Stiamo vivendo un tempo inedito per la società civile del nostro paese. Ciascuno è come trascinato violentemente, su tante questioni, a prendere una posizione aggressiva pro o contro qualcuno, in attacco o in difesa di qualcosa. Nello stesso tempo incombe un silenzio informativo sull’azione democratica dei cittadini, che svuotano tutta la loro autorità sul bene comune scegliendo i rappresentanti politici e poi ritirandosi nell’essere spettatori di uno spettacolo da ammirare o detestare.
Vorremmo solamente segnalare qualche informazione sul prossimo referendum del 12/13 giugno, perché il silenzio non promuove mai la partecipazione e rischia di tradursi in rinuncia a informarsi ed esprimere la propria azione democratica.
Desideriamo ricordare che i referendum ci saranno: sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento per le alte cariche dello stato. In particolare sul bene comune delle risorse idriche, il referendum sull’acqua, che è il primo referendum proposto dalla società civile (tra i promotori non c’è alcun partito politico) facciamo semplice memoria di alcuni autorevoli pronunciamenti ecclesiali.
1. Il papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate ci ricorda: «La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere non solo la terra, l'acqua e l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l'uomo contro la distruzione di se stesso» (n. 51).
2. Recentemente il segretario della CEI ha espresso il medesimo pensiero: «ci sentiamo coinvolti, custodi e responsabili di quella risorsa preziosa che anche oggi è l’acqua, bene troppe volte ridotto a merce, a valore economico, a oggetto di scambio, da cui si vede escluso chi non ha possibilità di reddito per assicurarsela», e che questo «richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l’acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale» (Saluto al convegno “Sorella acqua”, Assisi 16 aprile 2011).
3. Da ultimo 25 diocesi (tra le quali Vicenza, Padova, Treviso e Venezia) hanno promosso una campagna pasquale su «Acqua: dono di Dio e bene comune» che ci ricorda: «Il diritto all’acqua deve dunque essere garantito anche sul piano normativo, mettendo in discussione quelle leggi che la riducono a bene economico. Sarà importante, quindi, partecipare attivamente al dibattito legato al referendum sulla gestione dell’acqua».
Su questo dibattito è sceso un silenzio che rischia di produrre solo silenzio. Il referendum ci sarà. Si voterà. E ciascuno ha il diritto di esprimere in libertà di coscienza la propria posizione, non rinunciando a informarsi e ad esprimere l’impegno di fronte ad un bene comune, che non può essere fatto passare solo come «scelta ideologica».