dalla pagina https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/liberi-insieme-dalla-guerra
Sono contento che ti metta in marcia per la pace. Qualunque sia la tua età e condizione, permettimi di darti del “tu”. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlarsi in modo amichevole
Cara amica e caro amico,
sono contento che ti metta in marcia per la pace. Qualunque sia la tua età e condizione, permettimi di darti del “tu”. Le guerre iniziano sempre perché non si riesce più a parlarsi in modo amichevole tra le persone, come accadde ai fratelli di Giuseppe che provavano invidia verso uno di loro, Giuseppe, invece di gustare la gioia di averlo come fratello. Così Caino vide nel fratello Abele solo un nemico.
Ti do del “tu” perché da fratelli siamo spaventati da
un mondo sempre più violento e guerriero. Per questo non possiamo
rimanere fermi. Alcuni diranno che manifestare è inutile, che ci sono
problemi più grandi e spiegheranno che c’è sempre qualcosa di più
decisivo da fare. Desidero dirti, chiunque tu sia – perché la pace è di
tutti e ha bisogno di tutti – che invece è importante che tutti vedano
quanto è grande la nostra voglia di pace. Poi ognuno farà i conti con se
stesso. Noi non vogliamo la violenza e la guerra. E ricorda che
manifesti anche per i tanti che non possono farlo. Pensa: ancora nel
mondo ci sono posti in cui parlare di pace è reato e se si manifesta si
viene arrestati! Grida la pace anche per loro!
Quanti muoiono
drammaticamente a causa della guerra. I morti non sono statistiche, ma
persone. Non vogliamo abituarci alla guerra e a vedere immagini
strazianti. E poi quanta violenza resta invisibile nelle tante guerre
davvero dimenticate. Ecco, per questo chiediamo con tutta la forza di
cui siamo capaci: “Aiuto! Stanno male! Stanno morendo! Facciamo
qualcosa! Non c’è tempo da perdere perché il tempo significa altre
morti!” Il dolore diventa un grido di pace.
La pace mette in
movimento. È un cammino. « E, per giunta, cammino in salita»,
sottolineava don Tonino Bello, che aggiungeva: «Occorre una rivoluzione
di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non
un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno.
Non un nastro
di partenza, ma uno striscione di arrivo». Le strade della pace esistono
davvero, perché il mondo non può vivere senza pace. Adesso sono
nascoste, ma ci sono. Non aspettiamo una tragedia peggiore. Cerchiamo di
percorrerle noi per primi, perché altri abbiamo il coraggio di farlo.
Facciamo capire da che parte vogliamo stare e dove bisogna andare. E
questo è importante perché nessuno dica che lo sapevamo, ma non abbiamo
detto o fatto niente.
Non sei un ingenuo. Non è realista chi
scrolla le spalle e dice che tanto è tutto inutile. Noi vogliamo dire
che la pace è possibile, indispensabile, perché è come l’aria per
respirare. E in questi mesi ne manca tanta. È proprio vero che uccidere
un uomo significa uccidere un mondo intero. E allora quanti mondi
dobbiamo vedere uccisi per fermarci?
«Quante volte devono volare le palle di cannone prima che siano bandite per sempre? ». «Quante orecchie deve avere un uomo prima che possa sentire la gente piangere?». «Quante morti ci vorranno finché non lo saprà che troppe persone sono morte? ». «Quando sarà che l’uomo potrà imparare a vivere senza ammazzare? ». Io, te e tanti non vogliamo lutti peggiori, forse definitivi per il mondo, prima di fermare queste guerre, quella dell’Ucraina e tutti gli altri pezzi dell’unica guerra mondiale. Le morti sono già troppe per non capire! E se continua, non sarà sempre peggio? Chi lotta per la pace è realista, anzi è il vero realista perché sa che non c’è futuro se non insieme.
È la lezione che abbiamo imparato dalla pandemia. Non vogliamo dimenticarla. L’unica strada è quella di riscoprirci “Fratelli tutti”. Fai bene a non portare nessuna bandiera, solo te stesso: la pace raccoglie e accende tutti i colori. Chiedere pace non significa dimenticare che c’è un aggressore e un aggredito e quindi riconoscere una responsabilità precisa. Papa Francesco con tanta insistenza ha chiesto di fermare la guerra.
Poco tempo fa ha detto: «Chiediamo al Presidente della Federazione Russa, di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte e chiediamo al Presidente dell’Ucraina perché sia aperto a serie proposte di pace». Chiedi quindi la pace e con essa la giustizia. L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra. Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti che combattano le povertà.
E chiediamo all’Italia di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari non solo per impedire la logica del riarmo, ma perché siamo consapevoli che l’umanità può essere distrutta. Dio, il cui nome è sempre quello della pace, liberi i cuori dall’odio e ispiri scelte di pace, soprattutto in chi ha la responsabilità di quanto sta accadendo. Nulla è perduto con la pace. L’uomo di pace è sempre benedetto e diventa una benedizione per gli altri. Ti abbraccio fraternamente.
Cardinale arcivescovo di Bologna e presidente della Cei