Cari amici,
Come vorrei
che il mio augurio, invece che giungervi con le formule
consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una
stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza
parole!
Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura
di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che
non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra
pace!
Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per
farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”! La
Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il
paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la
distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non
la fine. Non il precipitare nel nulla.
Coraggio, fratelli che
siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di
voi. Coraggio, disoccupati. Coraggio, giovani senza prospettive,
amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo
cullati. Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.
Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la
debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito.
Il
Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide
di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda,
non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via. Auguri.
Vostro don Tonino,
vescovo