venerdì 20 marzo 2015

Un ricordo di Mario Catagini. E un esempio

A un mese dalla sua morte, ricordiamo Mario Catagini con una immagine...


... e una lettera: due segni eloquenti del suo impegno sociale come cristiano

Lettera a “La Voce dei Berici” e “Il Giornale di Vicenza”
4 gennaio 2008

Sono uno di quelli che dicono “no” a una nuova base militare USA a Vicenza. L’ho detto ieri, lo ripeto oggi e non mi stancherò di dirlo finché ne avrò le forze: “voce di chi non ha voce”.
Per chiarire le idee a qualcuno, dico subito: questo mio “no” non deriva dall’essere un comunista o un antiamericano. Io sono un cristiano! Il Signore mi insegna ogni giorno a non avere nemici. “Il Cristianesimo non è un insieme di idee, di filosofie; è una Persona: Cristo. La vita cristiana non è un insieme di regole; è un rapporto personale e comunitario con questa Persona“. Questa è la catechesi insegnata da don Oreste Benzi.
Da anni aderisco alla “Campagna Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta” che vuol dire: “Non un soldo per la guerra, ma paghiamo per la pace: chiediamo la riduzione delle spese militari; chiediamo che sia cambiato il modello di difesa; chiediamo che venga istituito il Ministero della Pace“.
Per grazia di Dio, da trent’anni appartengo alla comunità Papa Giovanni XXIII e il mio domicilio si trova tra i poveri. Non per questo mi sento a posto; con la preghiera e con delle buone letture chiedo al Signore l’aiuto per convertirmi.
Sant’Agostino in uno dei suoi discorsi diceva: “tu dai il pane all’affamato, ma come sarebbe meglio se non dovessi dare il pane a nessuno, perché tutti hanno il pane! Tu dai il vestito all’ignudo, ma come sarebbe meglio se non dovessi dare il vestito a nessuno, perché tutti hanno il vestito! Non dobbiamo coltivare i poveri per fare le opere di misericordia, ma abbattere la miseria, così non ci sarà più bisogno delle opere di misericordia! Bisogna rimuovere le cause che creano l’ingiustizia per creare i cieli nuovi, la nuova terra dove regna la giustizia di Dio”.
Prima di parlare di chi muore di fame, di sete e di malattie, bisogna parlare di chi ha il potere di mantenere le cose così come stanno. Rimuovere le cause che creano i poveri, leggendo i segni dei giorni nostri, richiede urgentemente a tutti il massimo di disponibilità e di impegno.
La nonviolenza non è “legge del minimo sforzo”; è invece “vino nuovo in otri nuovi”; è sensibilizzazione per promuovere nuove forme di linguaggi di comunicazione per un futuro smilitarizzato. Un impegno duro, dato che chi affama è protetto dalle leggi. Lotta nonviolenta è obiezione, non—collaborazione, disobbedienza civile, che comportano il rischio per chi le pratica. “No dal Molin” per me vuol dire tutto quanto ho scritto sopra.
E voglio concludere citando un passo della lettera “L’obbedienza non è più una virtù”, scritta da don Lorenzo Milani ai cappellani militari: “Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto, senza essere richiamati dalla Curia, di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”.

Pace e Bene
    Mario Catagini