Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese – è un obiettivo che il Dossier persegue e realizza. Percezione errata di cui anche noi, evangelici, siamo stati vittima: ci “accusano” di occuparci solo di migranti. Una percezione alla quale noi resistiamo fortemente: non dobbiamo mai mettere in competizione i diritti, perchè devono essere tutti tutelati. E fra le pieghe di questo Dossier c’è un fenomeno che mi preoccupa molto, a fronte del taglio dei progetti di accoglienza ed integrazione, ovvero la mutata percezione da parte dei migranti della possibilità di vivere nel nostro Paese, una perdita di fiducia che comincia a realizzarsi. Ma c’è anche un’altra Italia, che crede nell’inclusione e nel pluralismo, che vorremmo diventasse più visibile, attraverso il dialogo paziente con chi la pensa diversamente”.
La scheda di sintesi e il video sono scaricabili dal sito www.dossierimmigrazione.it (video a fondo pagina)
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