14 dicembre 2016
Mao Valpiana |
Non sembri strano che un’associazione laica come il Movimento Nonviolento plauda al documento che Papa Francesco ha redatto in preparazione della cinquantesima Giornata mondiale della Pace, che si celebra il primo gennaio 2017. Il messaggio “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”
ci pare un testo particolarmente significativo, che va oltre l’ambito
cattolico, importante per i suoi contenuti e per l’autorevolezza della
fonte.
Ripensiamo ora alle parole profetiche di Aldo Capitini, che nel libro In cammino per la pace, del 1961, scrisse: “Quando
tra il popolo più umile, e tanto importante, dell’Italia si arrivasse a
mettere il ritratto di Gandhi in chiesa tra i santi, avremmo quella
riforma religiosa che l’Italia aspetta dal Millecento, da Gioacchino da
Fiore”. Forse davvero un passo in quella direzione è stato compiuto.
Il testo non contiene novità dal punto
di vista della teoria e della pratica della nonviolenza, ma il fatto che
il Pontefice riconosca ad essa la supremazia e la indichi come mezzo
per “guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali”, e come “stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme”, è un segno e un valore inestimabile.
Finalmente la nonviolenza viene intesa
per quello che è: non semplice a-violenza, e non mera applicazione del
metodo democratico, ma come forma efficace, rivoluzionaria, per rendere
testimonianza alla verità. La nonviolenza è una forma avanzata di azione
per risolvere i conflitti.
E’ assolutamente positiva la scelta di
Francesco di sottolineare che il documento pontificio sulla nonviolenza
fa riferimento alla nonviolenza specifica, attiva, gandhiana. Tra
l’altro, e non è solo un’osservazione stilistica, finalmente in un
documento ufficiale del Vaticano leggiamo il termine ‘nonviolenza’
scritto giustamente come una parola unica, così come voleva il fondatore
del nostro movimento, Aldo Capitini, per dare il senso di una proposta
costruttiva, in positivo e non solo come rinuncia alla violenza fisica.
Gandhi la chiamava ‘satyagraha’, cioè ‘forza della verità’ proprio per
dare l’idea di di una forza attiva, e non di una debolezza passiva. Ed è
‘cosa buona e giusta’ che il Papa nel documento si riferisca proprio
alle origini storiche della nonviolenza politica: Mohandas Gandhi,
Martin Luther King, e anche Abdul Khan, il cosiddetto ‘Gandhi’ musulmano
che organizzò un corpo di volontari della nonviolenza, un vero e
proprio esercito per la pace costituito da diecimila e più persone.
azionenonviolenta.it |
Come ricorda Francesco, infatti, la
nonviolenza è uno stile, l’arte di vivere, che deve permeare tutta la
nostra esistenza. Non a caso il Papa, nelle prime righe del messaggio,
si rivolge anche ai bambini e alle bambine e ricorda che la nonviolenza
nasce dal cuore dell’uomo e deve giungere fino alla politica
internazionale. E’ questa la grandissima novità del documento. La
nonviolenza non più intesa come una via individuale di salvezza, ma come
metodo politico di azione sociale e anche per i rapporti tra gli Stati.
E questo significa rivedere tutte le politiche militari di quest’ultimo
secolo che ci stanno portando drammaticamente alla Terza guerra
mondiale a pezzi. E’ dunque un documento che, se preso sul serio, deve
interpellare tutti perché contiene indicazioni pratiche di una novità
rivoluzionaria che portano alla disobbedienza civile, all’obiezione di
coscienza e al disarmo unilaterale, allo smantellamento della difesa
armata per organizzare una difesa civile nonviolenta.
Non sappiamo a quali fonti, oltre a
quella originale evangelica, si sia ispirato Francesco per redarre
questo documento. Certamente possiamo riconoscervi tracce del pensiero
dell’antropologo Renè Girard (La matrice sociale della violenza), del
filosofo francese Jean Marie Muller (Il Vangelo della nonviolenza) e del
filosofo della politica Giuliano Pontara (La personalità nonviolenta;
L’antibarbarie; Teoria e pratica della nonviolenza), uno dei massimi
studiosi della nonviolenza a livello internazionale.
Il Papa è una guida spirituale. A lui
spetta il compito di indicare la via, poi sta a ciascuna persona,
cattolica o laica, cristiana o atea, di qualsiasi altra fede o
agnostica, accettare o meno il messaggio. Dopo questo documento, che si
rivolge all’intera umanità, la nonviolenza non potrà più essere ignorata
all’interno della Chiesa cattolica e da chi ad essa guarda con
attenzione e partecipazione. Convertirsi alla nonviolenza è ora il
programma cui tanti fedeli devono ispirarsi.
Mao Valpiana
presidente
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