giovedì 29 settembre 2011

Venticinque anni dopo Lazzati: che ne è del laicato in Italia?


Ascolta l'intervento di Paola Bignardi 
"Venticinque anni dopo Lazzati: che ne è del laicato in Italia?"
(ascolta - 1 ) - (ascolta - 2) - (ascolta - 3)



dal sito in dialogo unitario dell'azione cattolica ambrosiana

Il «testimone fedele» Giuseppe Lazzati
A 25 anni dalla morte il ricordo del Professore in un libro di In dialogo

domenica 18 settembre 2011

Uomini nuovi e più coraggio

"Esiste una questione morale nell'attuale crisi che attraversa il Paese? La domanda è retorica, perché agli occhi di tutti è evidente che l'etica pubblica e quella personale che la sorregge sono spaventosamente assenti in larga parte della scena nazionale, come dimostrano gli scandali che vanno emergendo e che colpiscono figure di non poco peso dell'una e dell'altra parte politica."

Leggi l'articolo di Bruno Forte facendo "click" qui.

martedì 13 settembre 2011

Ai membri della pastorale sociale - Diocesi di Vicenza


Il prossimo incontro della commissione diocesana pastorale sociale si terrà il giorno
                             
Sabato 24 settembre 2011
dalle 16.00 alle 18.00
presso il Centro Myriam
via Artigianato,12 (zona industriale) - tel. 0444-566332
 
pdf allegato            

Cordiali saluti.

                                                        Ufficio di patorale

lunedì 12 settembre 2011

L'uomo

"... imparare a essere più che un cittadino, in modo da gustare, da amare negli altri non il congiunto, l'amico, il compatriota, l'ospite, lo straniero o l'alleato, ma l'uomo che non possiede altri titoli che l'essere uomo ..." 

Maurice Blondel, L'Azione, 1893

sabato 10 settembre 2011

11 settembre 2001 - 11 settembre 2011

A 10 anni dagli attentati dell'11 settembre, questa data sia un'occasione di riflessione, di preghiera e di azione:

  • per ricordare le vittime innocenti di tutte le guerre e di tutti i terrorismi 
  • per denunciare tutti gli apparati militari-industriali i quali servano a garantire i privilegi di pochissimi contro l'umanità
  • per testimoniare vivendo la nonviolenza e la solidarietà come uniche vie possibili per il futuro dell'umanità e una pacifica interazione fra i popoli
  • per anticipare il Regno di Giustizia e Pace in cui crediamo

domenica 4 settembre 2011

Evitare la guerra

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica

2307 Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della
vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca,
la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché
la bontà divina ci liberi dall’antica schiavitù della guerra.

2308 Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per
evitare le guerre.
« Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità
internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta
esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà
negare ai governi il diritto di una legittima difesa ».

2309 Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giusti-
ficano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la
sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale.
Occorre contemporaneamente:
— che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità
delle nazioni sia durevole, grave e certo
— che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o
inefficaci
— che ci siano fondate condizioni di successo
— che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del
male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un
grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.
Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della « guerra
giusta ».
La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio
prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune.

giovedì 1 settembre 2011

Messaggio per la 6ª Giornata per la salvaguardia del creato

Messaggio per la 6ª Giornata per la salvaguardia del creato
(1° settembre 2011)

“In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza”

Il  tema  della  6ª  Giornata  per  la  salvaguardia  del  creato  è  assai  significativo  nel contesto  del dibattito  ecclesiale  e  culturale  odierno.  Esso  si  articola  in  quattro  punti,  in continuità con l’argomento trattato l’anno passato, Custodire il creato, per coltivare la pace, nella linea degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio corrente: “La comunità cristiana offre il suo contributo e sollecita quello di tutti perché la società diventi sempre più terreno favorevole all’educazione. Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie” (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 50).

La  Giornata  diventa  così  occasione  di  un’ulteriore  immersione  nella  storia,  per ritrovare le radici della solidarietà, partendo da Dio, che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, con il mandato di fare della terra un giardino accogliente, che rispecchi il cielo e prolunghi l’opera della creazione (cfr Gen 2,8-15).



Testo completo

Discorso di Addio del Pres. Eisenhower alla Nazione


« Questa congiunzione tra un immenso corpo di istituzioni militari ed un'enorme industria di armamenti è nuovo nell'esperienza americana. L'influenza totale nell'economia, nella politica, anche nella spiritualità; viene sentita in ogni città, in ogni organismo statale, in ogni ufficio del governo federale. Noi riconosciamo il bisogno imperativo di questo sviluppo. Ma tuttavia non dobbiamo mancare di comprendere le sue gravi implicazioni. La nostra filosofia ed etica, le nostre risorse ed il nostro stile di vita vengono coinvolti; la struttura stessa della nostra società.
Nei concili di governo, dobbiamo guardarci le spalle contro l'acquisizione di influenze che non danno garanzie, sia palesi che occulte, esercitate dal complesso militare-industriale. Il potenziale per l'ascesa disastrosa di poteri che scavalcano la loro sede e le loro prerogative esiste ora e persisterà in futuro.
Non dobbiamo mai permettere che il peso di questa combinazione di poteri metta in pericolo le nostre libertà o processi democratici. Non dobbiamo presumere che nessun diritto sia dato per garantito. Soltanto un popolo di cittadini allerta e consapevole può esercitare un adeguato compromesso tra l'enorme macchina industriale e militare di difesa ed i nostri metodi pacifici ed obiettivi a lungo termine in modo che sia la sicurezza che la libertà possano prosperare assieme.. »