mercoledì 1 marzo 2017

Coldiretti: il trattato di libero scambio con il Canada è un incredibile autogol

dalla pagina http://emanuelescarci.blog.ilsole24ore.com/2017/02/25/coldiretti-il-trattato-di-libero-scambio-con-il-canada-e-un-incredibile-autogol/?refresh_ce=1

Coldiretti schierata sempre più contro il Ceta, il trattato di libero scambio commerciale con il Canada.

“No all’accordo di scambio con il Canada. Ci rimettiamo in ogni senso: offriamo un mercato da oltre 700 milioni di consumatori contro uno di appena 36 milioni. E in più abbattiamo le barriere sulla sicurezza alimentare” sostiene Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia.
“Mi stupisco che rappresentanti dei Consorzi di gloriose Dop, come il Grana Padano, il Parmigiano reggiano, festeggino l’intesa con il Canada, dimenticandosi che per quattro forme di formaggio che esporteranno in più chiudono gli occhi sul fatto che in quel Paese si continueranno a vendere liberamente formaggi simil-Gorgonzola, Asiago, Fontina, ma anche il famigerato Parmesan. Oppure il prosciutto contrassegnato con il marchio “Parma” di una società canadese che ha registrato il marchio. Non vedo uno scambio equilibrato”.

Ogm e glifosato

“Gli italiani – spiega Prandini – devono sapere che con questo accordo potrebbe essere rimessa in discussione la decisione presa in Europa sugli Ogm, rischierebbero di aprirsi autostrade all’ingresso di carne agli ormoni, oggi c’è il divieto, ma tutto tornerebbe in gioco, di grano duro di bassa qualità trattato con glifosato che da noi è stato bandito, che diventerà pasta finta italiana, di prodotti con standard di sicurezza sanitaria lontani da quelli strettissimi di casa nostra, di carne suina che si trasformerà  in salumi che nulla hanno a che vedere con il nostro Paese. Il tutto sarà agevolato perché si eliminano quelle barriere non solo tariffarie che abbiamo voluto per impedire che sulle nostre tavole arrivino cose che fanno male alla salute”.
Infine Prandini sostiene: “E poi un soggetto, ad esempio una grande industria alimentare canadese, che riterrà che queste barriere non siano del tutto state rimosse, potrà chiamare in causa il Paese che si è reso responsabile di ciò chiedendo i danni. Insomma., con questo accordo ci stiamo facendo male da soli. Non lasceremo che l’ultima parola sia quella dei 28 europarlamentari europei italiani su 73 che hanno risposto sì assecondando, spero in modo non consapevole, gli interessi di qualche multinazionale”.